Ambiente

Cesano, con Bosio la terza vasca della diossina arriva in consiglio comunale

Dopo aver letto l'articolo di MBNews del 17 luglio, Bosio ha portato la questione diossina in consiglio comunale. Rassicurante il sindaco: non c'è pericolo.


Dall’articolo di MBNews all’interpellanza. La questione della “terza vasca della diossina”, la vasca di Cesano Maderno, di cui avevamo parlato il 17 luglio intervistando il geologo medese Gianni Del Pero, è arrivata in consiglio comunale.

Nel corso della seduta consiliare del 29 luglio, infatti, il consigliere Luca Bosio (leader della coalizione di centrodestra presentatasi alle ultime amministrative) ha presentato un’interpellanza per chiedere chiarezza sull’effettiva pericolosità dei resti della diossina del 1976 sul territorio cesanese. “Dopo aver letto l’articolo, essendo cesanese e consigliere comunale mi è venuto spontaneo e d’istinto chiedere al sindaco come stessero le cose – ha spiegato Bosio -. Le dichiarazioni di Del Pero, che parlava di una vasca dimenticata dalla Regione di cui nessuno si è mai occupato, sono motivo di preoccupazione, visto anche il clamore scatenato dall’ex sindaco di Seveso“.

Bosio ha quindi chiesto ufficialmente al sindaco chi si sta occupando della gestione e del monitoraggio della vasca di Cesano, e se i controlli di routine sono stati sempre effettuati regolarmente. Soprattutto, Bosio chiede di sapere quali siano le condizioni attuali della vasca, e se possa causare dei rischi alla popolazione, “anche tenendo conto del fatto che il sito si trova a ridosso del futuro cantiere di Pedemontana, che potrebbe danneggiare la vasca, ad esempio per effetto delle vibrazioni, nel caso in cui questa non si trovasse in perfette condizioni”.

Pronta la replica del sindaco, Maurilio Longhin (Pd), che però, stando a Bosio “non l’ha presa bene”. “Secondo lui Del Pero ha detto delle panzanate – riferisce infatti il consigliere di centrodestra -. Ha contestato che di vasca vera e propria si trattasse, perché quella di Cesano è una zona in cui non sono stati riversati materiali altamente contaminati, ma solo terreno blandamente interessato dalla diossina. Non contiene invece, come alcuni dicevano, carcasse di animali morti in seguito alla diossina del disastro di Seveso. E non c’è nemmeno bisogno di fare monitoraggio, se non di tipo forestale, perché si tratta solo di una raccolta di terreno”. Insomma, nessun pericolo: “Del Pero ha sollevato preoccupazioni ingiustificate” ha concluso.

“Tenere sotto controllo la diossina, sia essa confinata nelle vasche di Seveso e Meda, o nella vasca deposito di Cesano e nei terreni della zona B, è l’obiettivo delle indagini che sono state effettuate a partire dal 2016 lungo il tracciato di Pedemontana, e poi con la Fla nel 2018 e 2019 – precisa Del Pero, che peraltro aveva segnalato alla Regione, proprio insieme al sindaco Longhin, la presenza della “terza vasca della diossina” nel 2015 -. Non c’è nessun rischio reale né pericolo per la popolazione – tranquillizza -. Sono i nostri comportamenti a esporci al rischio: quindi, dopo aver controllato quanta diossina c’è ancora e dove è “stoccata”, evitiamo di scavare i terreni sui quali è ricaduta la diossina, con il rischio di aerodisperderla, o di coltivare ortaggi che sono in grado di accumularla“.

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