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Referendum e quesiti su contratti e licenziamenti illegittimi, la Cgil: “Una possibilità di cambiamento”

22 maggio 2025 | 09:19
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Referendum e quesiti su contratti e licenziamenti illegittimi, la Cgil: “Una possibilità di cambiamento”
Un momento della campagna referendaria a Monza e in Brianza con Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil

L’8 e il 9 giugno si andrà alle urne su cinque quesiti. Con Matteo Moretti, Segretario organizzativo della Cgil di Monza e Brianza, parliamo dei primi due, che riguardano il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo e l’indennità nelle piccole imprese.

Monza. La notizia non è sicuramente al centro dell’attenzione mediatica in questo periodo e, quindi, a qualcuno sarà anche sfuggita. Ma domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini e le cittadine italiani sono chiamati ad esprimere il proprio voto su cinque referendum abrogativi: quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza.

A promuovere i referendum è innanzitutto la Cgil, che dal 12 aprile è impegnata in tutto il Paese, ogni giorno della settimana, per informare le persone sull’importanza del voto, del raggiungimento del quorum e sulle ricadute concrete che la vittoria dei 5 Sì potrebbe avere sulle condizioni di vita e di lavoro di milioni di cittadine e cittadini. L’obiettivo dei cinque referendum è chiaro: con i primi quattro quesiti si punta ad abrogare norme che minano la dignità, la sicurezza e la stabilità del lavoro, contrastando concretamente la precarietà. Il quinto quesito, invece, propone di ridurre i tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana da parte di chi vive, lavora, studia e contribuisce regolarmente nel nostro Paese.

Su questi fronti anche a Monza e in Brianza la Cgil è attiva in tutti i 55 comuni della nostra provincia con una rete organizzativa composta da ben 27 comitati intercomunali di cui fanno parte anche forze politiche, liste civiche e associazioni, studenti e cittadini militanti che hanno dato la loro disponibilità per i volantinaggi. In Brianza sono stati programmati oltre 500 volantinaggi e iniziative, in continuo aggiornamento sul sito.

Cgil Referendum

L’INTERVISTA

Per approfondire le ragioni che, secondo i promotori, dovrebbero spingere i cittadini e le cittadine ad andare a votare per il sì ai cinque quesiti referendari in modo da raggiungere il quorum, fissato al 50% più uno degli aventi diritto, MBNews inizia oggi una serie di interviste a segretari e funzionari della Cgil Monza e Brianza sui diversi temi oggetto dei referendum.

Il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo cancellato dall’introduzione del contratto a tutele crescenti del Jobs act, la riassegnazione al giudice della definizione dell’indennità in caso di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese, il ripristino delle causali obbligatorie per giustificare il contratto a termine, fino alla responsabilità solidale negli appalti che oggi vede la deresponsabilizzazione delle aziende committenti rispetto agli infortuni negli appalti e subappalti. Sui primi due quesiti del referendum dell’8 e il 9 giugno abbiamo rivolto le nostre domande a Matteo Moretti, Segretario organizzativo della Cgil Monza e Brianza.

IL PRIMO QUESITO

L’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, previsto in uno dei decreti del Jobs Act, risale a 10 anni fa. Quali gli effetti sul mercato del lavoro anche a Monza e in Brianza?

Il decreto in oggetto del Jobs Act, messo più volte in discussione da varie sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione promosse da ricorsi sostenuti dalla Cgil, ha annullato l’obbligo di reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo nelle aziende con più di quindici dipendenti per tutti coloro assunti dopo il 7 marzo 2015. Per loro si prevede solo un indennizzo. Con il primo quesito del referendum vogliamo cancellare questa ingiustizia che rappresenta anche una vera e propria discriminazione per quattro milioni di lavoratori assunti dopo l’eliminazione dell’articolo 18.

Il nostro obiettivo è restituire a tutti la garanzia della possibilità di reintegro in caso di licenziamento illegittimo con sentenza di un giudice. Oggi questo diritto è negato anche a coloro che cambiano datore di lavoro e sarà negato a tutti coloro che entreranno domani nel mondo del lavoro: i giovani si sentono coinvolti in questa battaglia, ne è una prova l’impegno nei volantinaggi che ci sta mettendo, per esempio, il collettivo studentesco del Liceo artistico Nanni Valentini di Monza.

Con il contratto a tutele crescenti Renzi aveva promesso meno precarietà e più assunzioni stabili. Noi della Cgil lo abbiamo contestato sin dall’inizio con lo sciopero generale nel 2015, la raccolta firme per il referendum nel 2016 e la contrattazione individuale e collettiva. Dopo 10 anni possiamo dire che avevamo ragione. Basti pensare che a Monza e in Brianza nel 2024 su 120mila nuovi contratti di lavoro il 74% sono precari tra tempo determinato (62mila), somministrazione (16mila), tirocini (4mila) e a chiamata (13mila). E anche chi è assunto a tempo indeterminato è più ricattabile e fragile poiché può essere licenziato senza diritto al reintegro.

