“Campus”, il progetto verde per collegare i parchi della Groane e della Lura

L’obiettivo: individuare pratiche di mitigazione e limitazione degli impatti ambientali iin una vasta zona tra le province di Como, Varese, Milano e Monza Brianza.
“Campus” è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo grazie al bando “Connessione ecologica 2014” e interessa un’area a cavallo tra le province di Como, Varese, Milano e Monza Brianza. L’obiettivo è collegare il Parco delle Groane e quello della Lura, entrambi elementi della rete ecologica regionale della Lombardia, con un corridoio strategico per la biodiversità, dal momento che attraverserebbe una zona a forte consumo di suolo per uso agricolo.
Il progetto, presentato martedì 17 febbraio, vuole individuare pratiche di mitigazione e limitazione degli impatti ambientali per ripristinare le funzioni ecologiche dell’agricoltura a supporto del territorio, verificandone la fattibilità tecnico e giuridico-amministrativa. Il prodotto finale, come è già avvenuto per “Vie di contatto” sarà uno studio di fattibilità, inevitabile premessa per la realizzazione.
«Questo progetto coinvolge una vasta area di grande interesse, perché è una fascia di collegamento con un’altra area protetta quale è quella del Lura – ha spiegato Luca Frezzini, responsabile dell’area tecnica del Parco delle Groane -. Già negli anni ’90 il Parco aveva posto una certa attenzione su questi territori, cercando di coinvolgere i Comuni interessati affinché le aree agricole venissero tutelate e salvaguardate. Ora si vuole cogliere l’occasione che offre una struttura impattante quale è la Pedemontana per andare a recuperare alcuni aspetti di carattere ecologico e di connessione fra più aree». L’impatto di Pedemontana sarà indubbio, e non ci saranno i soldi per le opere di compensazione: forse l’unica cosa che possono fare le amministrazioni locali è cercare di salvare quello che c’è. «Ultimamente stiamo guardando con un certo interesse alle zone della Brughiera Brianteaper cercare di creare aree protette più vaste che siano connesse tra loro – continua Frezzini -. Diversamente, le aree protette che guardano solo al loro orticello hanno poco futuro e poca possibilità di stabilizzarsi e svolgere il giusto ruolo di tutela del paesaggio a cui sono chiamate».
Per verificare la fattibilità politico-sociale degli interventi di connessione, e per meglio rispondere ai bisogni del territorio, lo studio e la progettazione/realizzazione/mantenimento degli interventi avverranno in concertazione con gli stakeholder locali, in special modo proprietari e agricoltori, ma anche amministrazioni comunali, associazioni e “comuni” cittadini. Il primo incontro per presentare obiettivi e attività ad amministrazioni, associazioni e enti del parco si terrà già il 24 febbraio.