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Nove milioni in più per le compensazioni ambientali di Pedemontana

28 luglio 2025 | 12:21
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Nove milioni in più per le compensazioni ambientali di Pedemontana

Regione Lombardia ha approvato la richiesta di Ponti (Pd) e Rosati (Avs), ma c’è ancora strada da fare, come spiega il provinciale Garofalo.

Pedemontana, i consiglieri regionali Gigi Ponti (Pd) e Onorio Rosati (Avs) sottolineano con soddisfazione il traguardo raggiunto durante l’assestamento di bilancio di Regione Lombardia: 9 milioni di euro in più saranno garantiti per le compensazioni ambientali sulle tratte B2 e C. Quelle, per intenderci, che sono sotto cantieri dal dicembre 2024. Il consiglio regionale ha approvato lo stanziamento extra che è stato chiesto con un ordine del giorno dai due membri dell’opposizione, nella seduta della scorsa settimana. “Abbiamo ottenuto una prima disponibilità a stanziare risorse in favore dei comuni coinvolti dai lavori delle tratte autostradali di Pedemontana – dichiarano Ponti e Rosati -. Le risorse saranno messe a disposizione nel bilancio 2026, grazie al nostro ordine del giorno che segue la mozione che abbiamo fatto approvare a inizio giugno”.

gigi ponti by uff st

Il fondo integrativo delle compensazioni di Pedemontana

In un comunicato congiunto, Ponti e Rosati evidenziano che “La cosa importante è che le risorse dovranno essere spese per gli interventi condivisi che riescano a comporre un intervento sistemico, una infrastruttura verde che possa davvero compensare il pesante impatto ambientale di Pedemontana nelle tratte B2 e C. Abbiamo messo un nuovo tassello, ora vigileremo che si proceda come concordato”.

L’istituzione di un fondo integrativo rispetto a quello già previsto per le compensazioni di Pedemontana non è un tema su cui hanno lavorato solo i consiglieri regionali, ma un nodo centrale degli ultimi mesi. Nelle numerose assemblee pubbliche, comitati, associazioni ed esponenti delle istituzioni locali hanno puntato su questa necessità, soprattutto alla luce del fatto che le stime risalgono a oltre 15 anni fa e che le cifre dunque sono da aggiornare drasticamente. Senza contare che nei pacchetti assegnati a ciascun comune rientrano pure i costi di progettazione. Alla luce di queste considerazioni, c’è anche chi ritiene quei 9 milioni aggiuntivi un traguardo positivo, ma non sufficiente.

Le richieste di Brianza Rete Comune

La richiesta avanzata da Brianza Rete Comune, il centrosinistra in provincia, sarebbe stata quella di un raddoppio del fondo, per circa 30 milioni. Stessa richiesta dai comitati civici, tra i quali “No Pedemontana” di Lesmo, Arcore e dintorni. “Quello di cui il territorio ha bisogno – spiega Giorgio Garofalo, consigliere provinciale di Brianza Rete Comune oltre che comunale a Seveso – non è solo un risarcimento su base tecnica, ma una vera opera di ricucitura di una grossa ferita, con progetti sistemici e di connessione”.

Giorgio-Garofalo

Indennizzi per il taglio dei boschi

Proprio Garofalo è il primo firmatario della mozione approvata all’unanimità in Provincia il 22 luglio, non solo per chiedere l’integrazione del fondo compensazioni di Pedemontana ma anche per chiedere che il 100% degli indennizzi del taglio dei boschi sia destinato alle zone effettivamente disboscate. Un tema questo su cui si è lavorato negli ultimi mesi per sanare un aspetto disfunzionale della normativa: gli indennizzi (per 8-9 milioni) sarebbero dovuti atterrare in Regione per essere distribuiti poi tramite bandi su comuni lombardi indifferentemente. Già la Regione, con l’intervento di Alessandro Corbetta (Lega), aveva approvato una manovra per contrastare questa “iniquità”, sulla base dell’eccezionalità del caso Pedemontana. La mozione di Brianza Rete Comune impegna il presidente Luca Santambrogio a chiedere al Pirellone che l’intero ammontare sia destinato ai comuni colpiti dal disboscamento.

Le ruspe di Pedemontana nei boschi di Bernate. Le foto

Pedemontana, gli indennizzi e la Brianza iper-urbanizzata

Dal punto di vista tecnico esistono dei limiti: nella Brianza iper-urbanizzata potrebbero non esistere aree pubbliche abbastanza grandi sui comuni interessati, da ospitare le piantumazioni di diritto. “Ma qui occorre lavorare sul piano politico più che su quello tecnico – sostiene Garofalo – per esempio con l’acquisizione di aree private che consentano sia il rimboschimento in misura adeguata, sia la realizzazione di connessioni verdi contro la frammentazione: strumenti fondamentali per ricucire il territorio e restituire vivibilità”.