Politica

Bici parcheggiate negli spazi condominiali: diritto negato a Monza

A causa di un regolamento poco chiaro, negli stabili di vecchia fabbricazione i condomini possono opporsi. Interrogazione in Consiglio di Piffer e proteste da parte di Monza in Bici

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Lasciare la bicicletta negli negli spazi condominiali è un diritto in tutte le città d’Italia. In tutte, tranne a Monza, dove negli stabili di vecchia fabbricazione, complice una regolamentazione poco chiara, molti condomini si oppongono a questa pratica che favorirebbe l’uso della due ruote al posto della macchina. La questione è stata sollevata in Consiglio comunale dal consigliere della lista Civicamente, Paolo Piffer, e rilanciata dal presidente dell’associazione Monza in Bici, Pasquale Scalambrino, entrambi “vittime” del divieto posto in assemblea condominiale: “Niente bici negli spazi condominiali, creano confusione e non sono decorose”. 

Piffer ha presentato un’interrogazione in Consiglio chiedendo all’amministrazione di intervenire. Il problema è tutto nel regolamento condominiale relativo agli stabili di vecchia fabbricazione. In sostanza, l’amministrazione ha previsto negli stabili di nuova costruzione la creazione di spazi ad hoc per le bici, mentre per quelli vecchi  le indicazioni sembrano essere troppo generiche.

“Ad oggi pare essere un po’ ambigua la cosa – ha commentato Piffer -, nel senso che il regolamento chiede di identificare uno spazio ad hoc per le bici ma senza fornire nessuna specifica. Risultato, se i condomini ritengono non esserci spazio, la cosa non s’ha da fare, né domani né mai. Assurdo, soprattutto quando lo spazio ci sarebbe, ed abbondante anche, tipo nel mio condominio”.

Piffer chiede in sostanza alla giunta e in particolare all’assessore all’Urbanistica, Martina Sassoli, di prendere provvedimenti. Ovvero: di intervenire sul regolamento per renderlo meno ambiguo e rendere un diritto pareggiare la bici negli androni o nei cortili anche dei palazzi con qualche anno alle spalle. D’altro canto, se si vuole favorire la mobilità dolce non solo a parole, si deve partire proprio da questi piccoli dettagli.

“Anche io sono stato obbligato dai miei condomini a non lasciare la bici in cortile – ha proseguito Scalambrino di Monza in Bici -. Se vietiamo di parcheggiarla in modo sicuro e agevole, ne scoraggiamo l’uso e da quanto ho avuto modo di capire, il mio caso e quello di Piffer non sono gli unici”. Una delle segnalazioni che Monza in Bici riceve già frequente è proprio legata a situazioni analoghe. Bici parcheggiate nel cortile, riunione di condominio infuocata, qualche lite e un po’ di tensione e poi l’inevitabile divieto.

“Questo è il modo più facile per disincentivarne l’uso – ha proseguito Piffer -. E’ normale che ogni volta che entro ed esco di casa io debba riporre la bici in cantina, tra l’altro facendo un percorso ad ostacoli, invece di poterla riporre in una comoda rastrelliera in cortile? Ammetto a malincuore di aver ultimamente optato per la macchina parcheggiata in strada piuttosto di fare il percorso vita per prendere la bici. E’ assurdo. Spero davvero che il Comune e l’assessore Sassoli riescano a fare qualcosa al riguardo. Si parla tanto di aria inquinata e di sensibilizzazione all’utilizzo di mezzi non inquinanti, ma poi…”.

A Milano, il diritto al parcheggio della bici, è riconosciuto dal regolamento locale di igiene comunale che oltre a estenderlo espressamente a tutti i cortili, prevede anche una sanzione amministrativa, da un minimo di 50 Euro a un massimo di 150 Euro, per la violazione di questa norma

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