Associazione Diritti Insieme, un 5×1000 per l’accoglienza e l’integrazione

La realtà legata alla Cgil Monza e Brianza si occupa del mondo dei migranti. Dai corsi di italiano alle pratiche per il permesso di soggiorno. Sostenerla è un gesto verso la convivenza pacifica.
Oggi costruire ponti e non muri sembra un gesto fuori moda. Dai porti chiusi alle barriere costruite in giro per il mondo per difendersi da pericoli esterni più o meno reali, la politica internazionale e l’opinione pubblica sembrano andare sempre di più verso la strada dell’esclusione e dell’autarchia sociale.
Eppure, come affermava il sociologo polacco Zygmunt Bauman nel suo saggio “Stranieri alle porte”, l’umanità e il Pianeta su cui abitiamo sono unici. E non ha senso fare battaglie in nome di differenze fondamentalmente di parte. Un concetto applicabile anche, soprattutto nella nostra epoca, al fenomeno dell’emigrazione. Che, come sottolinea lo stesso Bauman, è sempre esistita perché risponde all’esigenza imprescindibile dell’uomo di trovare condizioni migliori di vita e fuggire da guerre e persecuzioni.
Per tutti questi motivi, nonostante chi respinge gli altri e punta sui distinguo, ci sono ancora persone/associazioni che si dedicano all’accoglienza e all’integrazione. A Monza e in Brianza, tra coloro che non chiudono le porte allo straniero c’è l’Associazione Diritti Insieme. Che dal 2012 promuove la tutela dei diritti delle persone senza distinzioni e contro ogni forma di discriminazione, attraverso la solidarietà, l’accoglienza e la convivenza pacifica.
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Nata dall’esperienza dell’Ufficio immigrazione della Cgil di Monza e Brianza, l’associazione ha come primo obiettivo la creazione di percorsi di inclusione tra i cittadini stranieri e le comunità ospitanti, attraverso iniziative territoriali e servizi di supporto scolastico. Nel corso degli anni, le finalità e gli ambiti di intervento si sono estesi per far fronte alle mutate esigenze dei cittadini con back-ground migratorio. Una varietà e una complessità di tematiche da affrontare che hanno bisogno di un sostegno esterno. Perché anche chi offre aiuto ha bisogno di risorse, soprattutto in questi tempi nei quali la spesa sociale è ai minimi storici.
Così “Diritti Insieme” ha avviato, una nuova campagna di sensibilizzazione sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione legata al 5×1000 (Campagna comunicazione). Che permette di destinare una quota dell’Irpef ad enti, associazioni, onlus che si dedicano ad attività di interesse sociale.
L’iniziativa è progettata e realizzata da sei giovani, quattro ragazze e due ragazzi tra i 18 e i 26 anni, volontari del Servizio Civile all’interno di “Diritti Insieme”. “Con il 5×1000 potremo comprare il materiale scolastico per i corsi di lingua italiana destinati a cittadini stranieri e potenziare il servizio di assistenza nella gestione delle pratiche complesse connesse all’ottenimento e mantenimento dei titoli di soggiorno” spiega Maria Grazia Magro, presidente dell’associazione legata alla Cgil Monza e Brianza.
“Inoltre sarà possibile anche progettare iniziative culturali, di integrazione culturale e sociale – continua -come il progetto di Comunità della Salute (in collaborazione con CVS Sovico, Caritas, Auser e altri) e il progetto al Villaggio SNIA a Cesano Maderno”.
“Poi potremo finanziare progetti formativi come le attività di doposcuola e di supporto allo studio – prosegue – e continuare a organizzare i corsi di facilitazione linguistica per lo studio del manuale di patente B”. In questi anni l’attività di “Diritti insieme” ha riguardato i problemi dei migranti ad ampio raggio.
“Il primo grande progetto realizzato è stata la scuola di italiano per stranieri, possibile grazie all’adesione di molti volontari che hanno dedicato tempo ed energie e hanno permesso agli studenti di raggiungere una conoscenza solida della lingua anche in vista dell’ottenimento della certificazione linguistica richiesta da alcuni tipi di permesso” ricorda Magro.
A volte anche la legge indirizza positivamente il corso degli eventi. “L’obbligatorietà dell’esame d’italiano, paradossalmente, è stata per certi versi un bene – spiega Luciana Spagnoli, ex presidente dell’associazione e oggi volontaria nella sede di Cesano Maderno – ha fatto sì che le donne uscissero da casa, per iniziare a frequentare i nostri corsi d’Italiano. Senza quella forzatura non sarebbero mai venute a scuola”. A volte, le grandi conquiste partono da piccoli gesti ed azioni quotidiane.
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