Il caso K-Flex in Tribunale: il giudice, licenziamenti a norma di legge

Nell’udienza che si è tenuta ieri il Giudice del Tribunale di Monza ha respinto le richieste dei lavoratori: no al ritiro dei licenziamenti, proposta una buonuscita economica.
La vicenda dei 187 lavoratori K-Flex è ormai giunta al capolinea. Nell’udienza che si è tenuta ieri, 11 maggio, non hanno ottenuto quello che volevano: il ritiro dei licenziamenti. Anche quest’ultimo tentativo di salvare la situazione è fallito. Il Giudice del Tribunale di Monza ha invece proposto una mediazione alle due parti, e una buonuscita ai lavoratori. Sta a quest’ultimi ora accettare o meno.
I lavoratori e i sindacati prendono tempo: prima di lunedì 15 maggio, giorno in cui sono di nuovo convocati dal Giudice, non comunicheranno la loro decisione. Il budget economico proposto dal Giudice è una cifra superiore alla buonuscita che aveva offerto l’azienda, che era di 30mila euro. “Con senso di responsabilità portiamo ai lavoratori e alle lavoratrici in assemblea la proposta di mediazione e saranno loro a decidere democraticamente se accettare o rifiutare.”: questa la scelta dei sindacati. Anche l’azienda, rappresentata ieri da Marta Spinelli, figlia del patron Amedeo Spinelli, decide di non commentare, in attesa di lunedi.
Il presidio permanente, giunto ormai al 109esimo giorno, continua in attesa di una sentenza definitiva.
L’udienza doveva in origine tenersi giovedì scorso, il 4 maggio. E’ poi stata rimandata di una settimana.I lavoratori hanno deciso di andare per vie legali facendo leva sul fatto che la multinazionale avrebbe violato un accordo del dicembre 2016: posti di lavoro garantiti per tutto il 2017, era stato pattuito.
La scelta dell’azienda di licenziare, documento a parte, è lecita. Amedeo Spinelli, il fondatore della K-Flex, ha infatti più volte difeso la sua posizione: la sua scelta non viola nessuna legge, anzi, guarda alla globalità di un business che va molto oltre le frontiere italiane. La K-Flex è infatti leader mondiale del suo settore, quello dei rivestimenti acustici, presente in oltre 70 mercati e con 11 sedi produttive sparse per il mondo. Spinelli ha così commentato la vicenda: “ Siamo diventati un caso emblematico perché, come tanti altri imprenditori italiani in questi anni di crisi, ci stiamo comportando da imprenditori responsabili che pensano alla globalità della propria azienda e dei propri dipendenti”. (qui la lettera completa).
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