Tra sanatorie e permessi di soggiorno, il bilancio del Patronato Inca nell’anno del Covid

Nel 2020 il sindacato, a causa della pandemia, ha visto in calo il numero di pratiche, ma sono state comunque migliaia le richieste di assistenza. Notevoli i ritardi degli enti. In primis la Prefettura.
Il loro numero a Monza e Brianza è triplicato negli ultimi 20 anni, da 25mila nel 2000 ad 80mila nel 2019. Vivono e lavorano insieme ed accanto a noi, anche se spesso sono costretti a farlo da irregolari e faticano a veder riconosciuti i propri diritti di cittadinanza e permesso di soggiorno.
Stiamo parlando dei migranti, di cui il 18 dicembre si è celebrata la Giornata internazionale. Proprio nel giorno in cui è stato convertito in legge il Decreto sicurezza, che modifica anche le disposizioni sul tema immigrazione volute dall’ex ministro Salvini. Quale data migliore del 18 dicembre, quindi, per la Cgil di Monza e Brianza per fare il punto, con una videoconferenza, su come il 2020, così segnato dal Covid-19, ha inciso sulla vita lavorativa e personale di migliaia di migranti a Monza e Brianza?
“La pandemia ha fatto anche emergere il contributo dei lavoratori di origine straniera proprio in settori chiave come la sanità, la cura della persona, le pulizia, la logistica e l’agroalimentare – afferma Matteo Casiraghi (nella foto in alto), segretario del sindacato di via Premuda – si stima che, in questo periodo, a livello nazionale, il 30% dei lavoratori essenziali siano immigrati”.
“Il Covid, però, ha anche comportato un aumento delle emarginazioni e delle diseguaglianze con numerose condizioni di sfruttamento lavorativo, soprattutto per gli stranieri – continua – nella Provincia di Monza e Brianza, a fronte di un mondo del lavoro con circa 240mila addetti complessivi, la stima è che ci siano 5-6mila lavoratori stranieri irregolari”.
I DATI DEL PATRONATO INCA
Il 2020 dell’Area migranti e politiche sociali del Patronato Inca, che si occupa di consulenza e orientamento sui titoli di soggiorno e le procedure amministrative connesse alla permanenza regolare in Italia e si adopera per la tutela dei lavoratori migranti e per combattere il disagio nei luoghi di lavoro e sul territorio, ha visto numeri legati alle pratiche inevitabilmente in calo, a causa delle restrizioni del Covid, ma comunque notevoli.
“I rinnovi dei permessi di soggiorno che abbiamo trattato quest’anno sono stati 600 da marzo a dicembre, praticamente la metà rispetto al 2019 – spiega Francesca Campisi del Patronato Inca Area migranti e politiche sociali – con la chiusura delle frontiere diminuite anche le richieste di ricongiungimenti familiari, abbastanza stabile, invece, il numero di pratiche per la cittadinanza italiana, 31 fino ad ora contro le 41 dell’anno scorso”.
“Il nostro servizio di Patronato Inca per i migranti e politiche sociali è sempre rimasto attivo, durante il lockdown in remoto attraverso mail e numeri telefonici dedicati – aggiunge Campisi – nel nostro ruolo di ponte tra i cittadini migranti e le istituzioni, dall’Ats all’Inps, dai Comuni alla Prefettura, nel 2020 abbiamo gestito anche il complesso lavoro legato alla sanatoria per l’emersione dei lavoratori irregolari, che è stata attivata da giugno ad agosto, un periodo decisamente troppo breve per tutte le richieste pervenute”.
La mole di lavoro per l’Area migranti e politiche sociali del Patronato Inca è stata, dunque, decisamente corposa e delicata. “Da marzo ad oggi abbiamo ricevuto 3mila mail per appuntamenti, consulenza e chiarimenti, in particolare per i permessi in scadenza, senza i quali, ad esempio, non è possibile rinnovare la tessera sanitaria o prolungare un contratto di lavoro – afferma Campisi – i ritardi da parte degli enti preposti nella provincia di Monza e della Brianza, in particolare per la gestione dei titoli di soggiorno da parte della Prefettura di Milano, che è ancora competente per Monza e Brianza, hanno inciso sulla vita dei migranti perché, in attesa della conclusione di queste pratiche, queste persone si sono trovate senza la possibilità di aprire conti correnti, accedere a mutui e con i pagamenti sospesi delle prestazioni assistenziali”.
Non è un caso, quindi, che la rete Brianza Accogliente e Solidale, di cui anche la Cgil di Monza e Brianza fa parte, a novembre ha lanciato una petizione per denunciare una vera e propria emergenza per i permessi di soggiorno nel nostro territorio, dove i tempi di attesa superano anche i 24 mesi.
LE PROBLEMATICHE DELLA SANATORIA
Il 2020 nel settore migrazione ha visto anche la novità della sanatoria riguardante l’emersione dei lavoratori irregolari. La poca chiarezza sui requisiti e le numerose incongruenze hanno reso più complicato il lavoro dell’Area migranti e politiche sociali del Patronato Inca Monza e Brianza. “Abbiamo ricevuto molte richieste di informazioni ed assistenza, anche 300 al giorno nelle prime due settimane in cui la sanatoria è stata in vigore – spiega Matteo Perego (nella foto in alto) – una partecipazione incredibile se si considera che a questa misura potevano accedere solo i lavoratori domestici ed agricoli”.
“Tra i requisiti poco chiari ci sono il reddito, che non si è capito se poteva essere accumulato, ma anche la necessità per il migrante di dimostrare la sua presenza in Italia prima del’8 marzo 2020 – aggiunge – per questo, visto il costo notevole della domanda per la sanatoria, 500 euro, abbiamo rimandato alcune delle richieste che ci sono pervenute”.
L’incertezza della situazione legata all’emersione dei lavoratori irregolari stranieri ha prodotto anche alcuni paradossi. “Alcuni dei richiedenti asilo sono arrivati a licenziarsi perché la normativa prevede che la sanatoria riguardi un nuovo contratto di lavoro con un datore di lavoro – afferma Perego dell’Area migranti e politiche sociali del Patronato Inca Monza e Brianza – si è aperto, quindi, un mercato di contratti fittizi, senza contare che è prevista l’autodichiarazione del datore di lavoro dalla data in cui era iniziato il rapporto irregolare”.
Un settore che per i migranti non ha registrato eccessivi problemi burocratici legati al Covid-19 è la scuola. “Rispetto ad altri enti, non abbiamo riscontrato ostruzionismo, anche perché in caso di permesso di soggiorno scaduto, ma in fase di rinnovo, l’accesso a scuola è garantito – afferma Campisi – qualche problema collaterale nel mondo della scuola lo abbiamo visto per i ricongiungimenti familiari perché non sempre è stato facile ottenere il codice fiscale”.
Dopo gli sforzi compiuti in un contesto di emergenza, la Cgil di Monza e Brianza ha deciso di potenziare ulteriormente i presidi sul territorio: da gennaio 2021, infatti, il Patronato Inca ha previsto una maggiore presenza, oltre a Monza, anche a Desio, Carate Brianza, Cesano Maderno e Vimercate.
Il modo più semplice per entrare in contatto con i servizi dell’Area Migranti del Patronato Inca della Cgil di Monza e Brianza è scrivere all’email migrantimb@cgil.lombardia.it
In alternativa, per gli appuntamenti, è possibile utilizzare il “Parla con” dal sito www.cgilbrianza.it