Cultura

Musei civici, ecco la mostra sul più grande pittore monzese dell’800: Mosè Bianchi

All'inaugurazione della mostra sul grande pittore cittadino Mosè Bianchi una folla ha preso d’assalto i Musei civici. In mostra 5 opere mai esposte.

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Torna a Monza dopo 30 anni una mostra sul grande pittore cittadino Mosè Bianchi. Inaugurata sabato ai Musei civici, e subito presa d’assalto dagli appassionati di cultura brianzoli, resterà aperta fino al prossimo 3 settembre.

Al “vernissage” erano presenti il sindaco Roberto Scanagatti, l’assessore alle Politiche culturali, Francesca Dell’Aquila, e il Conservatore dei Musei civici, nonché curatore della mostra, Dario Porta. Proprio quest’ultimo ha raccontato il percorso artistico dell’illustre monzese e alcuni aneddoti riguardanti le sue opere: “Mosè Bianchi è considerato il principale pittore di Monza dell’Ottocento. Era giusto celebrarlo aldilà del monumento che lo ricorda in piazza San Pietro Martire e delle intitolazioni che gli sono state dedicate di una via e di una scuola superiore. La mostra ‘Mosè Bianchi, ritorno a Monza’ intende rinnovare il legame identitario della città con lui riproponendo un corpus di opere, in parte appartenenti alla Galleria d’arte moderna di Milano, che dal 1954 al 1994 furono esposte nelle sale della Pinacoteca civica in Villa Reale. Altre cinque opere dell’artista sono state acquistate dal Comune di Monza nel 1987 sul mercato londinese e mai fatte vedere. Inoltre alla mostra si possono ammirare alcuni ritratti di personaggi monzesi realizzati dal maestro in età giovanile, tra cui quello del parroco di San Bartolomeo a Brugherio, Gian Andrea Nova, amico di famiglia, dipinto recentemente ritrovato proprio presso la chiesa principale della cittadina brianzola. E lì vicino, nella chiesa di Santa Maria Nascente e San Carlo, nel quartiere Sant’Albino di Monza, si trova uno dei più bei dipinti giovanili di Mosè Bianchi: la Comunione di San Luigi Gonzaga, una pala d’altare, esemplificata in mostra da un richiamo didascalico. Infine, le sale dei Musei civici espongono in permanenza opere di Mosè Bianchi fortemente relazionate a luoghi e figure cittadine, come il grande cartone preparatorio dell’affresco realizzato sul soffitto della Saletta Reale della Stazione ferroviaria di Monza o la scultura che ha ispirato la statua del pittore posta in piazza San Pietro Martire. Le opere esposte in mostra esemplificano il panorama dei soggetti pittorici preferiti dal maestro monzese.

Ai suoi tempi era stato criticato in quanto considerato eclettico. In realtà la sua era una straordinaria capacità tecnica. A cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento Mosè Bianchi frequentò i corsi di Giuseppe Bertini a Brera, dove ebbe modo di conoscere e confrontarsi con alcuni dei protagonisti della Scapigliatura milanese, incontri che si riveleranno determinanti nel suo affrancarsi dalla pittura di storia e dalla ritrattistica accademica che connotarono i suoi esordi giovanili. Nel 1867 la vincita del Concorso del Pensionato Pietro Oggioni per la pittura, indetto dall’Accademia di Brera, gli permise di soggiornare a Venezia e successivamente a Parigi, dove venne a contatto con la pittura imperante all’epoca nella capitale francese: una pittura spumeggiante, un po’ frivola. Da queste basi Mosè Bianchi elaborò una sintesi personale attenta alla ricostruzione ambientale e alla definizione psicologica dei personaggi, teatralmente messi in scena in sfondi allusivi di una realtà più immaginata che vera. La sua pittura mossa e a tocchi rapidi di colore e i suoi soggetti gradevoli, spesso di gusto aneddotico, incontrarono il favore del pubblico e gli assicurarono una grande notorietà a livello nazionale. Sul finire degli anni Settanta la ricerca di atmosfere particolari lo portò a Chioggia, dove soggiornò a più riprese e diede corso a un vasto repertorio di soggetti di ambientazione lagunare, carichi di suggestione luminosa e partecipazione emotiva. Furono anche gli anni in cui Mosè Bianchi mise a prova la sua capacità tecnica misurandosi con l’affresco. È del 1877 il ciclo di affreschi della Villa Giovanelli a Lonigo, ispirato a modi che la critica definì ‘neo-tiepoleschi’. Nel 1883 gli venne assegnato dal Comune di Monza il compito di affrescare il soffitto della Saletta Reale della Stazione ferroviaria. Altri due luoghi caratterizzarono l’attività del maestro monzese in età matura: Milano e Gignese, piccolo borgo montano affacciato sul Verbano. Il 1898 coincise con un periodo di difficoltà economiche e un ripensamento sulla propria opera. Accettò un incarico di docenza presso l’Accademia Cignaroli di Verona, assumendone ben presto la direzione. L’anno successivo Mosè Bianchi venne colpito da un ictus che lo lasciò infermo. Abbandonò Verona per Monza, dove ritrovò la cerchia famigliare di artisti che lo ebbero come maestro e riferimento: il fratello Gerardo, i nipoti Emilio Borsa, Pompeo Mariani, Rino Bianchi”.

