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Oggi il personale è composto da circa 260 persone, per lo più occupate in Peg da molti anni e, al 90%, con più di 45 anni d’età.
Il colosso brianzolo dei passeggini, la Peg Perego, si prepara a 90 licenziamenti. Lo ha confermato la sindacalista Cgil Fim Gloriana Fontana spiegando che la comunicazione da parte dell’azienda è arrivata ieri, 3 giugno. Con settembre si chiude la cassa straordinaria, dopo anni di ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi, e il rischio è che 90 dei circa 260 lavoratori perdano il posto. Proprio in queste ore si stanno svolgendo le assemblee tra sindacati e dipendenti per decidere la linea da seguire. La situazione è critica e i numeri sono solo un pallido riflesso dei primi anni 2000 quando in Peg erano occupate ancora centinaia di persone.
I fattori di crisi in Peg Perego
A incidere sullo stato di salute della Peg Perego di Arcore che esporta in mezzo mondo i suoi prodotti per l’infanzia e che nei decenni ha intrecciato la sua storia con quella della città è stata nel tempo una lunga serie di fattori. La delocalizzazione, ma anche il calo delle nascite che ha contratto il mercato dei giocattoli e dei passeggini e, più di recente, i dazi di Trump che non potevano non lasciare il segno su un’azienda che esporta molto negli Stati Uniti.
Il quadro occupazionale
In Peg Perego il quadro occupazionale preoccupa in modo particolare perché, spiegavano in autunno i sindacalisti di Fim e Fiom, “il personale è costituito per lo più da gente che lavora in Peg da molti anni e che, al 90%, ha più di 45 anni“. Tutte caratteristiche che rendono il processo di ricollocazione più complesso che altrove, malgrado i corsi di aggiornamento finalizzati alla ricollocazione di Afol, organizzati lo scorso ottobre.
Nella giornata di domani, con la chiusura delle assemblee in reparto, si conoscerà la linea d’intervento che i rappresentanti dei lavoratori intendono seguire.