Monza, studentato al posto del bosco? Lamperti: “Sì, ma non è un disboscamento”
L’assessore risponde alle criticità sollevate dal Coordinamento di comitati e associazioni di Monza sul progetto del Polo istituzionale: “Nessun taglio arbitrario. L’area è edificabile da 25 anni. Sosteniamo i giovani e l’emergenza casa”.
Monza. Un’area verde di 25mila metri quadrati che rischia di sparire per lasciare spazio a uno studentato e a un parcheggio da 400 posti. È questa la preoccupazione sollevata dal Coordinamento di comitati e associazioni di Monza, dove il progetto per la riqualificazione dell’ex caserma IV Novembre — oggi occupata da un bosco urbano spontaneo — ha riacceso il dibattito sul rapporto tra sviluppo urbano e tutela del verde. “57.000 metri cubi di cemento armato – tuonano i cittadini. – e si prevedono nuovi edifici residenziali con altezze fino a 13 piani. Chiediamo di non tagliare il bosco o, nel caso si volesse comunque rovinosamente procedere, di prevedere ampie compensazioni da 2 a 5 volte l’area del bosco”.
Ma l’assessore al governo del territorio Marco Lamperti raggiunto da MBNews chiarisce: “Non stiamo disboscando nulla di nuovo. Quell’area è edificabile da più di 25 anni, fin dai tempi in cui io stesso frequentavo le scuole medie. Lì erano previsti edifici pubblici, oggi superati. Con questa variante urbanistica non aumentiamo i volumi: cambiamo solo la destinazione d’uso per rispondere a un bisogno concreto, quello di alloggi per studenti a prezzi accessibili.” Come ripercorre Lamperti, la trasformazione dell’area nasce da un’intesa raggiunta l’estate scorsa da Comune, Regione Lombardia, Università Bicocca e Agenzia del Demanio, che ha fatto seguito alla chiusura dell’accordo di programma nel dicembre 2022.
Un bosco spontaneo, non naturale
L’assessore respinge anche l’idea che si stia abbattendo un’area verde protetta. “Quel bosco è cresciuto su una zona dismessa, non è un bosco naturale. È frutto dell’abbandono, non di una pianificazione ambientale. E una parte era già destinata all’esproprio per la costruzione del capolinea della metro M5 per cui la Regione ha già rilasciato autorizzazione nel giugno scorso.” Invita, poi, a contestualizzare: “in prossimità di uno snodo cruciale come il capolinea della M5 e di un grande parcheggio di interscambio, il ruolo di un bosco spontaneo è meno rilevante. Se quel verde impedisce lo sviluppo di servizi strategici, come parcheggi e studentati, a rimetterci sono prima di tutto residenti e lavoratori.”
“Rispondiamo a un’emergenza abitativa”
Il punto, però, per l’assessore è soprattutto sociale. “C’è un bisogno enorme di alloggi per studenti che non possono permettersi gli affitti di mercato. L’Università Bicocca è a meno di un chilometro da lì, e l’estate scorsa tutti abbiamo visto le proteste delle tende a Milano. L’emergenza casa è reale e urgente. Altre aree dismesse potrebbero essere usate, ma i costi di bonifica sono spesso insostenibili”, escludendo così la proposta avanzata dal Coordinamento che chiedeva che lo studentato sorgesse su aree dismesse di proprietà pubblica come la ex Fossati e Lamperti o sulle aree del vecchio Ospedale Umberto 1°, entrambe a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Monza centro. “Qui abbiamo un’occasione concreta, e abbiamo scelto di coglierla – chiosa Lamperti. – Stare dalla parte dei giovani significa anche fare scelte difficili. La Regione valuterà eventuali compensazioni ambientali per l’area boschiva eliminata. Intanto, noi facciamo la nostra parte per dare risposte.”
Il Coordinamento dei comitati e delle associazioni monzesi ha chiesto al Comune un’assemblea pubblica per discutere sulla variante urbanistica e il futuro dell’area del Polo istituzionale.