Preoccupano i dati diffusi da UIL Lombardia: “inaccettabile, serve un piano straordinario per la messa a norma degli edifici”
Il dato è allarmante: meno di una scuola su cinque in Brianza è in regola con la sicurezza antincendio. Lo sanno bene le Amministrazioni comunali che devono fare salti mortali nei bilanci per prevedere le risorse necessarie, di anno in anno, per rincorrere un adeguamento alla normativa che sembra irraggiungibile. Scritto nero su bianco però, nel report della UIL Lombardia, il dato suona ancora più preoccupante.
Il problema, legato in parte alla vecchiaia del parco-scuole, sviluppatosi con il boom demografico di decenni fa, si manifesta su scala regionale (se non nazionale). Oltre un terzo delle scuole lombarde è privo di qualsiasi titolo antincendio. In provincia di Monza e Brianza, come detto, meno di un quinto degli istituti risulta in regola con la SCIA antincendio, mentre il resto si affida a certificazioni scadute o ancora in corso di aggiornamento. Tutto questo emerge dal nuovo rapporto UIL Lombardia sulla sicurezza degli edifici scolastici, elaborato dal Dipartimento Salute e Sicurezza del sindacato a partire dagli open data del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Scuole in Lombardia
Nel complesso, la Lombardia mostra un quadro preoccupante: solo il 47,8% degli edifici scolastici dispone del certificato di agibilità, appena il 20,6% ha presentato la SCIA antincendio e il 44,5% possiede un Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) ancora valido.
Le situazioni più critiche, segnala il report, si registrano nelle province di Mantova e Pavia, ma anche in territori centrali come Milano, Bergamo, Brescia e Monza Brianza i numeri restano al di sotto della media regionale. Molti plessi scolastici non hanno completato le procedure necessarie per l’adeguamento alla normativa antincendio, nonostante la maggior parte disponga di piani di evacuazione e documenti di valutazione dei rischi aggiornati.
“È inaccettabile che nel 2025 vi siano ancora scuole senza certificazioni di agibilità e antincendio – dichiara Eloisa Dacquino, segretaria confederale UIL Lombardia –. Non possiamo parlare di educazione alla sicurezza se le aule in cui si studia non sono sicure. La cultura della prevenzione deve partire dagli spazi, non solo dai programmi.”
Anche Abele Parente, segretario generale UIL Scuola Rua Lombardia, ha ribadito la necessità di un cambio di passo: “Denunciamo da tempo la distanza tra le dichiarazioni di principio e la condizione reale degli edifici scolastici. Servono investimenti strutturali e duraturi, risorse dedicate ai Comuni e un sistema di controllo pubblico e trasparente.”
La UIL chiede alla Regione Lombardia di inserire la sicurezza scolastica come priorità nei piani regionali di prevenzione e nei bandi del 2026, con un impegno vincolante per Comuni e Province. Tra le proposte avanzate dal sindacato figurano un report pubblico annuale sullo stato delle certificazioni, assistenza tecnica continuativa per gli enti locali e fondi straordinari per la messa a norma degli edifici nelle province più fragili. In Brianza, dove negli ultimi anni si sono moltiplicate le segnalazioni di scuole con impianti obsoleti o certificazioni incomplete, la questione assume particolare rilievo. Il sindacato invita le amministrazioni locali a utilizzare i fondi del Piano Regionale di Edilizia Scolastica per garantire ambienti sicuri e moderni.
Il problema è strutturale
Proprio le risorse sono un punto centrale della questione. Le casse di un comune medio piccolo, con quattro o cinque plessi scolastici da adeguare alla normativa, magari con interventi anche strutturali per via delle condizioni degli immobili, non sono materialmente in grado di coprire i costi. I bandi regionali diventano così una risorsa preziosa ma plausibilmente insufficiente proprio per il numero degli immobili che condividono in tutta la regione la stessa vecchiaia e gli stessi bisogni.


