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Sport e riabilitazione: al Villaggio della Salute l’incontro con i medici degli Istituti Clinici Zucchi

5 ottobre 2025 | 14:44
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Sport e riabilitazione: al Villaggio della Salute l’incontro con i medici degli Istituti Clinici Zucchi

Al centro dell’incontro “Benefici dello sport sulla salute” curato dagli Istituti Clinici Zucchi, gli steps fondamentali che fanno parte del percorso riabilitativo di una persona che pratica attività agonistica ma anche sport e movimento come alleati della salute.

Monza. Quali sono gli steps fondamentali che fanno parte del percorso riabilitativo di una persona che pratica attività agonistica ma anche sport e movimento come alleati della salute, sono stati i temi al centro dell’incontro Benefici dello sport sulla salute” curato dagli Istituti Clinici Zucchi in occasione del “Villaggio della Salute“, il grande evento che ha portato incontri, screening gratuiti, consulenze mediche e attività di benessere direttamente nel cuore di Monza fino a domenica 5 ottobre.

Ospiti d’eccezione dell’incontro moderato da Agnese Zappalà, giornalista di MBNews, media partner dell’evento, il dott. Sandro Senzameno, medico Chirurgo specializzato in Medicina dello Sport e Responsabile del Poliambulatorio di Medicina Sportiva ZucchiSport Center di Monza e il dott. Pierpaolo Corbetta, Responsabile dell’Unità Operativa e Servizio Ambulatoriale di Riabilitazione Specialistica degli Istituti Clinici Zucchi di Monza. Ad aprire l’incontro una domanda fondamentale: cosa fa e quali sono i compiti di un medico dello sport?

Il ruolo del medico dello sport e la riabilitazione

“Quella del medico dello sport è una professione che ha radici molto antiche. Già ai tempi di Ippocrate esistevano medici che si occupavano degli atleti che partecipavano ai Giochi Olimpici di Olimpia, dove si praticavano discipline come il lancio del disco o la lotta – spiega il dottor Senzameno. “Oggi, naturalmente, le discipline sportive sono molte di più, e il ruolo del medico dello sport si è ampliato e specializzato. Il medico dello sport rappresenta un punto di riferimento a 360 gradi per l’atleta. Il suo primo compito è verificare lo stato di salute e valutare se la persona è idonea a praticare un determinato sport. Ma non si tratta solo di un controllo: entrano in gioco anche la valutazione di dismorfismi, patologie o condizioni che potrebbero peggiorare con un certo tipo di attività, specie ad alti livelli”.

Villaggio della Salute SYNLAB Istituti clinici ucchi

“Il medico dello sport si occupa inoltre di aspetti nutrizionali e segue da vicino la preparazione e la performance. Personalmente, ad esempio, seguo la nazionale di pallacanestro, dove il lavoro richiede una costante collaborazione con altri specialisti. Quando un atleta subisce un trauma, si inizia con una diagnosi accurata, supportata dagli esami radiologici; se necessario, interviene il chirurgo ortopedico. Dopo l’intervento entra in gioco la fase riabilitativa, seguita dal fisiatra e dal fisioterapista. Una volta completata la riabilitazione, si passa alla riatletizzazione, seguita dal preparatore fisico, che accompagna l’atleta nel ritorno graduale all’attività agonistica, soprattutto se si tratta di sport ad alto livello“.

Ripartire dopo un trauma: il percorso verso il pieno recupero

“Affrontare un trauma significa innanzitutto comprenderne la natura. Possiamo definire il trauma come un evento che provoca una lesione e determina una disfunzione a livello fisico – chiarisce il dott. Corbetta. “Il compito del medico dello sport, nella fase riabilitativa, è quello di ripristinare il pieno potenziale della persona, accompagnandola verso un recupero completo. La riabilitazione è un ambito complesso, un vero e proprio mare magnum di interventi, che deve essere sempre centrato sulla persona. Ogni paziente presenta infatti caratteristiche diverse: non solo dal punto di vista clinico, ma anche per la propria quotidianità, le abitudini e il tipo di attività sportiva praticata. Per questo lavoriamo in équipe multidisciplinare, per prenderci cura di ogni aspetto del percorso di recupero”.

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“Personalmente mi occupo soprattutto di riabilitazione ortopedica, quindi di traumi che spesso coinvolgono una singola articolazione o un segmento corporeo, e che in molti casi seguono un intervento chirurgico. La prima fase del trattamento è dedicata alla riduzione dello stato infiammatorio post-traumatico, attraverso una terapia farmacologica mirata. Parallelamente, con le indicazioni del medico, interviene anche il fisioterapista, per avviare un percorso di recupero funzionale. L’ultima fase ha l’obiettivo di riportare il paziente al pieno recupero e al ritorno all’attività sportiva. In questo percorso utilizziamo spesso l’acqua come ambiente terapeutico, perché consente di ridurre lo stress articolare durante gli esercizi e di lavorare in modo più sicuro e controllato”.

Un esempio concreto: nell’estate del 2024 ho seguito un’atleta reduce da una stagione intensa, culminata con una medaglia d’oro olimpica. Alla ripresa dell’attività lamentava un dolore al ginocchio, legato a una infiammazione tendinea e a una meniscopatia. In accordo con il suo staff, abbiamo deciso di non sospendere completamente l’attività, ma di impostare un trattamento mirato: onde d’urto sul tendine e infiltrazioni di acido ialuronico intra-articolare, permettendole al contempo di continuare ad allenarsi e giocare. Il protocollo ha funzionato perfettamente e l’atleta, anche nell’estate successiva, ha conquistato un’altra medaglia d’oro. L’esempio che una gestione personalizzata e multidisciplinare del trauma può garantire risultati eccellenti, favorendo il recupero completo senza compromettere la continuità sportiva”.

Lo sport per tutti e l’importanza della prevenzione

Sul tema dell’attività fisica e dell’importanza del movimento a ogni età si è concentrato invece l’intervento del dott. Senzameno, che ha sottolineato quanto sia fondamentale scegliere uno sport in sintonia con le proprie inclinazioni e mantenerlo nel tempo, rendendo il movimento quotidiano parte del nostro stile di vita.

“Ognuno di noi dovrebbe dedicarsi a un’attività sportiva con cui sente un rapporto di affinità – il consiglio di Senzameno. “Molti giovani si orientano verso il calcio, ma esistono tantissime altre discipline altrettanto formative: pallacanestro, atletica leggera, canottaggio, e più recentemente anche sport di combattimento “light”, non traumatici, che stanno avendo una grande diffusione. Ci sono poi numerose attività aerobiche adatte a ogni età e livello. Per i bambini, oggi più che mai, lo sport è fondamentale: favorisce la socializzazione, aiuta a stare lontani dal cellulare, migliora il benessere fisico e sostiene una crescita sana ed equilibrata“.

In questo senso, possiamo parlare anche di un vero e proprio “effetto Sinner”: la figura di un campione così giovane e determinato non trascina solo verso il tennis, ma stimola l’emulazione positiva e il desiderio di primeggiare anche in altre discipline, come l’atletica. Anche per gli anziani, il movimento è essenziale: aiuta a prevenire il decadimento fisico legato all’età e a mantenere una buona qualità della vita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa il 10% della popolazione inattiva muore per cause legate all’inattività fisica. Questo dato ci ricorda quanto il movimento sia una forma di prevenzione, ma anche una fonte di autostima e benessere generale. Il nostro corpo è pensato per muoversi: tenerlo fermo significa andare contro la sua natura. L’attività fisica, in tutte le sue forme, aiuta a prevenire numerose patologie e a mantenere il corpo efficiente”.