Baby gang: violente e spregiudicate. Tra i reati risse percosse e lesioni

Da una una indagine, ecco la mappa del crimine giovanile a Monza e Brianza
Il triste fenomeno delle baby gang sono al centro del dibattito pubblico. Anche Monza e Brianza, soprattutto negli ultimi anni, non sono mancati i fatti di cronaca aventi proprio dei giovanissimi come protagonisti. Composte da meno di 10 individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa fra i 15 e i 17 anni, nella maggior parte dei casi i membri delle gang sono italiani, mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri o senza una nazionalità prevalente sono meno frequenti. Sono violenti, spregiudicati: tra i reati più frequenti le risse, le percosse e le lesioni. A farla da padrone, poi, il bullismo, il disturbo della quiete pubblica e gli atti vandalici. Meno frequenti, e di solito commessi da gruppi più strutturati, sono lo spaccio di stupefacenti o reati appropriativi.

Questa la fotografia scattata da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica di Milano, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e dell’Università degli Studi di Perugia.
” I dati hanno evidenziato situazioni di marginalità o disagio socioeconomico per molti dei componenti delle gang giovanili. Tuttavia, questa condizione non è sempre verificata, specialmente per alcuni gruppi a prevalenza italiana” si legge nel rapporto.
“Tra i fattori che spingono i giovani ad aderire ad una gang giovanile sono particolarmente rilevanti: rapporti problematici con le famiglie, con i pari o con il sistema scolastico, difficoltà relazionali o di inclusione nel tessuto sociale e un contesto di disagio sociale o economico. Influente è anche l’uso dei social network come strumento per rafforzare le identità di gruppo e generare processi di emulazione o auto- assolvimento”.

LE BABY GANG A MONZA E BRIANZA: FATTI DI CRONACA
Si recente le stazioni della provincia brianzola sono diventate sorvegliate speciali da parte delle Forze dell’Ordine. Controlli straordinari con un focus sui giovani: dopo la recente ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di alcuni minorenni autori di rapina sui treni e nelle stazioni della Brianza, sale l’asticella dei controlli per il pericolo “baby gang”.
Dopo mesi di terrore, lo scorso 3 settembre, i Carabinieri hanno preso 4 componenti del branco che aveva messo a segno diverse rapine sui treni della Brianza. Calci, pugni, persino coltelli: spregiudicati e indifferenti alle più elementari regole della società civile, prima sceglievano la loro vittima, solitamente coetanea, e una volta circondata la aggredivano per derubarla di soldi, cellulari e indumenti griffati.
Sarebbero responsabili di almeno cinque rapine, alcune anche a mano armata, tre delle quali avvenute a Seregno ai danni di minorenni, i quattro infradiciottenni colpiti da un’ordinanza di misura cautelare in carcere, che agivano sistematicamente nei pressi degli snodi ferroviari e a bordo di convogli in servizio tra i comuni di Seregno e Monza. I furti potrebbero essere però molti di più.
L’attività investigativa dell’Arma aveva permesso di attestare l’esistenza di un vero e proprio sodalizio criminale composto da minorenni (due di nazionalità italiana, uno marocchina e uno egiziana) i quali, supportati dalla forza intimidatoria del branco, agivano attorniati anche da altri giovani del gruppo (circa una decina in tutto).

A Desio, poi, baby gang in azione all’ingresso del liceo: volevano fare razzia di smartphone e soldi. Arrestati dai Carabinieri, lo scorso giugno, due minori, seminavano il panico tra i coetanei armati di coltello da cucina. I militari hanno arrestato in flagranza di reato due 16enni residenti in Brianza. Tentata rapina aggravata dall’uso delle armi è l’ipotesi accusatoria.
Ad aprile, invece, un gruppo di giovanissimi era finito nei guai a Monza. Rapine, risse, brutali aggressioni: questo faceva la baby gang, di notte, prendendo di mira il malcapitato di turno. A scatenare la furia del branco poteva essere il rifiuto di offrire un drink, una sigaretta, o un semplice sguardo di troppo. Talvolta armati di tirapugni e bottiglie di vetro, si scagliavano contro la vittima, circondandola e colpendola ripetutamente. 13 indagati: 10 sono minorenni.