Ilaria Salis, a rischio la sua immunità parlamentare: “Sarebbe una persecuzione politica certa e spietata”

La Commissione Giuridica del Parlamento Europeo valuta la revoca dell’immunità all’eurodeputata italiana. Salis denuncia il rischio di una persecuzione politica in Ungheria. Appello ai colleghi: “Scegliete da che parte stare”.
Bruxelles – Monza. Si avvicina il voto sulla revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis, eletta lo scorso anno in UE con Alleanza Verdi-Sinistra. Ieri la commissione giuridica del parlamento europeo si è riunita per discutere nuovamente il caso dell’europarlamentare monzese e valutare se acconsentire o meno alla richiesta arrivata dall’Ungheria di Orbàn affinché il processo a suo carico possa proseguire. Salis, in un post pubblicato sui suoi social, ha lanciato un allarme qualora questo avvenisse: “verrei esposta a una persecuzione politica certa e spietata“, ha scritto. “Rischierei di tornare in fondo a quel maledetto pozzo in cui, per mesi, sono stata rinchiusa ingiustamente, in violazione dei più basilari diritti fondamentali”. Secondo alcune testate, dice sempre Salis, il relatore della Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo sarebbe intenzionato ad accogliere la richiesta presentata dall’Ungheria.
Nel suo lungo messaggio, ha criticato duramente il governo ungherese e la situazione della giustizia nel Paese. “L’autocrate della cosiddetta ‘democrazia illiberale’ non ha mai cercato giustizia, ma vendetta. Oggi più che mai”, ha scritto, sottolineando come il processo a suo carico sia viziato da pressioni politiche: “Il processo nei miei confronti ha già una sentenza scritta: nel disprezzo della presunzione d’innocenza, il governo ha più volte anticipato l’esito giudiziario, dichiarando pubblicamente che sarei una ‘criminale’, una ‘terrorista’, e che merito una condanna esemplare.” “La sua udienza sarebbe una farsa – ancora più farsesca delle precedenti – pesantemente condizionata dal potere politico”, ha aggiunto. E poi l’affondo sull’indipendenza della magistratura in Ungheria: “che in Ungheria l’indipendenza della magistratura non sia garantita è un fatto noto e documentato”.
La decisione ora spetta ai colleghi parlamentari europei, chiamati a esprimersi prima in Commissione e poi in Plenaria. Salis conclude con un appello politico: “Dovranno scegliere da che parte stare e assumersene tutta la responsabilità, morale e politica: con lo Stato di diritto e la democrazia, o con il regime illiberale di Orbàn, che con il suo gruppo dei ‘Patrioti’ punta a imprimere una torsione nazionalista e autoritaria all’intero continente”.