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I 100 anni dell’Autodromo, il centro di Monza si riempie di auto e moto storiche

17 settembre 2022 | 18:35
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I 100 anni dell’Autodromo, il centro di Monza si riempie di auto e moto storiche

In piazza Trento e Trieste oltre 100 veicoli d’epoca hanno attirato l’attenzione di curiosi ed appassionati. La manifestazione del club MonzaAutoMotoStoriche ha ricordato anche gli anni epici del Tempio della Velocità.

Monza. Il circus della Formula 1, con il rombo dei motori, le centinaia di migliaia di tifosi e appassionati, il Fuori Gp e i mastodontici camion delle scuderie automobilistiche, ha lasciato Monza ormai da una settimana. Ma il 2022 è un anno diverso dagli altri. Perché i festeggiamenti per i 100 anni dell’Autodromo, che fu inaugurato il 3 settembre del 1922, continuano a creare in città un’atmosfera fatta di ruote, piloti, asfalto e storie leggendarie.

Così, nella magia di un passato che perdura in un eterno presente, il 17 settembre oltre 100 veicoli storici hanno inondato di colori e forme aerodinamiche piazza Trento e Trieste. Nel pieno centro di Monza, infatti, il M.A.M.S.(MonzaAutoMotoStoriche), club legato all’Associazione Sportiva Amici dell’Autodromo e del Parco e federato ASI (Automotoclub Storico Italiano), ha voluto in questo modo rendere il suo omaggio all’Autodromo e a quello che rappresenta nel mondo. Per gli appassionati di motori e non solo.

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LA STORIA VIAGGIA SULLE RUOTE

Tra le 134 vetture e moto d’epoca iscritte alla manifestazione denominata “Centopercento”, che poi ha premiato i possessori delle auto e moto più votate dal pubblico di questa mostra a cielo aperto, c’erano naturalmente diversi modelli della Ferrari, come la 365 GTB degli anni Sessanta o la più recente F355 Berlinetta. Il Cavallino rampante, però, non è stato l’unico ad attirare l’attenzione di famiglie, bambini, esperti ed appassionati del settore, provenienti un po’ da tutta la Lombardia.

“Tra i tanti mezzi in esposizione, prodotti tra gli anni Venti del 1900 fino al primo decennio del Duemila, che hanno riempito piazza Trento e Trieste, mi piace ricordare in particolare una Lancia Aprilia decappottabile del 1940 di cui esistono pochi esemplari e un’Alfa Romeo 6c 2300 cabriolet color castagna degli anni Trenta” spiega Luigi Ubezio, presidente del club MonzaAutoMotoStoriche.

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“Siamo molto soddisfatti  di essere riusciti ad organizzare “Centopercento”, dell’adesione che ha avuto e dell’interesse che ha suscitato – continua – grazie anche alla collaborazione dell’Interclub Lombardia, all’amministrazione comunale di Monza, che ci ha appoggiato prima con la Giunta Allevi, poi con quella Pilotto, siamo andati ben oltre i 50-60 veicoli che di solito si riescono a radunare in queste occasioni”.

L’AUTODROMO TRA PASSATO E FUTURO

L’evento motoristico non ha vissuto soltanto della curiosità di chi, magari durante la passeggiata di un soleggiato sabato mattina di fine estate, si è fermato in centro ad ammirare la bellezza e la potenza di auto e moto storiche. C’è stato, infatti, anche un momento più istituzionale, rappresentato dall’incontro ‘Storie fra Monza, la Brianza e l’Autodromo’.

L’appuntamento, che si è svolto nell’Aula Magna del Liceo Classico Bartolomeo Zucchi, un altro pezzo di storia di Monza con i suoi 150 anni, ha visto la partecipazione di vari personaggi locali, ex piloti, meccanici, commissari sportivi e giornalisti, protagonisti, in anni diversi, delle vicende del “Tempio della Velocità”.

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Fil rouge del racconto di un secolo dell’Autodromo, condotto da Franco Ronchi, Presidente del Registro Internazionale Touring Superleggera, la passione dei tanti che hanno guidato, lavorato, tifato sul secondo circuito automobilistico in attività più antico del mondo, dopo quello di Indianapolis, costruito nel 1909.

I RICORDI DI UN’EPOCA

“Monza, con tutto il rispetto per la Villa Reale e la Corona Ferrea, è un brand conosciuto nel mondo per la Formula 1” afferma Nando Cazzaniga, ex pilota, vincitore in F.3 e, per ben due volte, del Lotus Cup Italia.

“Bisognerebbe recuperare l’umanità e il contatto con la gente che c’erano una volta anche nel nostro Autodromo, dove fino a circa 40 anni fa si sentiva perfino parlare ancora il dialetto monzese nel paddock” sostiene Walter Consonni, autore anche di “Monza22 – dialoghi fra l’autodromo centenario e la sua gente” e delle biografie dei due piloti monzesi più noti, i fratelli Tino e Vittorio Brambilla, quest’ultimo anche vincitore nel 1975 del Gran Premio d’Austria di Formula 1.

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Gli anni ’60 e ’70, celebrati nel corso del convegno anche con la proiezione di un inedito filmato d’epoca con le immagini della Mille chilometri di Monza, in cui si gareggiava ancora sulla sopraelevata, rappresentano, anche per l’Autodromo, un’epoca di duelli in pista quasi mitologici su cui, anche per la mancanza di sicurezza, aleggiava troppo spesso un’aria di morte. E non solo per i piloti.

“Rischiavamo tanto anche noi, che eravamo i referenti sulla pista del direttore di gara e dovevamo prendere decisioni delicate” ricorda Valeriano Rossetti, decano dei commissari di pista monzesi che ha smesso da poco dopo quasi 50 anni d’attività.

Sembra ormai lontanissima e irrecuperabile anche l’epoca in cui personaggi come Frank Williams e Bernie Ecclestone, prima di diventare rispettivamente creatore dell’omonima scuderia e boss della Formula 1, giravano i circuiti per vendere pezzi di ricambio delle auto. O quella in cui, come ricorda Enzo Mauri, giornalista sportivo e coautore dei libri di Walter Consonni citati prima, all’Autodromo di Monza si correvano il giovedì sera le affollate gare Junior, primo banco di prova anche per uno dei più grandi piloti Ferrari, Michele Alboreto.

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Molti piloti erano prima di tutto meccanici e poi collaudatori, persone, come nel caso dei fratelli Brambilla, che conoscevano un’etica antica del lavoro e avevano imparato con la gavetta dove mettere le mani su una vettura sportiva” sostiene Peo Consonni, ex pilota, campione italiano di F. 2000, che ha lavorato per anni nell’officina dei fratelli Brambilla ed ora è insegnante presso una scuola per meccanici da competizione e ingegneri di pista.

Se tutto questo è il passato, sul futuro del “Tempio della Velocità” incombono le nubi dei fondi necessari per i lavori di ammodernamento e per continuare a far parte di una Formula 1 diventata sempre più business e un po’ meno passione. Andare verso un uso multiplo dello storico Autodromo di Monza, che in 100 anni ha già superato criticità importanti e ricostruzioni, è una possibilità. Dipenderà anche dalle scelte della politica, nazionale e locale.