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Rubavano veicoli e inviavano pezzi di ricambio in Africa: 7 persone in manette

I membri della banda, tutti tra i 31 e i 56 anni, sono finiti in carcere con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata a furto, ricettazione e riciclaggio di automezzi

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Rubavano automezzi per mandare pezzi di ricambio in Nord-Africa. I Carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni hanno dato esecuzione nei giorni scorsi a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Monza nei confronti di 7 persone (5 egiziani e 2 italiani), tra i 31 e i 56 anni, ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione e al riciclaggio di automezzi.

L’arresto arriva a conclusione delle indagini condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sesto San Giovanni, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Monza, a seguito del furto di un autocarro avvenuto nell’agosto 2016 ai danni di una ditta del luogo.

Le immagini raccolte dai sistemi di videosorveglianza avevano allora permesso di accertare come, sia nel corso del furto sia nel successivo transito del mezzo attraverso il casello autostradale di Monza, fosse presente la stessa automobile scura, che si è poi appurato essere in uso alla banda.

Da allora l’attività investigativa, condotta anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ha consentito di individuare i membri del sodalizio, tutti già noti alle forze dell’ordine per precedenti specifici. La banda aveva come basi operative due capannoni a Milano e Calcinato (BS), utilizzati come rimesse e luoghi di smontaggio dei mezzi rubati, principalmente mezzi da lavoro, al fine di far giungere pezzi di ricambio in Nord Africa. Decine e decine i veicoli rubati nel corso del tempo in tutto il territorio Lombardo.

Nel corso dell’attività erano già stati arrestati in flagranza altri due cittadini egiziani, sorpresi a smontare veicoli rubati, e un italiano per utilizzo di banconote contraffatte, mentre un secondo italiano, titolare di uno dei citati capannoni, è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione.

Al termine di quella che è stata ribattezzata “Operazione Trasloco“, gli arrestati sono stati condotti presso il carcere di Monza, dove rimangono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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