Economia

Disabili, Cgil MB presenta le semplificazioni per la domanda di accompagnamento

Saranno più rapidi i tempi di pagamento dell'indennità. Novità anche per l'accertamento provvisorio di handicap grave. L'impegno del sindacato di via Premuda sul fronte informativo e della consulenza.

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I numeri a volte, nella loro oggettività, dicono più di tante parole. E le statistiche, al di là del rischio di un uso eccessivo, possono dare indicazioni importanti su tematiche specifiche. E’ il caso della recente indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni della Università Cattolica di Roma. Che, lo scorso dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, ha definito il quadro in Italia di un fenomeno spesso sottovalutato.

Nel nostro Paese, infatti, ci sono 4,5 milioni di disabili, il 7% della popolazione italiana. Di questi circa 2 milioni 155 mila sono in condizioni di particolare gravità, divisi tra Mezzogiorno(888 mila), Nord (806 mila)e Centro (461 mila). Quindi un numero consistente di cittadini. Che spesso vive da solo, in cattive condizioni di salute e senza un lavoro. Cittadini spesso protagonisti di situazioni di fragilità, anche estrema, che rendono difficile far rispettare i loro diritti.

Ecco perché hanno una grande importanza le disposizioni previste in materia. L’ultima in ordine di tempo è il Messaggio n.1930/2018 dell’Inps. Che lo scorso 8 maggio ha avviato la semplificazione delle modalità di accesso all’indennità di accompagnamento per soggetti ultrasessantacinquenni. In pratica vengono ridotti i tempi di attesa per l’erogazione di questa forma di sostegno economico, 12 mensilità annue da 516,35 euro al mese, destinate a chi è riconosciuta l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore oppure impossibilità a compiere gli atti quotidiani della vita e conseguentemente necessità di assistenza continua.

L’Inps, infatti, consente di fornire in anticipo i dati riguardanti la modalità di pagamento che, fino ad ora, venivano comunicati, con invio del cd modello AP70, solo al termine degli accertamenti sanitari. Questo permetterà di trasmettere direttamente i dati relativi alla modalità di pagamento durante la presentazione della domanda di accompagnamento all’Inps e favorendo di fatto una più tempestiva erogazione della prestazione, una volta stabilito il requisito sanitario all’accompagnamento. La novità, per il momento, è operativa esclusivamente per le domande inviate tramite i Patronati e riguardanti gli invalidi civili non in età lavorativa.

Più datata nel tempo rispetto al Messaggio n.1930/2018 è, invece, la circolare Inps n. 127/2016 che, a luglio di due anni fa, ha prorogato gli effetti del verbale rivedibile oltre il termine di scadenza, in modo da consentire la continuazione dei benefici, delle prestazioni e delle agevolazioni lavorative nelle more della definizione dell’iter sanitario di revisione (clicca qui). Questa disposizione è di fondamentale importanza per consentire a chi ha questo tipo di disabilità di fruire in tempi brevi di diverse agevolazioni lavorative. Dalla scelta al trasferimento della sede di lavoro per i dipendenti pubblici, fino ai permessi e ai congedi straordinari retribuiti di due anni. Già con il decreto-legge n. 90/2014 (vedi l’approfondimento) il tempo per richiedere la certificazione provvisoria dello specialista ed utilizzarla per usufruire delle agevolazioni lavorative era stato ridotto da 90 a 45 giorni, mentre quello in cui la commissione di accertamento deve pronunciarsi era passato da 180 a 90 giorni.

Sono le stesse Commissioni di accertamento a rilasciare, al termine della visita, il certificato provvisorio, valido fino all’emissione dell’accertamento definitivo, per usufruire delle agevolazioni lavorative. La circolare Inps del 2016 stabilisce anche che il lavoratore è tenuto a rilasciare una dichiarazione liberatoria con la quale si impegna alla restituzione delle prestazioni che, a procedimento definitivamente concluso, risultassero indebite. Un punto che desta ancora qualche dubbio di interpretazione, ma sembra segnare una diversa impostazione in materia rispetto alle norme precedenti al decreto-legge n. 90/2014.

Al fianco dei disabili e dei loro familiari che, non sempre riescono a districarsi nella complessità della normativa di riferimento, ci sono anche i sindacati. Che assumono un ruolo importante di indirizzo e sostegno. “Lavoratori disabili e famiglie con portatori di handicap nel proprio nucleo familiare hanno sempre lamentato ai nostri sportelli una certa farraginosità rispetto ai percorsi di riconoscimento degli status di invalidità e/o handicap – spiega Davide Cappelletti, Direttore Provinciale del Patronato Inca Cgil Brianza (nella foto in alto)– accogliamo, pertanto, con favore qualsiasi iniziativa del legislatore, attuata da Inps, che intenda stimolare la semplificazione amministrativa, migliorando la qualità della vita delle persone”.

Il giudizio positivo si unisce ad un rinnovato impegno del sindacato sul fronte del riconoscimento dei diritti dei lavoratori disabili. “Il lavoro di Inca Brianza su queste tematiche è, in primis, un lavoro di informazione rispetto alle procedure amministrative – afferma Cappelletti – ma sempre più frequentemente ci vediamo costretti a fornire consulenze medico-legali nell’eventualità, ad esempio, di un mancato riconoscimento dell’indennità di accompagnamento o dell’indennità di frequenza ad un minore”.

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