Ambiente

Associazioni “contro” e politici M5S e Pd a confronto su Pedemontana [video]

Un incontro online tra sigle ambientaliste e politici. Obiettivo confrontarsi.

NO-PEDEMONTANA-MEETING-ONLINE

Un no secco alla Pedemontana. È arrivato dalle numerose sigle ambientaliste che sabato 8 maggio, durante una tavola rotonda online, hanno avuto modo di confrontarsi e dialogare con la politica locale e regionale.

Le ultime notizie sulla Pedemontana riguardano  l’appalto che Regione Lombardia ha affidato  a Webuild Spa. Ad oggi, però, la progettualità risulta ferma al palo: infatti, non sono ancora stati trovai  i finanziatori privati, e la ricerca è stata prorogata (per l’ennesima volta) al 5 agosto.

Fatto sta che il progetto  lascia sempre più dubbi e perplessità. Non solo tra le sigle ambientaliste, ma anche tra numerosi politici e molti sindaci, che si oppongono alle diverse tratte mancanti di Pedemontana. Emblematiche sono state le parole del sindaco di Mezzago, Rivabeni politico di centro destra, sostenuto anche dalla Lega, che durante la nostra intervista ha espresso pesanti perplessità sulle conseguenze se la nuova autostrada passasse sul suo comune, noto per la coltivazione degli asparagi.

 

I PARTECIPANTI

 

A moderare l’incontro è stato Matteo Speziali, direttore di MBNews. Hanno invece risposto all’appello Marco Fumagalli, consigliere pentastellato di Regione Lombardia e “regista” dell’evento. Il senatore Gianmarco Corbetta, senatore pentastellato. Pietro Luigi Ponti e Pietro Bussolati, entrambi consiglieri regionali del Pd. E Francesco Sartini, sindaco di Vimercate. Numerose le testimonianze dei gruppi ambientalisti tra cui: Alberto Colombo di “Sinistra e Ambiente, Laura Conti del Circolo Legambiente di Seveso, Davide Biggi, coordinatore No Pedemontana, Marco Monguzzi dall’associazione Colli Briantei e Luca D’Achille di Verdi Europa. Mauro Lodi, di Sinistra Italiana e

 COSA È  STATO DETTO

Ad emergere durante la tavola rotonda sono stati due fronti. Da una parte tutti i comitati ambientalisti che si sono detti a sfavore per l’ultimazione della Pedemontana. Senza se e senza ma. Dall’altra parte il fronte politico ha invece singhiozzato pareri in parte contrastanti: si è diviso tra un secco no e un “visto che orami è legge, diamo a Pedemontana un “aspect ratio più sostenibile”.

Il primo ad esprimere il suo voto contrario è stato Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente, uno dei 23 gruppi che ormai da tempo  ha avviato un percorso di confronto tra le tante associazioni del territorio. “La nostra – spiega Colombo – è una contrarietà argomentata e motivata dal fatto che le tratte non ancora realizzate (la B2, C e D) presentano pesanti criticità ambientali così come nelle tratte già operative (A e B1), laddove intere zone verdi sono state spazzate via dalla realizzazione di Pedemontana”.

Dati alla mano, nella tratta B2, quella che interessa Seveso, Meda, Cesano Maderno e Bovisio Masciago, il lascito Icmesa del 1986 ha un nome significativo: la diossina. Grazie alle pressioni dei gruppi ambientalisti la società Pedemontana è stata costretta a fare una caratterizzazione dei suoli, proprio dove l’autostrada dovrebbe passare. “Questa caratterizzazione – spiega Alberto Colombo – ha dato risultai allarmanti: sono stati riscontrato 129 superamenti del limite verde, ossia 10 nano grammi al Kg. E  se è vero che sarebbe stato definito e realizzato un progetto operativo di bonifica, questi non risolverebbe il problema: la popolazione è comunque sottoposta al rischio della movimentazione del terreno contaminato dalla diossina. Inoltre, se il progetto venisse ultimato, 2 ettari del Bosco delle Querce verrebbe sbancati” (si tratta di un’area naturale protetta e rinaturalizzata situata nell’area interessata dal disastro di Seveso ndr).

