Politica

Monza, è polemica sul Pgt: ecco le osservazioni dei comitati

l documento è oggetto di discussione da parte delle associazioni che hanno presentato in Comune ben 84 osservazioni.

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Approvato lo scorso 7 luglio, il Pgt finisce sotto la lente di ingrandimento dei comitati. Il documento è infatti oggetto di discussione da parte del coordinamento di alcune associazioni di Monza che ha presentato in Comune ben 84 osservazioni poste tutte nero su bianco.

Uso parsimonioso delle aree libere, sfruttamento di aree già occupate, interventi in zone che favoriscano l’incremento della permeabilità del territorio: questi sono gli elementi  alla base della strategia di intervento proposta nel nuovo documento di programmazione territoriale licenziato dalla giunta Scanagatti.
Dopo il Libro Bianco ora giungono le 84 osservazioni presentate dai comitati cittadini che chiedono all’amministrazione comunale di approvare un PGT finalizzato ad un effettivo “zero consumo di suolo”, visti gli alti livelli raggiunti in Città e in Brianza.

«Una decina di Ambiti di Trasformazione (AT) del Documento di Piano, prevedono un consumo suolo pari a oltre 8 ettari (82.418 mq). E’ stato quindi chiesto che tali AT vengano invece tutelati e interamente destinati a verde. – spiegano i comitati – Una ventina di altri Ambiti di Trasformazione, pur su aree dismesse, vedono rilevanti quantità destinate ad uso residenziale, fino al 90%. Si è invece chiesto che la quantità di residenziale venga ridotta al 50%, a favore di una effettiva “mixitè funzionale”, considerata anche la situazione attuale del mercato edilizio che vede almeno 4.000 alloggi sfitti e circa 14.000 stanze non occupate. Non bisogna poi dimenticare che questa amministrazione, dopo la scadenza del Documento di piano del PGT 2007 (dicembre 2012) e prima dell’adozione del nuovo Piano (luglio 2016), in 4 anni, ha approvato ben 18 Piani attuativi (PA), di cui 12 su aree libere, che scaricheranno in futuro più di 300.000 metri cubi di nuova residenza in città (circa 3.000 nuovi abitanti e più di 1.300 nuovi appartamenti).
Se poi consideriamo anche i 440.000 metri cubi residenziali (altri 4.000 nuovi abitanti e 1.700 alloggi), autorizzati con titoli edilizi diretti dal 1/1/2008 al 31/12/2014 (dato neppure aggiornato al 2016), si capirebbe che il fabbisogno di nuova residenza in Città è già abbondantemente coperto, per più di 7 mila nuovi abitanti complessivi. Non vi è quindi un fabbisogno pregresso di nuova residenza da soddisfare».
Un discorso a parte il gruppo di monzesi (Legambiente Circolo di Monza, CCR Monza – Gruppo ambiente e territorio, GreenMan Monza, Comitato per il Parco A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito Monteverdi, Comitato via Monte Bianco, Comitato via Blandoria, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere S. Donato – Regina Pacis, Comitato viale Lombardia 246, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato di via Messa – Giordani) lo dedica al Parco e la Villa Reale di Monza. Con un’osservazione si è chiesto di prevedere esplicitamente la demolizione, almeno parziale, dell’anello di alta velocità (curve sopraelevate). «Pista in disuso da anni, deturpante 60 ettari del Parco particolarmente pregiati dal punto di vista paesaggistico, pista la cui demolizione è stata prevista da diversi studi e piani urbanistici, così come indicato dal PTC della Valle del Lambro e riproposto anche in un recente convegno dello stesso Partito di maggioranza che governa la Città».

Il Comitato di San Donato, ha chiesto di vincolare in modo esplicito il recupero dell’area ex Macello al trasferimento delle scuole Citterio e Bellani e alla realizzazione di strutture con funzioni formative.« Le scuole citate sono attualmente ospitate in edifici obsoleti, contenenti amianto ed in un avanzato stato di precarie condizioni di sicurezza e devono pertanto essere spostate. Il recupero dell’ex Macello deve garantire la ricollocazione di funzioni pubbliche di primaria necessità, quali le scuole e i servizi di quartiere, oltre che facilitare lo sviluppo di attività strettamente connesse ai poli interculturali».

Osservazioni che, ha detto dei comitati, non hanno la pretesa di risolvere tutti i problemi sollevati, ma vogliono essere un segnale per dimostrare che è “possibile un’idea diversa di città, più vivibile e più rispettosa dell’ambiente”.

(ultimo aggiornamento 18 novembre ore 13.23)

 

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