Metro a Monza: il progetto sotto accusa. Lettera di un lettore alla redazione

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Monza. Continua a far discutere il progetto di prolungamento delle linee metropolitane M1 e M5 a Monza, al centro di un acceso dibattito tra il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, e il consigliere regionale Alessandro Corbetta. I ritardi accumulati, l’aumento dei costi (stimati in 400 milioni di euro non coperti), e le critiche incrociate tra le amministrazioni coinvolte stanno alimentando le polemiche.

Tra le tante voci che si sono alzate sul tema, la nostra redazione ha ricevuto una lettera di Stefano Mauri, un cittadino che già nel 2019 e nel 2022 aveva proposto modifiche al progetto per ottimizzarne tempi e costi. La pubblichiamo integralmente per offrire un ulteriore spunto di riflessione.
Prolungamento M5: la lettera di un nostro lettore
“Nel gennaio 2019 e nel luglio 2022 avevo scritto ai sindaci Allevi e Sala delle mail con la proposta di depennare la stazione prevista in Piazza Trento e Trieste, adducendo la motivazione, che qui ribadisco in sintesi, del vantaggio che ne deriverebbe sui tempi e sui costi di realizzazione. Peraltro – scrive – oggi si dichiara l’incremento di 400 milioni non coperto dal finanziamento pubblico e che sono destinati ad aumentare per ogni giorno di ritardo: 12 milioni al mese!”.
“Apro una ulteriore riflessione domandando: chi progetta un piano del traffico dei trasporti di tale portata prende in considerazione il territorio nella sua eterogeneità e complessità? A mio avviso questa visione non c’è stata, infatti, guardando i tracciati che la stampa locale pubblica, noto che, per un buon tratto (tra Bignami – M5 – e Bettola – M1 –), sono sostanzialmente paralleli”.
E aggiunge: “emerge che se si fosse osservata una maggiore razionalità ed economicità, si sarebbe dovuto sfruttare il solo tratto di “M1” (senza replicarlo con M5), effettuando una interconnessione all’altezza di Bignami di “M5” verso Sesto San Giovanni “M1”. Purtroppo ancora pervicacemente, con l’attuale percorso di “M5”, si mantiene l’inutile e deprecabile parallelismo “M1” con la ferrovia (Monza – Sesto S.G.). Insomma, doverosamente occorreva far proseguire la “M1” sul tracciato della vecchia, ahimè eliminata, tramvia Monza-Milano o della corriera “Celere” della ATM, che serviva egregiamente il quartiere di San Fruttuoso oppure rimediare con la “M5” facendogli percorrere un tracciato a forma di “punto interrogativo” invertito: ʕ, come già qualcuno aveva opportunamente indicato, evitando così l’isolamento di San Fruttuoso”.
“È ineludibile che chi vuole il bene della sua città guarda anche all’integrazione dei propri quartieri periferici e ciò vale soprattutto per Monza che la caratterizzano – conclude Stefano Mauri – Alla fine si è dimostrato poco rispetto per le esigenze reali dei cittadini e scarsa oculatezza nei confronti della spesa pubblica, principi questi che devono restare inalienabili: meditate gente, meditate.