Politica

Monza, l’urbanistica sotto la lente dei comitati: “Troppo verde consumato!”

L'urbanistica di Monza finisce sotto la lente di ingrandimento dei comitati cittadini. Una analisi dettagliata, dove emergono dure critiche.

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L’urbanistica di Monza finisce sotto la lente di ingrandimento dei comitati cittadini. Una analisi dettagliata, ma semplice nelle parole, che i comitati monzesi hanno voluto racchiudere all’interno di un “Libro bianco” (scarica pdf). Un “dossier” realizzato con il solo scopo di rendere comprensibili a tutti gli interventi urbanistici ed edilizi che hanno cambiato, stanno cambiando, e cambieranno la fisionomia della città. Ma soprattutto per sollevare preoccupazioni, dubbi e critiche sulla variante generale al Piano di Governo del Territorio che non piace ai comitati di quartiere e alle associazioni ambientaliste.

Una radiografia della Monza che verrà così che nessuno, fra qualche anno,  possa dire: “Non lo sapevamo”. Un tour tra i quartieri della città di Teodolinda: da Sant’Albino a San Donato, da San Carlo, San Giuseppe a Triante, passando per via Lecco, Blandoria e Cazzaniga. Sotto la lente di ingrandimento dei comitati sono finite sia le scelte della ex giunta di Marco Mariani (Lega Nord), sia di quella attuale guidata da Roberto Scanagatti (Pd): «Luci e ombre dell’attuale politica urbanistica in città che, accanto a scelte condivisibili finalizzate alla tutela di ampie aree agricole cittadine, vede una corposa serie di piani attuativi approvati (12) e molti altri (8) il cui iter è in corso, al di fuori di indirizzi chiari e soprattutto condivisi con i cittadini» spiega Giorgio Majoli, portavoce del coordinamento.

monza libro bianco città incontro pubblico mb2Il dato di partenza sviscerato nel corso dell’incontro pubblico avvenuto ieri, 28 ottobre, all’Urban Center, sono i metri cubi di residenziale e commerciale che investirà la città nei prossimi anni. «La parola d’ordine “riduzione del consumo di suolo” è quasi subito contraddetta, per esigenze finanziarie contingenti, dal rilascio dell’autorizzazione a costruire una nuova Esselunga (e due torri per uffici) su un’area particolarmente sensibile, perché posta ad interrompere una fascia verde est-ovest che avrebbe potuto collegare il Parco di Monza con il Parco della Cavallera, fascia peraltro inserita dal PTCP nella rete verde di ricomposizione paesaggistica , cui segue il rilascio dell’autorizzazione ad Aruba che interrompe a sua volta “il corridoio del margine pianura est” dello stesso PTCP – prosegue Majoli- C’è poi il caso dell’Ex Feltrificio Scotti: qui si parla ancora di residenziale per il 73% della destinazione d’uso. Era proprio necessario? Inoltre, è proprio necessari o questa tipologia di edifici? Ci sembra che proprio adesso che la villa reale è stata ristrutturata e resa agibile, si potesse provare a preservare anche lo stile originario delle abitazioni lungo il viale Cesare Battisti, ispirate al cosiddetto stile Marguerite.»

La soluzione auspicata dai comitati? “Reinserire le aree dismesse nel ciclo produttivo dovrebbe essere il primo obiettivo da perseguire – si legge nel Libro Bianco -, magari per nuove forme di organizzazione del lavoro (es. coworking; start up), ma anche per servizi pubblici e privati “open space” che possono dare nuova vita al costruito”.

Presente in aula l’assessore Colombo che però non è intervenuto per replicare alle critiche che comitati.

L’incontro è stato promosso da : Comitato di via Blandoria – Comitato di via Monte Bianco – Comitato quartiere Sant’Albino – Comitato del quartiere San Donato e Regina Pacis- Comitato di via Boito Monteverdi – Comitato Valsugana Verde – Comitato Basta Cemento – Comitato San Carlo e San Giuseppe e dalle Associazioni: Legambiente Circolo di Monza – CCR Gruppo ambiente e territorio – GreenMan Monza – Comitato per il Parco A. Cederna.

 

 

 

 

 

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