 

mose-bianchi-3-musei-civici-mostraIl sindaco si è trovato di fronte un auditorium pieno, con molte persone in piedi: “Questa folta presenza testimonia l’interesse per questa mostra, l’ultima di questo quinquennio di Amministrazione, che è stata capace di proporre esposizioni di vario genere. Mosè Bianchi è la punta di diamante della pittura cittadina dell’Ottocento. Il ‘ritorno a Monza’ è un momento importante perché è il frutto della collaborazione tra il Comune e altri soggetti come il Gam di Milano”. In conferenza stampa Scanagatti ha rivelato che “si sta valutando di ampliare gli spazi espositivi dei Musei civici, occupando altri spazi della Casa degli Umiliati. In questo modo potremmo mostrare un po’ più di opere dell’enorme patrimonio comunale”. Riguardo al destino dell’ala nord della Villa Reale ha confermato che “oltre a diventare il museo di se stessa, ospiterà la Scuola di alta formazione, che speriamo sia rivolta alle materie del restauro e del recupero”.

 

L’assessore Dell’Aquila si è dichiarata “felice di concludere questi cinque anni di proposta culturale con una mostra che esalta l’identità monzese”.

mostra-mose-bianche-monzaSono stati organizzati anche alcuni eventi collaterali. Mercoledì 10 maggio, alle ore 21, si terrà in Sala conferenze l’incontro pubblico con Paolo Biscottini con tema “Mosè Bianchi e l’identità culturale di Monza”, a cura dei Musei civici di Monza in collaborazione con l’Associazione Amici dei musei di Monza e Brianza onlus. Venerdì 19 maggio, dalle 21 alle 23, ci sarà la Notte al museo; in occasione della Notte dei musei i ragazzi del Liceo artistico Preziosissimo Sangue e del Liceo artistico Nanni Valentini di Monza illustreranno ai visitatori le più belle opere di Mosè Bianchi; l’ingresso saràa tariffa ridotta speciale di 3 euro per tutti. Sabato 20 maggio, alle 15.30, è in programma “Mosè Bianchi e il suo mondo”, tour per famiglie con bambini dai 6 ai 10 anni con prenotazione obbligatoria. Domenica 21 maggio, alle 15.30, ci sarà “Mosè Bianchi, ritorno a Monza”, una visita guidata con prenotazione obbligatoria. Domenica 18 giugno, alle 10, è in programma “Dal museo alla città”, breve visita guidata alla mostra e percorso sulle tracce di Mosè Bianchi nel centro storico della città, con prenotazione obbligatoria. Giovedì 29 giugno, alle 21, si terrà nella Chiesa di Santa Maria Nascente e San Carlo l’evento “La Comunione di San Luigi Gonzaga”, incontro con Dario Porta e Paolo Polvara, quest’ultimo dell’Associazione Kairos di Brugherio.

La mostra è inserita nel percorso di visita del museo e il biglietto d’ingresso è unico e soggetto alla tariffazione ordinaria del museo (Intero 6 euro, Ridotto 4 euro). Sono previste esenzioni per particolari categorie di utenti. Sono inoltre attive alcune convenzioni con Enti e associazioni. La mostra è visitabile nell’orario di apertura dei Musei Civici. Per ulteriori informazioni è consigliabile consultare il sito www.museicivici.it, dove si può anche sfogliare il catalogo della mostra.

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