LA QUESTIONE

La situazione dei licenziamenti illegittimi collettivi è particolarmente delicata, soprattutto di fronte alle numerose crisi aziendali presenti anche nel nostro territorio. Quale, nello specifico, la posizione della Cgil?

Il licenziamento collettivo si ha quando un’azienda interrompe il rapporto di lavoro con più di quattro dipendenti in 120 giorni. Se il licenziamento è illegittimo poiché l’azienda non rispetta i criteri di legge nella scelta dei lavoratori, si verifica una discriminazione causata dal Jobs act tra gli assunti prima e dopo il 2015. I primi avranno il reintegro, i secondi solo l’indennizzo.

Un’ingiustizia che, se possibile, diventa ancora peggiore nel caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, cioè per soppressione della mansione. In questo caso, ne abbiamo avuti 5mila nel 2024 solo in Brianza, chi è stato assunto dopo il 7 marzo del 2015 non viene nemmeno convocato dall’Ispettorato territoriale del lavoro per condurre una trattativa e, quindi, risulta privo di tutele e può solo rivolgersi a un giudice sapendo che in caso di sentenza favorevole non potrà comunque essere reintegrato.

Cgil Referendum

IL SECONDO QUESITO

Segretario Moretti, come il tetto massimo di sei mesi all’indennità nelle imprese al di sotto dei 15 dipendenti per i licenziamenti illegittimi si interseca con il fatto che oggi la condizione di una piccola impresa è sempre più legata alla tecnologia che consente grossi volumi d’affari con pochi dipendenti?

Un tetto all’indennizzo di sole sei mensilità è una profonda ingiustizia. Significa, ad esempio, nel caso di lavoratori part-time nei settori delle mense o delle imprese di pulizie o lavoratrici dei saloni di parrucchiere che percepiscono circa 600 euro al mese, ricevere 3mila euro lordi di indennizzo anche con 35 anni di anzianità professionale.

Noi chiediamo di cancellare questa norma e affidare al giudice la possibilità di stabilire l’importo adeguato dell’indennizzo in base a criteri previsti dalle norme precedenti (che tornerebbero immediatamente in vigore) quali: l’anzianità di servizio, i carichi familiari e la condizione economica dell’azienda, che anche se piccola può godere di una condizione florida, e la gravità del licenziamento. C’è bisogno di un maggior bilanciamento che tuteli la condizione di debolezza del lavoratore che, di fronte allo strapotere e arbitrio dell’imprenditore, se intraprende una causa legale per far valere i propri diritti, a seguito di un’altra norma introdotta dal Governo Renzi, può essere condannato in caso di soccombenza al pagamento delle spese legali della controparte.

IL MESSAGGIO

La Cgil in totale ha raccolto quasi 5 milioni di firme per i Referendum. A Monza e Brianza, in particolare, cosa si aspetta dal risultato dei primi due quesiti e come proseguirà la campagna referendaria fino all’8-9 giugno?

Nella nostra provincia abbiamo raccolto complessivamente più di 72 mila firme sui 4 quesiti del lavoro (oltre 16mila cartacee e più di 2mila online). Il nostro impegno sul campo è stato notevole dal 25 aprile dell’anno scorso con più di 200 banchetti e 150 militanti coinvolti nella raccolta firme. Da qui alla mezzanotte del 6 giugno, quando scatterà il silenzio elettorale, sono in programma 500 volantinaggi in piazze, mercati, stazioni e luoghi di aggregazioni in tutti i Comuni della Brianza.

Cgil Referendum

Siamo convinti che con questi referendum abbiamo costruito una possibilità di cambiamento concreto per tutti i lavoratori e le lavoratrici e per tutte le cittadine e i cittadini per riconquistare dei diritti cancellati dai governi di diverso colore politico che si sono alternati negli ultimi 25 anni. Possiamo riprenderci con la partecipazione diretta, impugnando la matita copiativa l’8 e il 9 giugno, diritti conquistati dai nostri nonni e genitori e consegnarli ai nostri figli per evitare che siano costretti ad andare all’estero ma possano anche scegliere di rimanere qui, per lavorare e partecipare alla vita democratica del Paese.

Per questo invitiamo alla partecipazione diretta tutte le persone e chiediamo loro di parlare con tutti gli amici, parenti e conoscenti perché l’obiettivo è il raggiungimento del Quorum. Estendere i diritti a tutti e tutte non ha colore politico e migliora immediatamente la propria condizione e quella di chi ci è vicino. Registriamo un aumento di consapevolezza sui temi dei quesiti referendari e un aumento significativo delle persone che ci dicono che voteranno 5 Sì. Questo ci spinge a organizzare nuove possibilità di incontro con le persone perché il risultato è alla nostra portata: si può fare!