Quando l’integrazione si compie fra bancarelle, jeans e t-shirt

10 novembre 2014 | 00:41
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Quando l’integrazione si compie fra bancarelle, jeans e t-shirt

Uno studio della Camera di commercio ha rivelato che le imprese straniere attive nel commercio ambulante di abbigliamento e calzature e rappresentano il 57,2% del totale

Se sotto molti profili il tessuto sociale monzese e brianzolo non si può ancora definire multietnico, il commercio locale pare invece avere spalancato le porte allo straniero. Uno degli ultimi studi elaborati dalla Camera di commercio di Monza e della Brianza ha infatti rivelato che le imprese straniere attive nel settore del commercio ambulante sono quasi la metà del totale: il 49,2%, la maggioranza delle quali specializzate nella vendita di jeans, t-shirt e vestiti in generale.

In alcuni settori come il tessile, infatti, l’integrazione è totale, essendo gli ambulanti stranieri più numerosi di quelli italiani: poco più di 43 mila unità, vale a dire il 57,2% del totale. Un sorpasso che si è compiuto anche nel settore delle bancarelle di fiori e prodotti da giardino. Nel dettaglio, tra le nazionalità degli ambulanti del tessile sono i titolari nati in Marocco i più numerosi (24.736), seguiti dai titolari del Senegal (5.177), Cina (3.526), Nigeria (1.929) e Bangladesh (1.906).   Complessivamente le imprese straniere attive in Italia sono 469.092, in crescita rispetto al 2011 del 13,2%. Mentre le imprese totali fanno registrare nello stesso arco di tempo una diminuzione del -2,4%.

La crescita più alta delle imprese straniere si registra in Campania e Lazio (rispettivamente +29,1 e +29% rispetto al 2011). Curiosità: in Lombardia, le pizze egiziane sorpassano gli involtini primavera. I titolari di ristoranti nati in Egitto attivi in Lombardia sono 1335 contro 695 cinesi. E sempre gli egiziani sono i primi per numero di titolari di attività del commercio al dettaglio di alimentari.