Crisi a Concorezzo: lettera aperta Della Fiom Cgil Brianza per il caso Universalfor

cgil_logoLa Fiom Cgil di Monza e Brianza scrive una lettera aperta a istituzioni e cittadini per denunciare pubblicamente la grave situazione nella quale si trovano, da mesi, i lavoratori della Universalfor di Concorezzo. Dall’inizio del 2009 l’azienda, nella quale lavorano circa trenta dipendenti, deve fare i conti con difficoltà economiche legate a un calo di ordinativi e, quindi, di fatturato, per effetto della durissima crisi che ha investito tutto il Paese. Per questo l’azienda ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, in particolare alla cassa integrazione guadagni ordinaria.


cgil_logoLa Fiom Cgil di Monza e Brianza scrive una lettera aperta a istituzioni e cittadini per denunciare pubblicamente la grave situazione nella quale si trovano, da mesi, i lavoratori della Universalfor di Concorezzo. Dall’inizio del 2009 l’azienda, nella quale lavorano circa trenta dipendenti, deve fare i conti con difficoltà economiche legate a un calo di ordinativi e, quindi, di fatturato, per effetto della durissima crisi che ha investito tutto il Paese. Per questo l’azienda ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, in particolare alla cassa integrazione guadagni ordinaria.

“Dopo una prima fase –si legge nella lettera, firmata dal sindacalista Moreno Rezzano-, che aveva visto la condivisione dei problemi e il raggiungimento di un accordo tra le parti, sono sorte una serie di complicazioni, che hanno portato a un progressivo irrigidimento delle relazioni sindacali. In particolare, all’obiezione da noi posta sulla rotazione del personale interessato alla cassa, così come previsto dall’accordo, l’azienda ha manifestato una totale chiusura sulla gestione della stessa. Tale obiezione era motivata da un utilizzo a nostro giudizio discriminatorio di questo strumento, essendo sospesi dal lavoro in particolare lavoratori appartenenti alle categorie protette”.

In seguito alle richieste di proroga della cassa, l’azienda ha anche manifestato l’indisponibilità ad anticipare quanto dovuto dall’INPS, dichiarando di essere in attesa dell’autorizzazione dell’Istituto di previdenza. Questa ulteriore chiusura ha comportato il mancato accordo su tutte le richieste di proroga. A pagare maggiormente questa situazione sono, da un punto di vista economico, due lavoratori diversamente abili, che dallo scorso febbraio sono sospesi dal lavoro e da aprile non percepiscono alcuna retribuzione.

“Lo scorso 9 novembre –continua Rezzano- abbiamo appreso dalla sede INPS competente di Milano Corvetto che il periodo di cassa integrazione ordinaria per i mesi di maggio, giugno e luglio 2009 è stato autorizzato in data 3 novembre. Questo avrebbe dovuto comportare il pagamento delle relative spettanze arretrate, secondo il meccanismo del recupero dei contributi”. Ad oggi, però, l’azienda afferma di non sapere nulla e rifiuta di pagare i dipendenti.

“Scriviamo questa lettera – spiega Rezzano – nella speranza di una vostra presa di posizione riguardo questo grave episodio e comunque per senso di giustizia e per il dovere sindacale di denunciare un comportamento inaccettabile, che ha come conseguenza pratica quella di far pagare il prezzo di una crisi economica drammatica alle categorie socialmente più deboli”.

 

 

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