Metalmeccanico. Sindati: «la crisi in Brianza non è ancora finita, anzi…»

metalmeccanicoLa crisi continua a farsi sentire nel metalmeccanico brianzolo. A dichiararlo la Fim Cisl Brianza che tiene sotto controllo con monitoraggio costante il settore. A fine primo quadrimestre 2010 sono 181 le aziende industriali che stanno soffrendo con un totale di 10.233 addetti di cui 7.152 coinvolti nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali.


metalmeccanicoLa crisi continua a farsi sentire nel metalmeccanico brianzolo. A dichiararlo la Fim Cisl Brianza che tiene sotto controllo con monitoraggio costante il settore. A fine primo quadrimestre 2010 sono 181 le aziende industriali che stanno soffrendo con un totale di 10.233 addetti di cui 7.152 coinvolti nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

{xtypo_rounded_right2}Dettaglio

Usano la CIGO
129 aziende
con 4494 addetti coinvolti
Usano la CIGS

45 aziende
Cin 2174 addetti conivolti
Mobilità
11 aziende
484 addetti coinvolti{/xtypo_rounded_right2}

«Paragonando questi dati a quelli del primo trimestre del 2009 (arco temporale non perfettamente coincidente ma pur sempre utili ndr) – spiega in una nota Gianluigi Redaelli Fim Cisl Brianza – si rileva una diminuzione del numero delle aziende e degli addetti coinvolti. Pur in una rilevazione non definitiva e in difetto, rimangono però numeri ancora importanti a testimoniare che la crisi non è ancora finita, anzi. In molte di queste aziende si sono fatti più di un accordo per la gestione degli ammortizzatori, in qualche caso con passaggio dalla cassa ordinaria alla cassa straordinaria per superamento del periodo massimo utilizzabile della ordinaria. Nell’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, si rileva una diminuzione del numero delle aziende, ma si registra un aumento dei lavoratori complessivamente coinvolti e si è fatto maggiore ricorso alla cassa integrazione in deroga per quelle aziende che hanno di fatto esaurito gli strumenti di ammortizzatori “ordinari».

Ma la crisi del metalmeccanico va poi anche estesa alle aziende artigiane che nel periodo preso a riferimento, ha visto coinvolte 192 aziende con 1.024 addetti e 915 lavoratori interessati dalle casse integrazioni in deroga. I sindacati evidenziano poi anche il problema di tutti i lavoratori “precari”, come quelli con il contratto a termine che alla scadenza non è stato rinnovato e sottolineano i casi di lavoratori che hanno visto diminuire il loro reddito e fatto ricorso ai fondi della Caritas o ai servizi sociali dei comuni

«Si sta tentando, nonostante le grosse difficoltà dovute all’eccezionalità di questa crisi e il massiccio ricorso agli strumenti, di mantenere una tenuta occupazionale dentro le aziende, cercando di evitare il più possibile il ricorso della mobilità (licenziamenti collettivi), anche se in diverse realtà si sta facendo evidente la voglia di ricorrevi da parte delle aziende» – concludono i sindacati.

 

 

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