 

Il problema non sarebbe solo prettamente ambientale, ma anche pratico ed economico: ultimare la tratta della Pedemontana sull’attuale sedime della Milano-Meda (una delle arterie principali), qualora questa venisse pedaggiata, tutto il traffico si riverserebbe sulla viabilità locale con un ulteriore aggravio del traffico cittadino, già compromesso. Molti comuni interessati alla progettualità non hanno infatti un piano viabilistico adatto o aggiornato. I numerosi problemi causati dai passaggi a livello finirebbero col causare ulteriori disagi.

Per quanto riguarda la tratta C, invece, “intere aree verdi  di un certo pregio – conclude Colombo – verrebbero totalmente spazzate via. L’impatto, oltre che essere non sostenibile da un punto di vista economico, ci sembra non sostenibile soprattutto da un punto di vista ambientale“.

Dal fronte politico, in modo perentorio, sostiene la tesi di non sostenibilità Gianmarco Corbetta, senatore del M5s: “Sono 15 anni che combattiamo questa opera perché la riteniamo fuori linea con gli sviluppi che la nostra società dovrebbe avere, in termini di trasporti. Si tratta di un residuo del passato che risponde a delle logiche di trasporto anacronistiche. Regione Lombardia, però, è governata da delle forze politiche ancora ancorate al passato e non riesce a fare un cambio di mentalità”. Corbetta ricorda poi che i soggetti dell’autostrada sono due: un concedente, Cal e un concessionario, Autostrada Pedemontana Lombarda. “Entrambi i soggetti – precisa Corbetta – rispondono a Regione. Un conflitto di interessi che ritengo doveroso sottolineare”. 

Più calmierato ed in parte rassegnato è stato l’intervento del consigliere regionale del M5s, Marco Fumagalli: “Regione Lombardia – spiega – difficilmente rinuncerà al progetto. Bisogna a questo punto studiare come ripartire, conciliando un no secco alla progettualità, con la necessità di riqualificare la Milano – Meda, un tratto fondamentale per il territorio. A questo punto – precisa Fumagalli – la realizzazione del tratto B2 potrebbe anche trovare la sua raison d’etre, purché resti gratuito, soprattutto per i residenti dei comuni interessati”.

Incisivo è invece stato l’intervento di Laura Conti, dal Circolo Legambiente, la quale ha spiegato di come si tratti soprattutto di una battaglia culturale. “bisogna imparare ad amare questo territorio e conservarlo: non chiediamo l’impossibile – conclude, ma gesti di coraggio”. De facto la Pandemia ancora incorso ha dato modo un po’ a noi tutti la possibilità di di riscoprire l’essenza del nostro territorio. Di capire, soprattutto, l’importanza di quel poco verde rimasto.

Dal fronte del Pd, il consigliere Gigi Ponti sembra in parte prendere una direzione diversa, rispetto alla netta contrarietà espressa dal suo stesso Partito in un post su Facebook (leggi il post)  “Bisogna capire – spiega – se sotto un profilo amministrativo e politico riusciamo a correggere le gravi questioni ambientali. Si lavori quindi di concerto visto che l’opera è ormai legge e quindi verrà realizzata, al fine di poter effettuare richieste di cambiamento molto forti, ossia verso un approccio responsabile. Dobbiamo lavorare – conclude – perché il progetto Pedemontana sia reso più sostenibile”. 

 

Differente, ma simile la posizione del consigliere regionale del Pd Bussolati, il quale ha asserito di non aver “nessun dubbio che Pedemontana sia il simbolo degli sprechi e dell’inefficienza di visione di Regione Lombardia negli ultimi 20 anni. Bisognerebbe lavorare mettendo assieme tutte le istanze dei gruppi ed incidere in modo significativo sul progetto originario di Pedemontana“. In altre parole quello che Bussolati propone è di rivedere il progetto in un’ottica di risparmio così da investire quelle stesse risorse sulla mobilità sostenibile”.

