Guardia di Finanza, denunciato monzese: frode per 30 milioni di euro

28 febbraio 2018 | 10:02
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Guardia di Finanza, denunciato monzese: frode per 30 milioni di euro

Nel giro anche aziende che rifornivano carta alla pubblica amministrazione, tra cui la Finanza stessa.

Ha 39 anni il monzese che secondo un’indagine della Guardia di Finanza di Milano era a capo di svariati “prestanome”, sprovvisti di qualsiasi conoscenza dei meccanismi aziendali, il cui presunto sodalizio era finalizzata a emettere fatture per operazioni inesistenti nei confronti di tre società, reali beneficiarie della frode, le quali avrebbero poi sfruttato il giro di false fatture per un imponibile di 30 milioni di euro. L’importo complessivo dell’Iva evasa dal 2010 al 2015 è di circa 14 milioni di euro. Nel giro anche aziende che rifornivano carta alla pubblica amministrazione, tra cui la Finanza stessa.

A cogliere con le mani nel sacco il 39 enne è stata la Guardia di Finanza di Milano, nello specifico la Sezione Lombardia del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle entrate, che hanno di fatto scoperto il sistema di frode in materia di Iva che vede implicate diverse aziende, sia nazionali che comunitarie.

L’attività di indagine è iniziata da controlli mirati dell’Agenzia delle entrate nei confronti di imprese abilitate al Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (Me.P.A.), operanti nel settore della fornitura di carta e prodotti per ufficio. Si tratta di società che rifornivano, soprattutto, diverse Amministrazioni Pubbliche, tra cui la Guardia di Finanza di Milano, varie Aziende Sanitarie Locali, alcuni Comuni lombardi e piemontesi e la stessa Agenzia delle entrate.

I controlli effettuati hanno consentito di portare alla luce un sistema di evasione dell’Iva, con la conseguente alterazione del normale funzionamento del mercato e delle regole della concorrenza. Le attività di verifica sono state eseguite con il coordinamento della Procura della Repubblica del Tribunale di Milano, anche attraverso perquisizioni e sequestri di documentazione. Il sistema di frode, comunemente noto come “frode carosello”, ha assunto una dimensione transnazionale, con il coinvolgimento non solo di 13 imprese nazionali, ma anche di 5 aziende comunitarie, operanti in Francia, Spagna, Belgio, Austria e Germania.

Nel corso delle analisi svolte congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle entrate, sono state individuate 10 società che hanno ricoperto il ruolo di “missing traders”, ossia di società fantasma interposte tra i fornitori comunitari ed i reali acquirenti della merce.

L’attività investigativa ha portato a 14 denunce per violazioni della normativa penale tributaria e una per il reato di favoreggiamento, per le quali la Procura ha già chiesto il rinvio a giudizio.