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Salute mentale e prevenzione: l’intervento degli Istituti Clinici Zucchi al Villaggio della Salute

5 ottobre 2025 | 14:46
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Salute mentale e prevenzione: l’intervento degli Istituti Clinici Zucchi al Villaggio della Salute

Ospiti d’eccezione dell’incontro “Cervello e mente” a cura degli Istituti Clinici Zucchi la prof.ssa Cecilia Perin e il il dott. Massimiliano Dieci: si è parlato di cure e tarapie all’avanguardia ma anche di prevenzione, tema oggi sempre più caldo.

Monza. Quali sono le principali e più diffuse patologie che alterano le funzioni cerebrali e in che modo si manifestano? Cosa possiamo fare nella nostra vita quotidiana per proteggere il nostro cervello e la nostra memoria? Si è parlato di salute mentale, con particolare attenzione alle malattie neurodegenartive, ma anche di prevenzione, durante il primo incontro pomeridiano di sabato 4 ottobre, in occasione del “Villaggio della Salute“, il grande evento che ha portato incontri, screening gratuiti, consulenze mediche e attività di benessere direttamente nel cuore di Monza fino a domenica 5 ottobre.

Ospiti d’eccezione dell’incontro presso lo Spazio Manzoni 16, “Cervello e mente“, a cura degli Istituti Clinici Zucchi e moderato da Agnese Zappalà, giornalista di MBNews, media partner dell’evento, la prof.ssa Cecilia Perin, responsabile dell’Unità Operativa Clinicizzata di Riabilitazione Specialistica delle Gravi Cerebrolesioni presso gli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza e docente di Medicina Riabilitativa all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e il dott. Massimiliano Dieci, psichiatra e responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Psichiatrica Specialistica presso gli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza.

Villaggio della Salute SYNLAB Istituti clinici ucchi

Istituti Clinici Zucchi: le strutture di Carate Brianza un’eccellenza territoriale

“A Carate, presso gli Istituti Clinici Zucchi, si trova uno dei più importanti centri di riabilitazione neurologica. Nei reparti riceviamo soprattutto persone che hanno avuto un ictus, ma anche persone che hanno malattie progressive come il Parkinson, riceviamo persone che sono andate in coma ma abbiamo anche una vocazione riabilitattiva per malattie degenerative come l’Alzheimer – spiega Perin. “Abbiamo un grosso CDCD (Centro per i disturbi cognitivi e lo studio delle demenze), dove chi ha un problema o sospetta di avere problemi cognitivi può venire a fare diagnosi ed essere curato“.

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“Il cervello si ammala come tutti gli altri organi, pensiamo alle malattie cerebrovascolari, alle infezioni ma il cervello puù essere anche aggredito dallo stesso sistema immunitario, come nel caso della sclerosi multipla. O si ammala perchè, ad un certo punto, l’orologio biologico decide che bisogna invecchiare e invecchiano alcuni gruppi di cellule come succede nel caso del parkinsono della demenza. Le categorie che impegnano maggiormente noi dal punto di vista riabilitativo e la società per i costi sono le malattie cerebrovascolari, pensiamo all’ictus, e le malattie degenerative come l’alzeimer”.

Quando la sofferenza psichica diventa malattia

“Quando parliamo di sofferenza psichica ci riferiamo a una condizione molto generale, che può manifestarsi attraverso diversi stati emotivi e mentali: pensiamo ai disturbi dell’umore, all’ansia, o ai disturbi del pensiero come il disturbo ossessivo-compulsivo – spiega il dott. Dieci. “È importante chiarire che non ogni forma di sofferenza psichica equivale a una malattia. Tutti, nel corso della vita, attraversiamo momenti di difficoltà o dolore emotivo: fa parte dell’esperienza umana. La sofferenza diventa patologica, e quindi clinicamente rilevante, quando si prolunga nel tempo, quando non riesce a trasformarsi in un’occasione di crescita, o quando limita le nostre capacità di funzionare nella vita quotidiana, chiudendoci delle possibilità”.

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“Esistono poi delle aree di confine tra la psichiatria e la neurologia: fino agli anni ’70 erano considerate un’unica disciplina, poi si sono separate, ma oggi sappiamo che le connessioni rimangono. Pensiamo, ad esempio, alla depressione dell’anziano, che può avere componenti sia psichiche sia neurologiche e biologiche. Oggi la ricerca ci mostra che molti disturbi psichiatrici sono associati ad alterazioni biologiche specifiche: dalla schizofrenia alla depressione, dai disturbi dell’umore ad alcune forme di ansia”.

“È senz’altro vero che il covid ha aumentato la presenza di tutta una serie di problematiche psichiatriche, pensiamo al fenomeno sempre più diffuso tra i giovani degli hikikomori – prosegue Dieci. “Parliamo soprattutto di disturbi di ambito nevrotico come l’ansia, la depressione, le varie dipendenze, i disturbi del comportamento alimentare. Possiamo osservare un’onda lunga, da almeno vent’anni, che mostra un aumento delle patologie psichiatriche. Secondo l’OMS, da qualche anno la depressione è la patologia che ha più impatto nel mondo a livello economico e sociale, superando i disturbi cardio vascolari, le patologie oncologiche. Oggi abbiamo a disposizione degli strumenti terapeutici, che fino a poco tempo fa ci sognavamo, per intervenire già su forme piu lievi”

L’importanza della prevenzione: come proteggere il nostro cervello e il ruolo delle nuove tecnologie

La prima cosa importante da ricordare è che il cervello ha bisogno di alcuni alimenti e non di altri – chiarisce la prof.ssa Perin. “Il cervello ha bisogno sì di zucchero ma lo zucchero lo ricava dai carboidrati complessi, non da quelli semplici. Ha bisogno anche di vitamine, di elementi antiossidanti, di tutti quegli alimenti che, semplificando, fanno parte della dieta mediterranea. Una dieta basata sulle proteine vegetali, a basso contenuto di grassi saturi. la seconda cosa che possiamo fare per ridurre i rischi per la salute è fare movimento: fare movimento anche in maniera non intensiva ma costante favorisce la rigenerazione dei neuroni nelle zone del cervello, come l’ippocampo, che si occupano maggiormente degli aspetti mnesici. Infine, si può dire che una delle cose che fa meglio al cervello è proprio il suo utilizzo, stimolare l’attività cognitiva, allenare costantemente la mente“.

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“Quando parliamo del ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella cura e nella riabilitazione, è fondamentale ricordare che la presenza umana deve restare centrale – conclude Perin. “La tecnologia offre strumenti preziosi, dai colloqui online ai programmi di riabilitazione cognitiva computerizzata, fino alle apparecchiature per il movimento e l’equilibrio, ma è sempre l’elemento umano a guidarne l’uso e a renderli realmente efficaci. L’AI può essere un grande alleato anche nella vita di tutti i giorni, ma il vero rischio nasce quando si abbandona la funzione attiva del pensiero alla tecnologia. Tra i più giovani, ad esempio, si osserva una crescente dipendenza dal cellulare, che può portare al progressivo spegnimento di alcune reti neuronali“.