
Il Giro d’Italia, una delle competizioni ciclistiche più prestigiose al mondo, è da anni teatro non solo di imprese sportive, ma anche di manifestazioni politiche.
Il Giro d’Italia, una delle competizioni ciclistiche più prestigiose al mondo, è da anni teatro non solo di imprese sportive, ma anche di manifestazioni politiche. Tra queste, spiccano le proteste a favore della Palestina, che hanno attraversato l’Italia da sud a nord.

Oggi a Cesano Maderno, città che ospita la tappa conclusiva della carovana rosa, tra la folla di tifosi sventolano alcune bandiere palestinesi e alcuni striscioni sono apparsi nelle principali strade di collegamento della Brianza. “Cesano sta con Gaza” si legge in una vetrina. “Free Gaza” scritto a bomboletta sulle strisce pedonali.
Nei giorni successivi all’apertura del Giro, la presenza di bandiere palestinesi si è intensificata in città lungo il tracciato della corsa: Matera, Napoli, Viareggio, Pisa, Modena, Vicenza. In molte di queste località, il numero di vessilli palestinesi è stato secondo solo a quello delle bandiere italiane. In alcuni casi si sono registrati sequestri di materiale e identificazioni.

Non solo Palestina: a Lesmo, nel tratto brianzolo del Giro, è comparsa un’altra forma di dissenso. I referenti del Comitato “No Pedemontana” di Lissone hanno appeso striscioni di protesta contro i lavori per la nuova autostrada. Le scritte erano chiare: “No Pedemontana, sì al trasporto pubblico”, “Alle biciclette non serve Pedemontana”. I messaggi, esposti sulle cancellate, denunciavano l’impatto ambientale e paesaggistico del progetto e invocavano una mobilità più sostenibile.
