Un menù in onore di Enzo Ferrari

“Ci sono due modi classici di morire: di fame e di indigestione”, Enzo Ferrari

Arriva il Gran Premio di Formula Uno. Un appuntamento sportivo d’eccezione che mette Monza al centro del Mondo. Motori, velocità, competizione: in una parola sola PASSIONE. Come passione è quella per la buona tavola, per le cose genuine, per i prodotti della propria terra. Prodotti e riti di “casa sua” che Enzo Ferrari, pur essendo un personaggio di levatura mondiale, amava e non abbandonava mai. Il primo e l’ultimo dipendente della Ferrari era Ferrari stesso.


“Ci sono due modi classici di morire: di fame e di indigestione”, Enzo Ferrari

Arriva il Gran Premio di Formula Uno. Un appuntamento sportivo d’eccezione che mette Monza al centro del Mondo. Motori, velocità, competizione: in una parola sola PASSIONE. Come passione è quella per la buona tavola, per le cose genuine, per i prodotti della propria terra. Prodotti e riti di “casa sua” che Enzo Ferrari, pur essendo un personaggio di levatura mondiale, amava e non abbandonava mai. Il primo e l’ultimo dipendente della Ferrari era Ferrari stesso.

La giornata tipo di Enzo Ferrari era caratterizzate da tipiche usanze italiane con centralità nei confronti della famiglia e del vicinato. La mattina faceva colazione con una tazza di caffellatte bollito col pane che la sera precedente la moglie Laura o Peppino, il suo autista, avevano preso nelle “sue” campagne di Maranello. Qualche volta si concedeva la ciambella della signora Rina, la sua governante. Un semplice esempio che dice della semplicità del Drake nel suo aspetto più intimo, il valore che lui attribuiva alle persone all’interno di quella che può essere definita la sua “ristretta cerchia di fiducia”, i famigliari, l’autista, la governante. Ferrari ha corso tanto ma non ha mai inseguito il piacere della tavola dell’accezione ostentativa del termine ma ne ha valorizzato la funzione, ossia dell’alimentazione, nell’aspetto basilare e fisiologico, tant’è che consumava latte fresco delle “sue” campagne, il pane delle “sue” donne o la ciambella della “sua” signora Rina. Facile immaginare che le uova fossero raccolte nei pollai sotto casa.
Il Mezzogiorno era caratterizzato, manco a dirlo, da un’alimentazione sana ed equilibrata, utilizzando tipicità modenesi. Il riso e olio extra vergine d’oliva e una bistecchina ai ferri il tutto accompagnato da un po’ di acqua naturale e un calice di vino tipico locale. Spesso e volentieri si concedeva anche alla pasta fresca ripiena accompagnata da pomodoro crudo e basilico e se saltava la bistecchina ai ferri anticipava la pasta con due fettine di prosciutto crudo modenese. La sera preferiva cenare a casa con la signora Laura e Dino, concedendosi prevalentemente qualcosa di caldo e liquido perché era convinto della valenza riequilibrante delle minestre brodose sull’apparato gastrointestinale; se per una regione qualsiasi non c’era armonia a casa preferiva recarsi a mangiare da “Oreste” noto ristorante della zona (perché aveva bisogno di parlare e di incontrare gente tant’è che spesso invitava un suo collaboratore a cena) di cui esaltava le piccole attenzioni e la sua grandezza nella piccole cose.

Per questo ho pensato e realizzato un menu in onore di Enzo Ferrari, immaginando di poterlo virtualmente avere al tavolo del mio ristorante.

Entrata
Foglie di spinaci cucinati al vapore con vele di prosciutto crudo e dadi di pane gratinati col parmigiano reggiano

Minestra asciutta
Riso carnaroli cucinato col brodo di gallina e mantecato con fonduta di parmigiano e olio extra vergine da noi aromatizzato con foglia di pomodoro

Seconda portata
Tagliata di costata di bovino adulto nazionale frollata per 50 giorni accompagnata da rossi pomodori gratinati

Dessert
Dolce della signora Rina

Biscotto ottenuto con uova fresche e burro padano aromatizzato con bacche di vaniglia da intingere in crema inglese striata da purea di fragole fresche.

Vincenzo Butticè, Love & Passion

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