Barlassina, diffamazione contro gli ex sindaci: consigliere comunale condannato
Trenta dovrà ora versare 16.526,25 euro a ciascuno dei due ex amministratori a titolo di risarcimento, oltre a 5.077 euro di spese processuali, per un totale complessivo vicino ai 40.000 euro.
Barlassina – Dopo la condanna penale inflitta nel 2020, arriva anche quella civile: il consigliere comunale di minoranza Claudio Trenta, noto alla cronaca per la sua battaglia legale contro l’amministrazione per aver rattoppato una buca sulla strada, è stato condannato dal Tribunale civile di Monza a risarcire quasi 40.000 euro agli ex sindaci Piermario Galli e Anna Maria Frontini per le dichiarazioni ritenute diffamatorie rese nel 2019, quando non ricopriva ancora incarichi istituzionali.
La sentenza di primo grado chiude un procedimento avviato nel 2021 con la causa civile intentata da Galli e Frontini, già querelanti nel parallelo procedimento penale. Trenta dovrà ora versare 16.526,25 euro a ciascuno dei due ex amministratori a titolo di risarcimento, oltre a 5.077 euro di spese processuali, per un totale complessivo vicino ai 40.000 euro.
I fatti
Al centro della vicenda, una lettera del 26 novembre 2019 firmata da Trenta e indirizzata all’allora segretaria comunale Susanna Pecorella e ai consiglieri comunali, nella quale si faceva riferimento a presunti favoritismi nella gestione degli alloggi della Fondazione Porro. Trenta affermava che un contratto di affitto in via Repubblica sarebbe stato annullato dall’allora presidente Frontini, su richiesta del sindaco Galli, per agevolare una famiglia di origine marocchina a discapito di una italiana. Le stesse affermazioni furono rilanciate sul gruppo Facebook “Succede a Barlassina (ditelo al Trenta)”, da lui amministrato, generando numerosi commenti offensivi da parte di terzi.
Il procedimento penale si era concluso nel settembre 2020 con la condanna di Trenta per diffamazione aggravata, con una pena di tre mesi di reclusione, poi commutata in una sanzione pecuniaria di 2.250 euro. Trenta non aveva presentato appello.
La causa civile
Successivamente, Galli e Frontini hanno intrapreso azione civile per danni alla reputazione. Nella sentenza di questi giorni, il giudice ha ritenuto che le affermazioni contenute nella lettera e nel post Facebook fossero “gravi, false e lesive dell’onore e dell’immagine” dei due ex amministratori, i quali – si legge nel dispositivo – «sono stati oggetto di accuse infondate relative a presunte ingerenze nella gestione della Fondazione Porro, non comprovate da alcun elemento concreto».
Il Tribunale ha inoltre ordinato la rimozione dei contenuti diffamatori dal gruppo social “Succede a Barlassina”, ritenendoli lesivi della reputazione dei querelanti.
Trenta ha affidato una nota sintetica alla stampa: “In merito alla sentenza del tribunale di Monza per la controversia Frontini/Galli in accordo con i miei difensori posso solo dichiarare che il risarcimento economico riconosciuto alla controparte ci appare sproporzionato. Stiamo studiando l’eventualità di un ricorso. Null’altro da dichiarare”.


