Politica

Lazzate riunisce la Lega Nord a difesa del borgo che non vuole i migranti #Video

Da Matteo Salvini a Paolo Grimoldi, da Massimiliano Romeo a Emanuele Pellegrini: tutti a Lazzate per ribadire il no della Lega all'accoglienza.


Lazzate non è stata certo la prima città a dire no all’accoglienza dei richiedenti asilo (e, dato il trend attuale, non sarà neppure l’ultima): ma forse è stata la prima a mobilitarsi in modo così veloce ed efficace, anche grazie all’alleanza tra amministrazione e cittadini, che da giorni stanno presentando un fronte compatto contro il prefetto. Di sicuro il paese di Cesarino Monti è riuscito in pochissimo tempo ad attirare e mantenere viva l’attenzione sulle proprie istanze in tema di accoglienza: no ai migranti, e soprattutto no alle decisioni arbitrarie del prefetto, che, secondo l’amministrazione lazzatese, non dovrebbe avere il diritto di calpestare il volere di un sindaco.

Sabato 5 agosto, 11 giorni dopo il primo presidio organizzato per protestare contro la vendita di due appartamenti alla D&G Research, associazione che si occupa di accoglienza per i richiedenti asilo, la centralissima via Volta ha ospitato una manifestazione ancora più partecipata, che ha visto affiancati cittadini, amministrazione e nomi importanti della Lega Nord: tra i protagonisti anche il deputato Paolo Grimoldi, segretario nazionale della Lega Lombarda, il segretario federale Matteo Salvini, e, con loro, tanti sindaci del Carroccio, invitati dall’assessore alla Sicurezza e consigliere provinciale Andrea Monti, presidente di Co.Nord, l’associazione dei comuni e delle province del nord. Un successo che solo in parte si spiega con l’attualità della questione, e che va forse più che altro ricercato nella natura intrinsecamente leghista di Lazzate, “padana” da 25 anni: «Lazzate è sempre stata un modello, oggi è giusto essere qua: i sindaci della Lega non si lasciano soli – ha affermato infatti Giovanni Malanchini, sindaco di Spirano (BG) e responsabile nazionale degli enti locali della Lega Nord. Che insiste -: Dobbiamo dire no e fermare questo scempio: ci stiamo trascinando dietro un debito a lungo termine».

«L’accoglienza non si impone – afferma Monti rivolto alla folla -. Ma la Lega sta rispondendo, i sindaci stanno alzando la testa e stanno cominciando a dire no. Il sistema dell’accoglienza diffusa è fallito: ha creato solo disagio. Al prefetto dico: stai attento a non tirare la corda. Ferma il progetto prima che sia troppo tardi e prima che succeda qualcosa». Monti propone anche una soluzione per i richiedenti asilo: alloggiarli in una struttura dello Stato, per esempio nell’isola di Pianosa (dove carcere di massima sicurezza, utilizzato anche durante il fascismo, è chiuso dal 2011, ndr), nell’attesa che ottengano il diritto alla protezione internazionale, e solo dopo inviarli in quei comuni che hanno deciso di aderire volontariamente al circuito Sprar.

«Mi piace il messaggio “Non si molla di un centimetro” – incalza il segretario provinciale Emanuele Pellegrini -. Lazzate e la Lega devono tenere duro: ci aspetta un autunno pesante e dobbiamo tornare cattivi, ci aspetta la lotta per il rispetto delle persone, delle istituzioni e delle regole -. E promette -: La Provincia vi darà una mano». «La battaglia continua, noi non ci arrendiamo – insiste Massimiliano Romeo, consigliere in Regione -. Lazzate ci dà un’idea: usare le leggi della burocrazia romana per ostacolare l’accoglienza (il sindaco Loredana Pizzi ha chiesto la verifica di compatibilità d’uso dei locali: sono in una zona residenziale, ma se vengono dedicati all’accoglienza rivestirebbero una funzione diversa, socio-assistenziale, ndr). Con l’urbanistica abbiamo fermato le moschee in Lombardia, faremo lo stesso con chi vuole usare le abitazioni dei privati per fare accoglienza. È un impegno che prendiamo come Regione: a casa nostra dobbiamo comandare noi».

«Anche il sindaco di Codigoro ci dà ragione sui migranti: anche lui è brutto, cattivo e razzista? Se ne sono accorti anche quelli del Pd, meglio tardi che mai: è nostro diritto mettere al primo posto la nostra gente – afferma Grimoldi, invitando ad andare a votare al referendum per l’autonomia della Lombardia -. A casa nostra si viene con i documenti: se sei un immigrato clandestino prendi e torni al tuo paese. Non si stanziano 4,7 miliardi per l’accoglienza dei clandestini».

«Mi auguro che questa attenzione non si fermi: abbiamo bisogno di voi, e soprattutto abbiamo bisogno di essere compatti – afferma Pizzi, circondata dai rappresentanti di tanti comuni leghisti: da Dante Cattaneo (sindaco di Ceriano Laghetto) e Patrizia Del Pero (assessore all’Istruzione di Lentate sul Seveso) ai primi cittadini Alessandro Fagioli (Saronno), Filippo Vergani (Varedo) e Luciano Casiraghi (Biassono), fino a Luigi Berlusconi (Lurago Marinone, CO) e Michele Jacobelli (Palazzago, BG) -. Abbiamo scritto al prefetto, ma non ci ha risposto – riassume ancora Pizzi -: intanto i lavori continuano, e sono arrivati materassi, cucine e anche un imbianchino. Avremmo voluto discuterne: noi non vogliamo profughi, e soprattutto non vogliamo essere complici di questo business».

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