Il taglio del nastro si avvicina. Tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, Villa Borromeo sarà riaperta al pubblico. La data di inaugurazione non è ancora stata fissata, ma sembra che tutto stia procedendo secondo i piani, rispettando la promessa di fine lavori entro due anni.
Il piano di restauro promosso dalla giunta Colombo è stato portato avanti da Attilio Maria Navarra, presidente della ditta Italiana Costruzioni, che si è occupata di rimettere a nuovo anche la Villa Reale di Monza. L’obiettivo finale era il recupero della “Gran Dama”, come è stata soprannominata dalla giunta, per evitarne il crollo. Questo è stato reso possibile grazie allo studio di progettazione 5+1 AA, che ha messo in campo gli architetti Alfonso Femia e Simonetta Cenci. Tremila metri quadrati di storia, per un restauro conservativo dal costo finale di quasi 18 milioni di euro, comprensivi della manutenzione per 20 anni. Il comune si è impegnato ad anticipare 2,5 milioni di euro derivanti dalla vendita di Metano Arcore, da una parte, e 500 mila del bando Arcus dall’altra, per poi pagare il leasing di 40 rate da 600mila euro in 20 anni.
Gli ambienti nobiliari, disegnati nell’ottocento da Emilio Alemagna sono stati del tutto rinnovati e splendono di nuova luce.
Le stanze che furono prima della famiglia d’Adda e poi dei Borromeo saranno riarredate in quattro nuove vesti. Ci saranno spazi dedicati alla cultura e agli eventi, come la cucina nel piano seminterrato. Al piano terra troverà sede l’archivio storico e i locali per gli eventi. Nell’ala ovest del piano terra e al piano ammezzato saranno situati gli uffici comunali. Infine, al primo piano e nei locali sottotetto ci saranno la sede e gli uffici del Parco Lambro. La bellezza della “Montagnola”, come la chiamano gli arcoresi, sarà godibile anche tramite un ascensore panoramico in acciaio e vetro, che partirà vicino alle porte principali.
