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Pedemontana, è ancora possibile fermarla? La risposta dei cittadini arriva in piazza a Monza

12 settembre 2025 | 14:10
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Pedemontana, è ancora possibile fermarla? La risposta dei cittadini arriva in piazza a Monza

Alla manifestazione hanno aderito numerose associazioni. I comitati, già attivi sul territorio, hanno scelto di organizzare l’evento per la prima volta nel capoluogo brianzolo e invitano a protestare contro un’opera giudicata “dannosa, inutile e costosa”

“Fermare Pedemontana”. Sono determinati e pronti a scendere in piazza i comitati “No Pedemontana”, “Comitato per la difesa del territorio”, “Suolo Libero” e “Ferma Ecomostro Tratta D breve Pedemontana”. L’appuntamento è per sabato 4 ottobre a Monza, con ritrovo alle 15 davanti alla stazione ferroviaria. Sarà la prima manifestazione pubblica organizzata nel capoluogo brianzolo contro la nuova autostrada in fase di realizzazione, che attraverserà il territorio. “Un centinaio di associazioni, enti e partiti ha già aderito alla manifestazione – affermano gli organizzatori – E stanno arrivando altre adesioni”.  L’iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa a Monza. I rappresentanti dei comitati attivi da tempo contro Pedemontana hanno ribadito le motivazioni della protesta

comitati no pedemontana conferenza stampa

“Un progetto inutile e dannoso”

“Pedemontana è un progetto sbagliato, costoso e dannoso: per questo va fermata – ha sottolineato Isotta Como del comitato Suolo Libero –  Per quanto riguarda i costi, prevede oltre 5 miliardi di euro di spesa pubblica, cioè a carico dei lombardi. La superstrada Milano Meda, inoltre, diventerà  a pagamento da Lentate a Bovisio. L’opera distruggerà la dorsale verde del nord Milano, dal Ticino all’Adda, il poco verde rimasto in uno dei territori più cementificati d’Italia. Sfigurerà boschi e colline della Brianza. La fauna selvatica sarà costretta a vagare nelle aree urbane, come sta già succedendo. Il Parco Grubria tra Desio e Seregno perderà un milione di metri quadrati. Saranno cancellati i boschi a Bernate e devastato il parco agricolo Nord est del vimercatese.  Aumenteranno l’inquinamento, il rumore e la congestione urbana. In poche parole,  peggiorerà la qualità della vita dei cittadini”. 

I modelli alternativi

“Qual è il prezzo che i cittadini dovranno pagare? – ha detto Manuela Meloni del comitato No tratta D breve Pedemontana – Il Bosco delle Querce di Seveso sarà violato.  A Lissone i cantieri sono vicinissimi alla scuola primaria.  A Bernate sarà devastato il bosco. Un’opera pubblica dovrebbe portare ad un benessere collettivo.  A chi serve Pedemontana ? E’ un progetto vecchio e superato. Oggi ci sono necessità diverse. Gli impatti e i numeri delle opere già esistenti, Tem e Brebemi, dimostrano che si tratta di progetti fallimentari. Queste opere hanno fallito nel rispondere ai bisogni reali della mobilità, ma hanno lasciato cicatrici profonde nel territorio. Dobbiamo perseguire un modello alternativo: investire sul trasporto pubblico ed evitare di continuare a consumare suolo pubblico”.

Dirottare le risorse su altri progetti

“I soldi investiti per Pedemontana potrebbero essere usati per altri progetti  – ha sottolineato Giacomo Mosca del comitato per la difesa del territorio –  Per esempio, per il prolungamento della M5 e della M2, la riqualificazione della tratta ferroviaria Seregno Carnate, il potenziamento della Milano Meda e non la sua privatizzazione. Resterebbero anche dei fondi per la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade. Le risorse per Pedemontana potrebbero essere dirottate su progetti più vicini ai bisogni del territorio”. “Con Pedemontana – ha aggiunto Mosca – noi paghiamo 4 volte: paghiamo l’investimento, il pedaggio, i tentativi di sanare il  bilancio in passivo  e  anche il tempo. Si parla di mille giorni di cantiere, ma in realtà saranno molti di più, a spese di  chi vive sui territori. Pedemontana dovrebbe risolvere i problemi,  in realtà li sta causando”. 

 Il corteo del 4 ottobre

Per tutti questi motivi i comitati chiamano alla mobilitazione e invitano i cittadini a partecipare alla manifestazione del 4 ottobre “Fermare Pedemontana è ancora possibile? – si chiede Giacomo Mosca –  La tratta D breve si può ancora fermare, perché l’iter non è ancora chiuso. Per la tratta B2 e C è più complesso, ma per come stanno procedendo i cantieri, sembra ancora più difficile per Pedemontana portare a termine i lavori”. I comitati hanno già organizzato presidi e cortei nelle città brianzole che saranno attraversate dalla nuova infrastruttura. Questa volta hanno deciso di spostarsi a Monza  perché, spiegano, “il capoluogo rappresenta  tutta la provincia”. L’evento avrà dunque un forte valore simbolico. “Chiediamo un atto di responsabilità da parte dei politici di Regione Lombardia. Vogliamo chiamare in causa chi ha potere decisionale”.  Il corteo sarà rumoroso e gioioso perché, spiegano ancora gli organizzatori “non vogliamo celebrare il funerale della nostra provincia,  ma vogliamo esprimere tutta la nostra passione per il territorio”.