Arcore, l’impatto della crisi economica sulla Piramide lavoro

laboratorio-1Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata al nostro quotidiano dalla cooperativa "La Piramide Lavoro". "Abbiamo deciso di scrivere questa lettera per sottoporre all'attenzione della comunità l'impatto della crisi economica sulla cooperativa sociale Piramide Lavoro. La Piramide Lavoro è una cooperativa sociale di tipo B costituita nel 1988 dall'Associazione del volontariato di Arcore con un gruppo di genitori di ragazzi diversamente abili, con il supporto delle parrocchie e del Comune.


laboratorio-1Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata al nostro quotidiano dalla cooperativa “La Piramide Lavoro”. “Abbiamo deciso di scrivere questa lettera per sottoporre all’attenzione della comunità l’impatto della crisi economica sulla cooperativa sociale Piramide Lavoro. La Piramide Lavoro è una cooperativa sociale di tipo B costituita nel 1988 dall’Associazione del volontariato di Arcore con un gruppo di genitori di ragazzi diversamente abili, con il supporto delle parrocchie e del Comune.

Ai sensi delle legge 381/91 ha come finalità principale la promozione integrale della persona umana in situazione di disagio e la valorizzazione di tutte le sue potenzialità attraverso l’esperienza lavorativa.
Attualmente occupa o 10 persone svantaggiate, che vivono la condizione della disabilità e del disagio psichico, e sette operatori, più due ragazzi in tirocinio.
Queste persone sono impegnate in diverse attività: l’assemblaggio conto terzi del Laboratorio, il Tendone solidale (mercato dell’usato), che si trovano in via Buonarroti vicino alla Peg, la Serra di via Trento e Trieste, giardinaggio, sgomberi, alcuni servizi per il Comune e, ultimamente, il multiservice rivolto ai privati (imbiancature, piccoli traslochi, montaggio mobili, riparazioni domestiche).
Il settore trainante è sempre stato l’assemblaggio, ove tanti volontari e alcuni operatori affiancano i ragazzi disabili inseriti nella produzione (la famosa piramide: tanti, che sostengono pochi).
Questo settore è entrato in profonda crisi a fine 2008, con molte aziende clienti in cassa integrazione e un calo drastico delle commesse. Il che ci ha obbligati a lasciare a casa tutti i volontari, diurni e serali, a partire da gennaio 2009, per far sì che, almeno per i ragazzi storici assunti, restasse un po’ di lavoro. Le minori entrate del laboratorio, sono state solo parzialmente compensate da un aumento del lavoro del Tendone e dei servizi esterni, occupazioni che peraltro possono essere svolte dai dipendenti normodotati.
La situazione in cui si trova la Piramide Lavoro fa intravedere una grave perdita nel 2009 e, in assenza di una ripresa economica, il rischio di un ulteriore peggioramento.
Nonostante la gravità della situazione non abbiamo pensato a riduzione del personale, all’uso della cassa integrazione, o a un calo delle ore di lavoro lasciando a casa i ragazzi qualche giornata (come stanno facendo altre cooperative).
Per occupare le persone, a inizio anno abbiamo anche svolto gratuitamente alcuni servizi di pubblica utilità, come la spalatura della neve al cimitero, proponendoci ai cittadini per il multi service (imbiancature, piccoli traslochi, montaggio mobili, riparazioni domestiche, volantinaggio), anche se i ragazzi più in difficoltà non sono in grado di svolgere queste attività nel modo più efficace.
Per evidenziare la situazione abbiamo chiesto un incontro all’amministrazione comunale, al quale abbiamo chiesto un incontro.
Vorremmo peraltro richiamare l’attenzione su due accordi per la promozione e il sostegno delle cooperative di tipo B, che riguardano anche il nostro territorio.
Il primo, sottoscritto nel 2005, tra l’Assemblea del Terzo Settore del vimercatese e del trezzese e Offertasociale, l’azienda speciale cui partecipa anche il Comune di Arcore.
Il secondo, sottoscritto nel 2007, tra le cooperative sociali di tipo B e i comuni dell’Asl 3 di Monza (ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 328 del 2000). Questo prevede che i comuni riservino alle cooperative di tipo B, “anche associate in Consorzio, almeno una quota compresa tra il 5% e il 30% degli stanziamenti del proprio bilancio per la fornitura di servizi diversi da quelli socio-sanitari ed educativi di importo unitario inferiore alla soglia comunitaria “.
Alla comunità nel suo complesso, chiediamo di supportarci nella ricerca di commesse e di lavori da svolgere.
Al Comune chiediamo di mantenere i rapporti in atto e di proseguire un confronto sulla possibilità di forme di collaborazione su altri servizi.”

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