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Ecco come agiva il piromane di Muggiò: nel mirino chiese e auto in sosta

15 novembre 2022 | 10:37
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Ecco come agiva il piromane di Muggiò: nel mirino chiese e auto in sosta
Un frame delle telecamere

Agiva di notte, completamente vestito di nero e con il volto coperto da un passamontagna. Era diventato l’incubo di Muggiò

Agiva di notte, completamente vestito di nero e con il volto coperto da un passamontagna. Era diventato l’incubo di Muggiò: per mesi ha gettato nel panico il paese brianzolo appiccando fuoco ai portoni delle chiese e danneggiando le auto in sosta. A porre fine all’escalation di roghi i Carabinieri di Desio che, anche grazie ai filmati girati dalle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a dargli un volto. Si tratterebbe di un 30enne italiano residente del posto.

Piromane chiese Muggiò

Le indagini sono partite nel 2021 quando nel mirino del piromane era finita la chiesa di San Carlo. Il modus operandi era per lui una sorta di “firma“: liquido infiammabile all’ingresso e poi la fiammata. In quell’occasione fortunatamente il rogo si era estinto da solo nel giro di qualche minuto, senza causare ulteriori danni. Ad accorgersi dell’accaduto un residente che aveva prontamente allertato i militari dell’Arma.

Non è risultato del tutto facile risalire all’individuo ma, dalla visione dei frame, gli investigatori hanno avanzato una prima idea che il piromane potesse risiedere nel territorio e che si spostasse con un’auto.

Da allora gli incendi si sono susseguiti sempre con le stesse modalità. A farne le spese anche le auto parcheggiate in sosta, vandalizzate nelle fiancate e con le gomme bucate (circa una 30ina). Nell’agosto 2021 avrebbe agito nella Chiesa San Francesco; a gennaio e marzo 2022 nella Chiesetta di Santa Maria delle Grazie, nel Santuario della Madonna del Castano, dove aveva imbrattato il portone con scritte blasfeme, e della Chiesa Sacro Cuore di Gesù a Lissone.

Il caso era finito anche agli onori della cronaca nazionale quando Matteo Salvini, oggi Ministro delle Infrastrutture, aveva espresso il suo sconcerto con un post su Facebook.

Un piano “perfetto” smontato dai Carabinieri quando hanno colto sul fatto il 30enne. Dalle ricerche eseguite nella sua abitazione i militari hanno rinvenuto elementi inconfutabili riconducenti alle azioni criminali commesse.

Indagini ancora in corso, delegate dalla Procura di Monza, che vedono anche la convocazione di tutte le parti offese coinvolte.