Monza, combattere contro le malattie rare. Intervista ad Alberto Bozzetti

Bozzetti-Alberto-S.Gerardo-MBUn'eccellenza tra le eccellenze. È questo il sunto che meglio descrive il reparto di Chirurgia Maxillo Facciale dell'ospedale San Gerardo di Monza, diretto da Alberto Bozzetti. L'equipe, circa 10 persone tra medici universitari, ospedalieri, specializzandi e studenti, conduce lo stesso dipartimento anche all'ospedale Niguarda di Milano per, come ci spiega lo stesso Bozzetti, «garantire uniformità di trattamento e prestazioni di alto livello a costo ridotto».


Bozzetti-Alberto-S.Gerardo-MBUn’eccellenza tra le eccellenze. È questo il sunto che meglio descrive il reparto di Chirurgia Maxillo Facciale dell’ospedale San Gerardo di Monza, diretto da Alberto Bozzetti. L’equipe, circa 10 persone tra medici universitari, ospedalieri, specializzandi e studenti, conduce lo stesso dipartimento anche all’ospedale Niguarda di Milano per, come ci spiega lo stesso Bozzetti, «garantire uniformità di trattamento e prestazioni di alto livello a costo ridotto».

Dottore, ci presenti il reparto.

Sono tre le macro-aree della nostra unità di cura: traumatologia, tumori della faccia e della bocca e malformazioni dell’adulto e infantili; un aspetto, quest’ultimo, che caratterizza fortemente l’ospedale San Gerardo di Monza, in quanto sono pochissimi i centri a livello nazionale che offrono cure per queste malattie decisamente rare. Arrivano pazienti da tutta Italia.

Quanti sono i casi all’anno?

Basti pensare che tutti i venerdì, in regime di ambulatorio, visitiamo tra i 35 e i 40 bambini e nel 2010 abbiamo effettuato circa 150 operazioni, si tratta di interventi delicati e lunghi, che necessitano di cooperazione tra specialisti e che durano anche 10 ore.

Bozzetti-Alberto-MBQuanto e come è cambiata la chirurgia negli ultimi anni?

Molto. Negli ultimi 20 anni, specialmente in ambito oncologico, la microchirurgia ha permesso ai pazienti di sottoporsi a interventi delicati senza essere sfigurati o danneggiati in modo evidente. E ancora, l’avvento della tecnologia, le tac e la risonanza magnetica hanno rappresentato un grande passo avanti, insieme al navigatore che, in un certo senso, guida le nostre mani durante le operazioni.

E per il futuro? Quali le novità in arrivo?

Una grossa spinta la darà, presumibilmente, l’implementazione della tecnologia. Per quanto concerne le cellule staminali, invece, in questo ramo della medicina, come in molti altri, la fase è ancora sperimentale.

Quanto è importante il lavoro in team? Specialmente nell’affrontare malattie rare e che colpiscono i più piccoli.

Moltissimo. Qui al San Gerardo, in particolare, è possibile interagire e avvalersi del sostegno di specialisti affermati e di effettuare un vero e proprio lavoro di squadra. Ci tengo anche a sottolineare l’eccezionale bravura dei miei collaboratori e degli studenti specializzandi in Chirurgia Maxillo-Facciale: tutti capaci, colti e con grande voglia di lavorare.

 

*Pubbliredazionale

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