DIARIO DI VIAGGIO. La 3F e 3G del Vanoni in Spagna – Giorno 6

A causa dell'annullamento del loro volo, gli alunni, sono rimasti in Spagna un giorno in più e hanno avuto così la possibilità di visitare la città di Cordova.

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Sono al loro sesto giorno di viaggio in Andalusia e noi li stiamo seguendo virtualmente pubblicando i loro racconti. Gli studenti di 3F e 3G dell’Istituto Vanoni di Vimercate, indirizzo Turismo hanno interamente programmato il tour allo scopo di approfondire la materia dell’Itinerario turistico. Bellissimo progetto!

GIORNO 6
Cordova

Il giorno 8 maggio sarebbe dovuto essere il giorno del nostro ritorno in Italia ma a causa dell’annullamento del nostro volo siamo stati costretti a rimanere una giornata in più a Siviglia. Mentre alcuni hanno deciso di rimanere in città, un gruppo ha colto l’occasione per ampliare l’itinerario andaluso andando a Cordova, una tra le città più conosciute e visitate della Spagna. Siamo partiti sul presto e in circa un’ora di treno abbiamo raggiunto la nostra meta. Cordova è una città fondata in epoca di dominazione araba, infatti passeggiando nei vicoli e nelle stradine della città è impossibile non notare gli elementi decorativi e architettonici che richiamano lo stile orientale. Intorno all’anno 1000 la città ha raggiunto un periodo di grande splendore, diventato  uno dei centri più importanti del mondo antico.

Arrivati alla stazione ferroviaria di Cordova ci siamo spostati a piedi nell’antico centro storico circondato da mura e all’interno del quale si può accedere attraversando diverse porte. Per prima cosa abbiamo deciso di visitare l’Alcazar de los Reyes Cristianos, il palazzo fortezza costruito dal re Alfonso XI nel XIV secolo e che divenne in seguito residenza del re Ferdinando il Santo e della regina Isabella. L’interno dell’Alcazar si compone di diverse stanze e torri, in cima alle quali è possibile ammirare la città dall’alto. La vera bellezza di questo luogo sta però negli splendidi giardini, arricchiti da aiuole, fontane e alberi di limone che infondono nell’aria un delicato profumo. Dopo aver passeggiato a lungo nei cortili, assaggiato limoni e scattato fotografie abbiamo lasciato l’Alcazar e ci siamo infilati nelle strette strade del centro, passeggiando nel quartiere Juderia, che si sviluppa intorno alla famosissima Mezquita e che nel X secolo ospitava i tanti ebrei che si erano trasferiti a Cordova. Abbiamo poi attraversato il Puente Romano, struttura che si sviluppa su fondamenta edificate all’epoca dell’imperatore Augusto e che collega le due parti della città separate dal fiume Guadalquivir. Sulla riva del fiume ci siamo fermati per un pranzare e riposarci un po’ all’ombra.

Dopo aver pranzato siamo ritornati nella Juderia per visitare la Mezquita, la moschea millenaria di Cordova. La costruzione sorge sul sito in cui si ergeva l’antica chiesa visigotica di San Vincenzo, non lontana dal Guadalquivir. Quando i musulmani occuparono Cordova nel 756 la chiesa fu inizialmente suddivisa e utilizzata contemporaneamente da musulmani e cristiani. Successivamente l’emiro ʿAbd al-Raḥmān I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della grande moschea. La Moschea fu ingrandita tre volte nel corso dei due secoli successivi finendo per diventare la più grande moschea del mondo musulmano di quel tempo. Si presenta al giorno d’oggi con la forma di un grande quadrilatero di circa 180 m di lunghezza per 130 m di larghezza, con 19 navate e 856 colonne sormontate da capitelli in stili diversi. Sulle colonne si appoggiano delle arcate doppie in mattoni e pietra bianca che permettono di avere un soffitto alto e donano all’edificio un’impressione di leggerezza.

Una cosa curiosa è che il miḥrāb, la nicchia che di solito indica la direzione verso la Mecca, in questo caso è orientata verso sud. La leggenda vuole che ʿAbd al-Raḥmān, promotore dell’edificazione della moschea e nostalgico della città di Damasco (da cui era stato cacciato dagli abbasidi), avesse voluto appositamente orientare il miḥrāb della moschea di Cordoba nella stessa direzione di quello della moschea di Damasco. La scusa però, dicono gli storici dell’Islam, non regge e si tratta molto probabilmente di un errore di progettazione. Quando Cordoba fu riconquistata dai cristiani di Ferdinando III di Castiglia, nel 1236, la moschea fu convertita in cattedrale, dando origine allo strano accostamento di stili e atmosfere che il turista può ancora oggi vivere entrando nell’edificio.

Nel tardo pomeriggio, dopo tanta bellezza, ci siamo recati nuovamente in stazione per fare ritorno a Siviglia. Mentre il paesaggio scorreva davanti ai finestrini i pensieri sono stati tanti: un giorno in più è servito a rendere l’esperienza sufficientemente lunga da darci il tempo di entrare meglio nell’atmosfera di questa terra e di capire quali sono le difficoltà che un viaggio di una settimana può comportare. Aver lavorato alla preparazione dell’itinerario e dei suoi contenuti, essere stati noi le guide per i nostri professori, ci ha fatto vivere il tutto con più partecipazione e consapevolezza. Confrontandoci tra noi siamo tutti d’accordo: l’Andalusia ci ha offerto un’occasione formativa unica e ci ha regalato ricordi che rimarranno per sempre nella nostra memoria!

Grazie per averci seguito e alla prossima!

Alessandra Zanda
Eleonora Spini
STUDENTI 3F e 3G del VANONI

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