Pedemontana, tra polvere e preoccupazioni: il Comitato chiede centraline per rilevare la qualità dell’aria

Il Comitato per la Difesa del Territorio denuncia i rischi legati ai cantieri di Pedemontana e chiede centraline per monitorare la qualità dell’aria a Santa Margherita e Bareggia.
Santa Margherita e Bareggia sono ormai diventate simbolo di una battaglia ambientale sempre più accesa. Nell’ultima assemblea di giovedì 5 giugno il Comitato per la Difesa del Territorioha attaccato ancora i cantieri di Pedemontana denunciando i rischi per la salute dei cittadini. Nel mirino questa volta la qualità dell’aria. I continui movimenti di terra a pochi passi dal cimitero di Bareggia, dalla scuola Rodari e dagli oratori frequentati ogni giorno dai bambini sollevano non solo polveri ma anche le preoccupazioni dei cittadini.
“La nostra richiesta è l’installazione di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria. Al momento non esistono dati pubblici sui rilevamenti, sempre ammesso che vengano effettuati. – dichiara Marco Donadel, portavoce del comitato – È probabile che al momento dei lavori sia stato richiesto a Pedemontana delle rilevazioni interne per la qualità dell’aria, ma quello che noi vogliamo è che il controllo sulla qualità dell’aria sia affidato anche a un ente terzo e indipendente come ARPA (Agenzia regionale per la protezione ambientale). Per questo ci rivolgiamo ai Comuni di Macherio e Lissone affinché intervengano per fare queste rilevazioni”.

Donadel sottolinea inoltre come le centraline ARPA più vicine alle frazioni di Macherio e Lissone siano “una a Meda e la seconda al Parco di Monza”. Troppo lontane per capire se i cantieri abbiano avuto un impatto sulla qualità dell’aria: “Vogliamo che i Comuni e i loro sindaci informassero finalmente la cittadinanza su quanto sta avvenendo nei loro paesi”.
Una serata durante la quale il Comitato ha toccato ancora una volta anche temi più caldi legati al cantiere della nuova autostrada: dall’impatto che i lavori avranno sulla viabilità del territorio, non dimenticando l’assenza di comunicazioni ufficiali e precise, passando per il discusso capitolo delle compensazioni ambientali.
“C’è una contraddizione evidente: le compensazioni ambientali di Pedemontana verranno usate per sistemare il Parco dei Pompieri, a Lissone, distrutto nel 2023 da un violento evento climatico. A due anni di distanza, il parco non è ancora stato ricostruito, e ora si pensa di rifarlo con i fondi compensativi di un’autostrada che, a sua volta, contribuirà a peggiorare l’ambiente. È un paradosso: un parco devastato dal cambiamento climatico viene ripiantumato grazie ai fondi di un’opera che accelera quello stesso cambiamento.”
Il messaggio è chiaro: il Comitato per la Difesa del Territorio richiede strutturati interventi per la tutela dell’ambiente, non rattoppi di facciata.
“Per questo il 12 giugno organizzeremo un flash mob proprio lì, al Parco dei Pompieri. Vogliamo essere chiari: non siamo contrari alla ricostruzione del Parco dei Pompieri, anzi. È giusto restituire alla città uno spazio verde importante, soprattutto dopo i danni subiti nel 2023. Tuttavia, ci sono elementi che stonano profondamente. Usare le compensazioni ambientali di un’autostrada come Pedemontana — che avrà un impatto devastante sul territorio — per rimediare a un disastro causato dal cambiamento climatico è una contraddizione evidente.”
Il Comitato pianifica intanto le mosse per il futuro: per il 4 ottobre verrà organizzata una grande manifestazione provinciale comune a tutti i comitati, probabilmente a Monza, con l’obiettivo di coinvolgere non solo associazioni No Pedemontana ma tutti coloro che vorranno partecipare.