Totalmente contrapposta la posizione di Francesco Sartini, sindaco di Vimercate: “Su questa situazione – tuona – bisogna essere Forti e chiari. Se è vero che le norme vanno fatte rispettare, ricordo che le leggi si possono cambiare. Vimercate è uno dei territorio che subirà una ampia devastazione, se questa progettualità dovesse vedere la luce. Io dico che questa è un opera che non si deve fare”. Il primo cittadino si domanda quali possano essere i benefici di un tale progetto, “soprattutto quando  al nostro territorio – spiega Sartini – viene chiesto di frenare quella assurda deriva che sta consumando tutto il nostro suolo”. Numeri alla mano, la provincia di Monza e Brianza chiede una riduzione del consumo di suolo fino al 45%  per le destinazioni residenziali e del 40% sulle altre destinazioni. “Il nostro territorio – spiega Sartini – ci chiede una mobilità sostenibile, soprattutto a fronte della maggior digitalizzazione e remotizzazione del lavoro. È paradossale che dobbiamo poi subire l’imposizione di un’opera che i territori non vogliono, che non è sostenibile e che ci porta indietro nel tempo rispetto agli obiettivi che dobbiamo raggiungere”. Inutile, quindi, difendere il territorio per poi cementificare intere zone verdi. “Questa cosa – conclude il sindaco di Vimercate – va colpita nella volontà di portarla avanti.

Dello stesso avviso è stato Davide Biggi, coordinatore No Pedemontana: “Il problema maggiore di questa Pedemontana – spiega – è che ancora oggi la sua impostazione: ragiona sulla viabilità anziché sulla mobilità, ossia su come spostare le persone in modo sostenibile. Sono sconfortato rispetto a quanto asserito da alcuni politici, i quali parlano di rendere sostenibile un progetto che non è sostenibile alle sue radici. In quanto tale il suo impatto è devastante, al netto di ogni compensazione ambientale. Non mi limito a chiedere una battaglia culturale, la politica deve fare di più. Deve fare altro”.

Un fatto culturale. Un fatto etico. Un fatto di sostenibilità. Significativo, in tal senso, quanto asserito da Matteo Speziali, direttore di MBNews: “Con la pandemia le abitudini sono e stanno cambiando, grazie anche allo smart working. La voglia di muoversi e stare a contatto con l’ambiente è aumentata. Sempre più persone stanno investendo sulle bici elettriche e a testimoniarlo è la domanda in forte crescita: basti saper che molte case produttrici hanno avuto ordini superiori a quanto prodotto finora.. Se si porta avanti una mobilità vecchia, ed è questa la strada che sta percorrendo Pedemontana, il fallimento rischia di essere assicurato”.

Una suggestione, quella di Speziali, che ha trovato il fianco di Marco Monguzzi, dall’associazione Colli Briantei. Monguzzi ha sottolineato le criticità ambientali, sostenendo come possa essere “un delitto perdere il cuneo verde che da Monza si proietta verso il lecchese. Sono valenze ambientali importanti che non possiamo perdere”.

Da parte di Luca D’Achille, di Verdi Europa, la degna conclusione dell’evento con una posizione che dati alla mano mette tutti sull’attenti: “Pedemontana va fermata senza ulteriori indugi. Si tratta di un progetto peggiorativo sia per il consumo di suolo sia in termini di qualità dell’aria”, ha asserito, precisando infine che: “Oltre i costi delle risorse pubbliche ci sono dei costi indiretti riguardanti la perdita dei servizi ecosistemici. Tutte quelle funzioni che il territorio libero garantisce, dall’ assorbimento delle piogge all’assorbimento della Co2″. Si tratta di costi sociali importanti, che varrebbe la pena soppesare prima di sostenere, a tutti i costi, che la Pedemontana vada fatta perché ormai è legge.”

Per rivedere integralmente l’incontro clicca qui 

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