Monza, Cgil Cisl Uil Brianza: all’Urban Center uno spettacolo contro la violenza di genere

26 novembre 2018 | 10:49
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Monza, Cgil Cisl Uil Brianza: all’Urban Center uno spettacolo contro la violenza di genere

I coordinamenti donne Cgil Cisl Uil continueranno con il loro lavoro di informazione e denuncia per l’eliminazione della violenza contro le donne nei luoghi di lavoro e nel territorio.

Cgil Cisl Uil della Brianza promuovono a Monza questa iniziativa in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’appuntamento è fissato a martedì 27 novembre con Inviolabile, spettacolo teatro-danza di Irene Carossia. Lo spettacolo inizierà alle 14 al Teatro Binario 7 di via Turati 8; è previsto un intervento di Cristina Carelli, componente del Consiglio direttivo di Donne in rete contro la violenza.

70 sono le donne uccise da gennaio 2018. Uccise. Da mariti, fidanzati, spasimanti … per oltre il 90% dei casi. Uccise da qualcosa che gli assassini (e, troppo spesso, anche le vittime) si ostinano a chiamare amore. La morte arriva dopo storie di pregresse violenze: fisiche, psicologiche, stalking. Ricordiamo che in circa la metà dei casi la vittima aveva denunciato l’autore, senza tuttavia ottenere una “protezione” idonea a salvarle la vita.

Ai numerosi tipi di violenza in famiglia e non, che hanno riguardato il 31,5% delle donne tra i 16-70 anni, sono da aggiungere le donne che hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro che rappresentano l’8,9% delle lavoratrici attuali o passate.

La violenza sulle donne ha radici profonde storiche e culturali. Ha radici in un’idea di società modellata sul potere patriarcale che, ancora oggi, considera le donne non pari in valore e dignità. Molta strada è stata fatta: leggi, piani d’azione nazionali e territoriali, Carte internazionali, interventi nelle scuole, accordi sui luoghi di lavoro. Operatori delle forze dell’ordine capaci di “vedere” e di intervenire con maggiore efficacia; medici e psicologi che, negli ospedali, si sono inventati spazi di accoglienza per le donne ferite, uomini che hanno il coraggio di mettere in discussione la loro “normalità”, giornalisti più attenti a trovare le parole giuste, negli articoli come nei titoli, per raccontare la violenza senza provocare nuovi abusi. Molta strada dobbiamo ancora fare.

Il clima di intolleranza e di violenza verbale che sembra, oggi più di ieri, permeare tutti i luoghi della convivenza, non aiuta però ad andare in questa direzione. E siamo preoccupate anche su altri fronti, perché abbiamo purtroppo imparato che le conquiste delle donne non sono per sempre! Soprattutto quando tentativi di cambiamenti, che leggiamo come ritorni al passato, fanno leva su concetti che pensavamo sepolti “l’immigrazione diluisce l’identità”, “sostenere la maternità altrimenti nel 2050 ci estinguiamo come italiani”.

Come se avere dei figli fosse un problema di razza, e non di un diritto di madri e padri di costituire con gioia e serenità una famiglia senza che questo significhi, soprattutto per le donne, fare salti mortali per conciliare vita e lavoro o peggio ancora essere discriminati.

Ciclicamente, si ritorna a mettere in discussione la legge 194, che vorremmo invece applicata anche per quanto concerne la prevenzione alla piaga dell’aborto, attraverso il rafforzamento dei consultori e l’educazione sessuale e sentimentale per ragazze e ragazzi nelle scuole.

È a rischio il congedo di paternità, quattro giorni obbligatori per nascita del figlio, in sperimentazione per il 2018. Occorre rendere strutturale tale misura che rischia di saltare totalmente se non verrà rifinanziata: per far ripartire le nascite e l’occupazione femminile occorre anche condividere le responsabilità in famiglia!

E infine, cosa dire del Decreto Pillon? Con una legge di riforma, partendo da un concetto pur condivisibile, la pari responsabilità dei genitori in caso di separazione, si considerano i minori dei “pacchetti” da suddividere equamente tra madre e padre, per non parlare di quei casi in cui le separazioni avvengono anche per comportamenti violenti; nel migliore dei casi, calpesta in modo irrimediabile i diritti dei figli, che non potranno più scegliere.

Per tutto questo, i coordinamenti donne Cgil Cisl Uil continueranno con il loro lavoro di informazione e denuncia nei luoghi di lavoro e nel territorio.