Grandi opere bloccate ma la M4 di Salini a Milano non si ferma
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Grandi opere bloccate ma la M4 di Salini a Milano non si ferma

24 maggio 2019 | 16:46


L’intera MM4 Linate-San Cristoforo sarà a disposizione della città entro luglio 2023.


Ancora un po’ di pazienza, quasi ci siamo. La tratta dall’aeroporto di Linate a Forlanini Fs della nuova linea M4 della metropolitana milanese verrà messa in esercizio entro gennaio 2021, la linea arriverà a Dateo entro giugno 2022 per poi toccare San Babila entro dicembre 2022.  L’intera MM4 Linate-San Cristoforo sarà a disposizione della città entro luglio 2023.

L’opera, affidata a Salini Impregilo come leader di un raggruppamento di imprese, porterà il livello delle infrastrutture milanesi e gli stessi cittadini milanesi sempre più vicino alle principali città europee.

Un quadro positivo che purtroppo non vale per il resto del Paese, dove le grandi opere faticano ad avanzare. Il settore in Italia soffre di gravi debolezze (dalla farraginosità delle procedure per gli appalti alle scarse risorse pubbliche per gli investimenti), che hanno portato al fallimento di 120 mila imprese e alla distruzione di 600 mila posti di lavoro. Aziende importanti come Astaldi, Condotte, Trevi, Grandi Lavori Fincosit e Cmc si trovano oggi in gravi difficoltà. Solo Salini Impregilo gode di ottima salute anche grazie a una forte crescita sui mercati internazionali, dagli Stati Uniti alla Francia e all’Australia. L’opportunità di sbloccare 36 miliardi di euro di progetti e la previsione di un 3% di crescita annua fino al 2021 fanno ben sperare, ma il 30% dei ricavi del settore è congelato e gli investimenti sono continuamente rinviati o bloccati, con un effetto a cascata su tutta la catena di produzione del settore che rischia di innescare un effetto boomerang anche sugli altri operatori.

La situazione del mercato italiano fa sì che la proiezione sui mercati internazionali sia ormai un obbligo ma bisogna battere la concorrenza di imprese grandi due, tre, dieci volte di più, con una patrimonializzazione più elevata, maggiore facilità di accesso al mercato dei capitali, il supporto del sistema-Paese che continua ad investire nelle infrastrutture come leva strategica per la crescita e l’occupazione delle imprese nazionali.

Quindi la sfida è su due fronti, in Italia e all’estero, ma la soluzione è una sola: dare vita a un gruppo di grandi dimensioni unendo le forze delle principali realtà, singolarmente troppo deboli. Il catalizzatore non può che essere Salini Impregilo, numero uno in Italia con un giro d’affari di 6,5 miliardi, che potrebbero almeno raddoppiare. Il gruppo avrebbe così la capacità di investimento – oltre che i talenti, le competenze e l’efficienza – per sfidare i colossi internazionali, assicurando al tempo stesso un forte impegno per la modernizzazione del nostro Paese e la crescita dei nostri giovani che vogliono operare nel settore.