La storia del writer Gilberto Casiraghi: “tutto è nato da una tartaruga”
Rendere più belle le città è diventata la sua vocazione, tra un’edicola, le saracinesche dei negozi e la parete di un reparto oncologico.
Gilberto Casiraghi sogna di rendere le città più belle, anche qui in Brianza, con i suoi graffiti. Poco importa se si tratta della parete di un reparto oncologico o di un’edicola di periferia. E poco importa anche se in tasca ha una laurea in economia e di mestiere fa il contabile. Il 43enne di Arcore, sta diventando un piccolo fenomeno artistico a livello locale con una serie di graffiti partiti per passione e oggi commissionati anche da fuori Arcore. “E’ un interesse che coltivo da quando avevo 13 anni – racconta pacato – quando vedevo mio fratello maggiore e i suoi amici e li seguivo nelle loro giornate da writers negli ambienti metropolitani. Allora non c’era internet, si imparava davanti a muri di periferia da imbiancare, si capiva come procedere solo a tentativi. E, per lo più, lo si faceva violando le regole”. Da allora sono trascorsi decenni e i graffiti sono diventati strumenti di rigenerazione urbana all’interno di numerosi progetti istituzionali e artistici.
Gilberto Casiraghi e il “diavolo” in pizzeria
A regalare la celebrità a Gilberto Casiraghi sui gruppi social locali in questi giorni è stata la sua opera sulla saracinesca della pizzeria Pappa & Pizza di via da Vinci a Villasanta. Il titolare Mauro Sisti ha visto un precedente lavoro di Casiraghi e lo ha chiamato: “il mio locale è in un luogo di grande passaggio e mi piaceva l’idea di aggiungere un tocco di simpatia alla pizzeria”, spiega il monzese, indicando il motto sull’insegna all’ingresso che vede la “simpatia” elemento centrale. Oggi, a locale chiuso, sulla serrande esplode l’immagine di Taz, il diavolo della Tazmania: “l’idea è stata di mia figlia – dice Sisti – che ha studiato materie artistiche, ma la realizzazione è di Gilberto che poi è anche un mio cliente”.

L’artista Casiraghi, che nella sua “carriera” si è dedicato spesso al filone delle scritte sui muri, spiega che “ultimamente, anche senza cercare, mi sono capitate occasioni per abbellire elementi urbani con le mie illustrazioni. Io ho sempre amato anche il disegno quindi questa tendenza mi è piaciuta e la vedo come un modo per rendere più belle e allegre le nostre città, un po’ come succede a Milano”.
Tutto è nato da una tartaruga
Tutto è partito un po’ per caso con una storia che Gilberto Casiraghi racconterà un giorno al figlio Leonardo, un anno, chiamato con il nome di una delle Ninja Turtles, cartone animato cult degli anni ’90. “Portavo mio figlio al nido – racconta l’artista – e vedevo tutte le mattine, l’edicola di via Parini ad Arcore con quelle pareti grigie. Ho chiesto al titolare se potessi disegnare una tartaruga ninja, in omaggio a mio figlio. Lui mi ha guardato un po’ come se fossi matto ma ha accettato. Siamo diventati amici, la mattina mi guarda la bicicletta mentre porto Leo al nido e alla fine mi ha lasciato disegnare tutte le pareti del chiosco: tutte e quattro le tartarughe più “il cattivo”.
E’ questa opera che ha convinto il pizzaiolo di Villasanta a rivolgersi all’arcorese Gilberto Casiraghi, “e non appena, lunedì, ho postato sui social la foto, si sono scatenati i commenti entusiasti: ho passato la giornata di martedì a rispondere ai messaggi”.
Il valore sociale nel mondo dei graffiti
D’altra parte l’aspetto sociale del mondo dei writers è quello che più appassiona il contabile-creativo Gilberto Casiraghi: da sempre dedico il mio tempo libero con gli amici ai graffiti – spiega – abbiamo una serie di muri messi a disposizione nell’hinterland, spesso sul retro delle aziende, e ci ritroviamo così, anzichè andare al pub a bere una birra. Spesso capita che altri gruppi ci coinvolgano, che artisti chiamino altri artisti per realizzare qualcosa insieme o anche per sfidarsi. Questo mondo, fatto di leggi non scritte e di un codice di rispetto del lavoro altrui, genera un sacco di nuove relazioni positive”.
L’ospedale di Vimercate e l’intestino a fumetti
Come quelle che Gilberto Casiraghi ha vissuto qualche tempo fa nell’ospedale di Vimercate dove un’associazione volontaria, su richiesta del primario di un reparto di oncologia, lo ha chiamato per rendere più accoglienti le pareti. “Mi ha chiesto di disegnare un vero intestino, con batteri buoni e batteri cattivi. Li ho raffigurati mentre giocano al tiro alla fune. L’esperienza mi è piaciuta moltissimo, ho sentito proprio il valore di quello che stavo facendo”.






