La Brianza vuole preparare un rifugio per gli animali selvaggi
La Provincia ha pubblicato un avviso per individuare enti o associazioni interessate ad avviare il primo centro faunistico del territorio.
Un posto dove curare gli animali selvaggi feriti o disorientati. La Provincia di Monza ha pubblicato un avviso con l’obiettivo di individuare enti o associazioni interessate ad avviare un Centro per il recupero degli animali selvatici (Cras), che sarebbe il primo in Brianza e il decimo in Lombardia.
L’ente di via Grigna ha stanziato circa 100 mila euro e ha individuato anche alcuni immobili dove ospitare gli animali, ma si tratta di ipotesi: la Provincia preferirebbe che soluzioni alternative vengano proposte dagli enti o dalle associazioni.
“In Provincia di Monza, non esistono strutture simili. – ha dichiarato Luca Santambrogio, il presidente -. Siamo molto orgogliosi dell’iniziativa adottata e speriamo anche che vada a buon fine. Attualmente siamo costretti a rivolgerci a centri di altri territori”. In particolare, al centro di Vanzago, nel milanese, gestito dal Wwf o a quello della Provincia di Lecco di Calolziocorte condotto dalla Ledaa, con cui la Provincia Brianzola è già convenzionata. Questi spazi vengono utilizzati per proteggere animali selvaggi recuperati dalla polizia provinciale. Fra questi compaiono volpi, uccelli vari, scoiattoli, ricci e serpenti. A questo proposito, pochi giorni fa, è stato recuperato un pitone reale di circa un metro nei giardini di Sant’Albino, a Monza. Il proprietario ha affermato che lo aveva portato a fare una “passeggiata”. I cervi, invece, animali di taglia più grossa, vengono inviati al centro San Rocco di Ponte di Valtellina, gestito direttamente dalla Provincia di Sondrio.
“La creazione di questo centro era previsto dalle linee programmatiche – ha aggiunto Marina Romanò, consigliere provinciale con delega al Benessere degli Animali -. Abbiamo avanzato alcune ipotesi di soluzione all’ex Polveriera del parco delle Groane e negli spazi collegati all’ex manicomio di Mombello, ma come ho detto si tratta solo di ipotesi. Preferiamo che le associazioni interessate al nostro avviso propongano soluzioni immobiliari alternative”.
I soldi stanziati per l’avviso serviranno per ristrutturare gli immobili o acquistare le attrezzature necessarie ad avviare la nuova realtà.


