ADV
ADV
ADV
ADV
lavoro |
Aziende
/

Peg Perego Arcore: salvare posti e futuro è un rompicapo

5 giugno 2025 | 15:36
Share0
Peg Perego Arcore: salvare posti e futuro è un rompicapo

Sciopero in arrivo contro i 90 licenziamenti previsti per ottobre. I sindacati si mobilitano e chiedono un tavolo di confronto.

Peg Perego Arcore: crisi occupazionale e prospettive incerte. Lavoratori e sindacati non hanno ancora comunicato una data, ma si profila all’orizzonte uno sciopero per provare a contrastare i 90 licenziamenti annunciati. E attesi ormai da un anno. Un comunicato congiunto di FIOM e FIM oggi spiega: “l’azienda, leader nel settore della prima infanzia e del giocattolo, ha comunicato una chiusura del 2024 negativa e un andamento dei primi 5 mesi del 2025 in calo del 15% rispetto i primi 5 mesi del 2024 a causa dei dazi imposti sul mercato Americano e dell’aumento della concorrenza Cinese in Europa”.

I fattori della crisi: dazi, produzioni cinesi in Europa, calo nascite

Un fattore recente, quello dei dazi e delle produzioni cinesi che si riversano in Europa, al quale si somma quello ormai fisiologico del calo delle nascite. Risultato: gli esuberi costituiscono circa il 40% dei 236 dipendenti e colpiranno soprattutto la produzione (70 licenziamenti su 90 annunciati sono lì). Intanto le bandiere dei sindacati sventolano sui cancelli. “A seguito delle assemblee svolte ieri 4 giugno con le lavoratrici ed i lavoratori – spiega il comunicato – è stato indetto lo stato di agitazione e la programmazione di iniziative di mobilitazione nel corso del mese di giugno. Ancora una volta saranno le lavoratrici ed i lavoratori a pagare le scelte sbagliate dell’azienda”. Sì perchè, come spiega per FIM Gloriana Fontana che si divide il compito con la collega Fiom Adriana Geppert: “sono anni che esortiamo l’azienda a diversificare il prodotto, per uscire dalla produzione esclusiva di articoli per l’infanzia in un frangente di calo delle nascite, ma la direzione non ha mai preso alcuna iniziativa in questo senso. Penso, tanto per fare un esempio, a passeggini per gli animali. A questo punto siamo davvero preoccupati per il futuro”.

Le prospettive al momento non sembrano rosee, tanto più che con l’uscita di altri 90 dipendenti, la forza lavoro in Peg diventa davvero esigua: sono lontani i tempi d’oro delle centinaia di dipendenti. E anche la formazione con Afol partita lo scorso ottobre per offrire una possibile ricollocazione al personale in esubero non ha sortito effetti concreti. Difficile valutare quanto margine d’azione ci sia per chi sta lottando per tenere in vita i posti di lavoro.

Mobilitazione in Peg Perego

I sindacati comunque annunciano mobilitazione. “Le organizzazione sindacali e le RSU – spiega il comunicato congiunto – non accettano i licenziamenti annunciati e chiedono all’azienda l’apertura di un tavolo di confronto finalizzato alla ricerca di soluzioni alternative ai licenziamenti. Inoltre chiediamo alle istituzioni ed alle forze politiche di attivarsi per la salvaguardia di una presenza industriale made in Italy importante sul nostro territorio e per la salvaguardia dei posti di lavoro”. Il tempo che resta non è molto: la cassa straordinaria, ultimo baluardo di 6-7 anni di ammortizzatori sociali, scade a fine settembre. Poi più nulla. Con i conti correnti dei lavoratori già seriamente compromessi dalla cassa che ha coinvolto pressoché tutti, a rotazione, qualcuno anche a 18 ore.