Attualità

Anti-Accattonaggio, dopo Lissone anche a Desio partono i blitz

Pugno duro del Comune nei confronti di chi pratica un tipo di elemosina aggressiva e pericolosa per i cittadini.

mendicante povero accattonaggio

Il problema dell’accattonaggio molesto è un problema sempre più diffuso e preoccupante in Brianza, tanto che oramai Comuni come quello di Lissone hanno emanato vere e proprie ordinanze per arginare e punire chi pratichi un tipo di elemosina aggressiva e molesta. Non è da meno l’Amministrazione locale di Desio, che per “proteggere” i propri cittadini ha dato il via ad un giro di vite nei confronti di coloro i quali effettuino un accattonaggio molesto.

Dieci cittadini nigeriani identificati. È questo il primo risultato dell’operazione anti accattonaggio della Polizia Locale. Nella giornata di  martedì 28 novembre, dalle 10 alle 19, una dozzina di agenti, coordinati dal Comandante Maurizio Di Mauro, hanno «chiuso» il centro e identificato dieci cittadini extracomunitari, tutti di età non superiore ai trent’anni, che chiedevano la questua ai passanti davanti alla Basilica e ad alcuni negozi.

«Il presidio del territorio è una priorità dell’Amministrazione Corti: c’è e si vede», ha dichiarato l’assessore al Controllo del territorio Jennifer Moro. «Ma quella di ieri non è solo un’operazione di sicurezza, prosegue l’assessore. È la dimostrazione che il “modello” di intervento sul tema dell’immigrazione che stiamo portando avanti funziona: progetti di accoglienza e integrazione da un lato e repressione dei reati dall’altro. Non chiudiamo le porte a nessuno, ma alcune porte sono e restano chiuse».Jennifer Moro assessore alla sicurezza di desio

Uno solo dei dieci cittadini nigeriani identificati è risultato in possesso di regolare permesso di soggiorno e, quindi, lasciato andare. Gli altri nove sono stati condotti presso la Stazione dei Carabinieri per le procedure di identificazione. I militari dell’Arma hanno accertato che quattro hanno presentato richiesta di protezione internazionale e sono stati rilasciati, mentre la posizione degli altri cinque non risultava chiara e sono stati, quindi, accompagnati in Questura. A tutti e cinque, risultati richiedenti asilo, è stato contestato l’articolo 10bis del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, il testo unico sull’immigrazione. In altre parole l’ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Uno di questi cinque, inoltre, era già oggetto di una richiesta di rintraccio da parte della Questura di Como.

«Andiamo avanti col controllo del territorio – prosegue Jennifer Moroma, se non si lavora anche sul fronte dell’integrazione, come stiamo facendo, si rischia di spostare il problema da una zona all’altra della città senza risolverlo».

Quello di martedì è il terzo blitz anti questua in cinque mesi, dopo quelli di luglio e inizio novembre. «dati delle persone identificate saranno trasmessi alla Prefettura a cui chiederemo di effettuare i controlli presso i soggetti che li avevano in carico,conclude l’assessore. Informazioni preziose per l’attività di repressione della microcriminalità. Siamo convinti che questa sia la strada giusta per cercare di contrastare un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e che spesso nasconde storie drammatiche. E questo grazie all’attento lavoro che gli agenti hanno messo e mettono, ogni giorno, in campo. Per questo li ringrazio, anche a nome della città».

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