Fusione Confindustria, il Tribunale conferma la sospensione

Esulta il fronte del no in vista del giudizio di merito. Nel provvedimento i giudici stigmatizzano alcuni provvedimenti disciplinari contro i dissidenti.
Il Tribunale di Monza ha confermato la sospensione del processo di fusione fra Confindustria Brianza e Assolombarda Milano. Per il fronte del no, che dalla scorsa primavera si sta opponendo all’operazione avviata dalla dirigenza di via Petrarca, si tratta di una seconda vittoria in attesa del giudizio finale di merito. Per i vertici di Confindustria Brianza, convinti sostenitori del matrimonio con Milano, è una seconda pesante sconfitta. Il fronte del no, che raggruppa la quasi totalità del comitato della piccola industria, rappresentativo di circa 800 imprese, oltre a diverse aziende storiche del territorio, incassa invece una vittoria importante in vista del giudizio di merito.
La fusione fra i due enti, che ha scatenato in seno all’associazione brianzola un vero terremoto, è stata avviata la scorsa primavera dal presidente, Andrea Dell’Orto. A indicare la strada è stata la riforma Pesenti. Tuttavia, all’interno dell’associazione, non tutti hanno condiviso tempi e modi dell’operazione annunciata da Dell’Orto e quando lo scorso 8 giugno è arrivato il via libera definitivo, il fronte del no ha deciso di passare alle vie legali.
Il Tribunale ha concesso la sospensiva in attesa del giudizio di merito e nel provvedimento di conferma ha anche stigmatizzato sia la fretta con cui è stata avviata l’intera operazione, che alcuni provvedimenti disciplinari adottati nei confronti degli imprenditori brianzoli dissidenti. In queste ultime ore, oltre ad essere stato sospeso quasi tutto il comitato della piccola industria, si sono dimessi dalle loro cariche all’interno dell’ente importanti imprenditori brianzoli come Carlo Colombo della Colmar e Alessandro Maggioni della Unimec.