Brugherio, arriva la mostra “Secondo nome: Huntington”

14 ottobre 2018 | 12:25
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Brugherio, arriva la mostra “Secondo nome: Huntington”

Nella Biblioteca Civica di Brugherio dal 14 ottobre al 4 novembre arriva la mostra proveniente dal Museo della Triennale di Milano.

La Biblioteca Civica di Brugherio ospiterà, dal 14 ottobre al 4 novembre 2018, la mostra proveniente dal Museo della Triennale di Milano, “Secondo nome: Huntington”, un’iniziativa che mette in risalto la funzione del design al servizio della salute.

L’esposizione approda in città grazie ad Elena Cattaneo, senatrice a vita e scienziata, che è tra le massime esperte al mondo di Còrea di Huntington.

L’ESPOSIZIONE

L’Huntington (scientificamente Còrea Major) è una patologia ereditaria degenerativa del sistema nervoso centrale che colpisce le persone tendenzialmente tra i 30 e i 50 anni, modificandone le capacità cognitive e l’autonomia motoria, poiché è caratterizzata da movimenti involontari patologici e da importanti alterazioni del comportamento. “Còrea” in greco significa danza ed è per questa ragione che in Italia questa malattia è semplicisticamente chiamata Ballo di San Vito per via dell’andatura instabile e dei movimenti incontrollabili di chi ne è affetto. Ma nel tempo questa danza spietata rallenta, si attenua progressivamente, fino a quando il corpo non diventa immobile.

L’esposizione mette a fuoco le possibili soluzioni ai problemi quotidiani di chi è colpito da questa malattia rara per la quale, ancora oggi, non esiste una cura definitiva.

Ogni designer coinvolto nel progetto – col supporto di AICH Milano Onlus e Huntington Onlus – ha creato dei prototipi di oggetti semplici, discreti, apparentemente banali, ma che rispondono alle complesse esigenze degli individui affetti dalla patologia.

Claudio Mustacchi, Presidente di Huntington Onlus, condivide il desiderio che ha portato alla nascita del progetto: “…ha il compito informare in maniera scientificamente corretta e sensibilizzare l’opinione pubblica sui numerosi e delicati aspetti legati ad una malattia così complessa, oltre che di far sì che la malattia non venga più vista come un tabu, e con essa, le storie delle persone coinvolte”.

Tutto ciò rappresenta una svolta epocale: le implicazioni pratiche del vivere con l’Huntington vengono filtrate da un’ottica inclusiva che si occupa dei malati prima che della malattia. Per la prima volta, il mondo del design è chiamato a immaginare prodotti pensati non solo per chi vive una condizione di disabilità ma per tutti.

La mostra offre lo spunto per una riflessione interdisciplinare sul tema: design, scienza, medicina e psicologia si confrontano reciprocamente all’insegna di un denominatore comune, l’accessibilità.