Sociale

I migranti ospiti a Carnate sono volontari per la comunità

Vengono da vari paesi e ora sono a Carnate. "Vogliamo far capire ai cittadini che possiamo contribuire al benessere della comunità", dicono.

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Accompagnano i bambini a scuola a piedi, hanno piantato dei nuovi alberi nelle vie centrali del paese, ora stanno disboscando una zona boschiva nell’area del mercato a Carnate. Non sono semplici volontari, bensì dei migranti, ospitati a Carnate.

Si tratta di 48 ragazzi, che arrivano da più parti del mondo: Guinea, Nigeria, Senegal, Mali e molti altri paesi. Li accomuna la voglia di fare qualcosa per la comunità, di rendersi utili: “Per noi è molto importante quello che stiamo facendo qui, ci aiuta a entrare in contatto con i cittadini italiani e a capire come comportarci con loro”, dice uno di loro.

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In Italia purtroppo c’è ancora il pregiudizio diffuso che molti di noi siano dei ladri, venuti nel vostro paese per portarvi via il lavoro. Facendo questi piccoli lavoretti vogliamo dimostrare che non è così” : queste le parole di Abdoulaye Keita. Keita viene dalla Guinea, è arrivato in Italia nel 2015, anche lui su un barcone. Nel suo paese d’origine è laureato in Gestione delle risorse umane; qui in Italia coordina il gruppo formato dai 48 ragazzi.

“All’inzio non è stato per niente facile: molti ragazzi non parlavano l’italiano, bensì i loro dialetti locali oppure il francese o l’inglese. Io stesso parlavo solo francese. Come gestire un gruppo se manca la comunicazione, come lavorare insieme? Inoltre, alcuni ragazzi hanno faticato ad accettare di lavorare come volontari: il concetto di volontariato in molti paesi non esiste, per ogni attività che si svolge si è ricompensati”, spiega.

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“Alla mattina facciamo vari lavori di volontariato, alla sera andiamo a scuola di italiano”, spiega uno dei nove ragazzi che stamattina, muniti di motoseghe e attrezzi da lavoro, stavano ripulendo una zona verde di Carnate, con l’aiuto di due volontari del Comune.

I ragazzi alloggiano nella “Residenza la stazione” a Carnate. La cooperativa sociale Aeris garantisce loro vitto e alloggio e li inserisce nei vari progetti. L’idea di mettere questi ragazzi a dispozione della comunità locale è dell’amministrazione di Carnate. Il primo cittadino carnatese, Daniele Nava, dichiara: ” ho fortemente creduto nel progetto e mi sono battuto in prima persona perché si realizzasse: oggi, posso dire di essere soddisfatto”.

Dopo alcuni mesi, le problematiche iniziali sono state risolte e i ragazzi lavorano in un clima di collaborazione positiva. Ma per loro questa soluzione è solo un punto di passaggio in un lungo percorso, nonostante affermino tutti di essere contenti di trovarsi in Italia e siano soddisfatti del lavoro di volontariato che stanno facendo. “Sogno di entrare in politica. Anche se per uno straniero non è facile: voi italiani avete un istruzione, una famiglia alle spalle, qualcuno che vi aiuti a inserirvi nel mondo del lavoro. Noi, arriviamo qua completamente soli, senza appoggi”, spiega Keita.

 

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