Le dieci domande sul futuro della STMicroelectronics

I sindacati chiedono verità su STMicroelectronics: “Basta con le promesse, servono garanzie per i lavoratori”.
Alla STMicroelectronics di Agrate Brianza il clima si fa sempre più teso. La scorsa settimana i sindacati avevano annunciato nuove mobilitazioni, mentre all’interno dello stabilimento non sono mancate tensioni, culminate in un episodio grave: un sindacalista ha minacciato di morte Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil. La situazione si è ulteriormente complicata dopo l’intervista del CEO della multinazionale, Jean-Marc Chéry, a Il Sole 24 Ore. Non si è fatta attendere la risposta da parte della Fiom Cgil Brianza, che ha espresso indignazione e preoccupazione per il futuro dei lavoratori italiani, 5.300 solo nella sede brianzola.
LA DICHIARAZIONE
“La realtà è ben diversa da quella raccontata dalla dirigenza. Ci troviamo di fronte a un’azienda che riceve ingenti fondi pubblici italiani, ma che continua ad attuare una politica che mette a serio rischio l’occupazione degli stabilimenti italiani. Lavoratori che sono vittime di scelte sbagliate fatte da parte del management e sulle quali mai si è sentita fare autocritica. STMicroelectronics ha già deciso di penalizzare i lavoratori italiani! Mentre si parla di sviluppo globale, il rischio di tagli occupazionali in Italia è concreto. Il CEO ha ammesso che l’azienda potrebbe ridurre il personale. E mentre si annunciano grandi investimenti con risorse a carico dello Stato italiano, non vi è alcuna garanzia che questi investimenti si traducano in lavoro sicuro e stabile per i lavoratori italiani.
Non è accettabile che si continuino a usare soldi pubblici senza vincoli chiari sulla tutela dell’occupazione. Il silenzio del governo italiano è inaccettabile. Non basta finanziare le aziende: serve una politica industriale che imponga trasparenza e vincoli precisi sulle ricadute occupazionali. Il Ministero dell’Economia italiano si è limitato a qualche voce di dissenso sulla gestione di Chéry, senza però intervenire concretamente per chiedere chiarezza. Un’azienda che riceve fondi pubblici deve garantire lavoro stabile e diritti, non annunci vaghi su transizioni e fasi di mercato.”
STMICROELECTRONICS E GOVERNO ITALIANO, DIECI DOMANDE DA FARVI
La Fiom ha snocciolato 10 domande rivolte all’azienda e al Governo a cui chiede risposte:
- STMicroelectronics può escludere categoricamente licenziamenti nei prossimi anni?
- Quali stabilimenti italiani rischiano di subire una riduzione di personale?
- Gli investimenti promessi ad Agrate porteranno alla creazione di nuovi posti di lavoro o saranno solo un’operazione di facciata?
- Perché gli aiuti pubblici ricevuti in Italia sono nettamente inferiori rispetto a quelli ricevuti in Francia?
- STMicroelectronics intende investire in ricerca e sviluppo ed in nuove produzioni più innovative ed aggiuntive a quelle in essere?
- Perché l’azienda non si impegna a vincolare i fondi pubblici a un piano chiaro di garanzie occupazionali per i lavoratori italiani?
- Che garanzie concrete esistono per evitare delocalizzazioni future?
- L’azienda prevede di coinvolgere i sindacati nella definizione delle strategie per affrontare questo momento di crisi?
- Qual è il piano industriale dettagliato per il 2025-2027 e come influirà sulle sedi italiane?
- Perché il Governo italiano non interviene in modo deciso per chiedere trasparenza e impegni certi su investimenti e occupazione?
Il comunicato della Fiom Cgil Brianza si è concluso con un messaggio chiaro: “STMicroelectronics deve rispondere con i fatti, non con dichiarazioni di facciata. I lavoratori non possono essere l’elemento sacrificabile nelle scelte strategiche dell’azienda. La Fiom Cgil Brianza continuerà la mobilitazione per la difesa dell’occupazione e per un piano industriale che garantisca sviluppo e prospettive ed è pronta ad organizzare una manifestazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori di STMicroelectronics sotto la sede del Mimit”.
