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Monza-Resegone, dopo 2 anni di stop la gara è di nuovo in calendario

Non c'è ancora niente di ufficiale, ma è molto probabile che in questo 2022 tornerà l'appuntamento con una delle corse più suggestive di tutto il panorama brianzolo e non.


Monza-Resegone. Manca l’ufficialità, ma la data è stata già cerchiata in rosso sul calendario. Dall’Arengario, in pieno centro monzese, fino al Monte Resegone, alla Capanna Monza, passando per l’Adda e numerosi comuni della Brianza e del lecchese; il tutto di notte, su una distanza di 42 km e un dislivello di quasi 1000 metri. Questo, in sintesi, il percorso storico di una delle corse più famose, rinomate e gettonate del panorama brianzolo, ma non solo. La Monza-Resegone, che sta per tornare dopo uno stop forzato di 2 anni a causa della Pandemia.

Per quanto sia ancora solo un’indiscrezione, e l’ufficialità verrà data solamente nelle prossime settimane, la gara creata nel 1924 dalla Società Alpinisti Monzesi, pare proprio esser destinata a riprendere il via il prossimo 25 giugno, e nell’occasione toccherà quota 60.

Sono 59, infatti, le edizioni disputate sino all’ultima del 2019, quando a trionfare furono l’Atletica Desio nella categoria ‘squadra maschile’, Me.Pa. Assicurazioni Ladies – Monza in quella ‘femminile’, e Fò di Pe – Valbrembo in quella a ‘squadre miste’.

La storia in breve

Tenutasi per la prima volta il 9 Novembre del 1924, la corsa ha dietro di sé una lunga storia, a partire dalla denominazione originaria: ‘1° gara Turistica Autunnale’, dove venne posto eccezionalmente in correlazione il concetto di ‘gara’, e delle sfaccettature che la competizione porta con sé, con quello di ‘turistico’, dunque un qualcosa che ‘istruisca e attragga’ allo stesso tempo. Niente di più adatto se si considerano tutti i paesaggi che i corridori sono tenuti a superare lungo decine e decine di chilometri al fianco dei propri amici e colleghi di corsa.

In origine il regolamento prevedeva 4 partecipanti per team – differentemente dai 3 attuali – e non c’erano altre categorie all’infuori di quella maschile – mentre oggi ce ne sono ben 3, tutte nate più di 60 anni dopo l’organizzazione della prima edizione.

L’abbigliamento si diversificava in base a usi e costumi tipici dell’epoca: scarponi da montagna chiodati, fasce avvolte attorno alla gamba dalla scarpa fin sopra il ginocchio, pantalone alla zuava, maglione, e uno zaino in spalla che doveva contenere beni di prima necessità. Vestiti decisamente più fatiscenti quelli dei giorni nostri, rispetto a quelli del periodo post-bellico, quando di certo pure gli sponsor sulle maglie non erano contemplati.

Passando in rassegna tutte le varie edizioni si scorge con particolare facilità come questa gara fosse da sempre ritenuta un appuntamento annuale fondamentale: lungo una storia che dura da quasi cent’anni solamente questioni di straordinaria importanza, come la guerra, gli anni di ripresa dopo la fine di quest’ultima, e la pandemia di Coronavirus l’hanno costretta a fermarsi.

Tipici di ogni edizione sono anche i numerosi sostenitori, che nonostante l’ora tarda, sin dagli albori della competizione non hanno mai fatto mancare il loro apporto ai corridori in gara, incoraggiandoli fino all’arrivo alla Capanna.

Ora non resta che aspettare l’ufficialità e iniziare a prepararsi in vista di questa splendida corsa tutta made in Brianza.

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