Monza, Francesco Repice porta “La Voce degli Eroi” al Teatro Villoresi

Il 9 novembre il principe dei radiocronisti italiani debutterà con il suo spettacolo teatrale. Saranno protagoniste le storie di chi ha raccontato alcuni dei più grandi eventi sportivi del passato.
Monza. Avere la capacità di raccontare è una dote che viene data quasi per scontata. Saper generare immagini nella mente delle persone, partendo semplicemente dalle parole, è qualcosa che in pochi sono in grado di fare. Essere il radiocronista italiano più importante, quello che racconta i principali eventi calcistici sulle onde della Rai, è invece il ruolo che ha da circa 15 anni un solo uomo: Francesco Repice.
Il giornalista, che nella sua trentennale carriera in Rai davanti ad un microfono, oltre a decine di anticipi e posticipi di serie A nella trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”, ha raccontato in radio anche la finale dei Campionati europei vinta nel 2021 dall’Italia, l’ultima partita di Alessandro Del Piero con la maglia della Juventus e di Francesco Totti con la Roma, sarà il 9 novembre alla ore 21 al Teatro Villoresi di Monza per il debutto del suo spettacolo, “La Voce degli Eroi”.
I DETTAGLI
Francesco Repice, in questo caso in carne ed ossa oltre che con la voce, salirà sul palco per un “one man show” in cui le vere protagonisti saranno le voci dei più famosi radiocronisti, italiani e non, che nel corso dei decenni hanno accompagnato gli eventi sportivi più importanti.

Un viaggio nella memoria e nella cultura, soprattutto quella del nostro Paese, che cullerà la mente degli spettatori del Teatro Villoresi di Monza e, poi, a gennaio anche quelli del Teatro Michelangelo di Modena, del Teatro Trosi di Napoli e del Teatro Ghione di Roma.
“La Voce degli Eroi” arriva non a caso nel 2024. Perché quest’anno, come ci spiega il principe dei radiocronisti italiani, “la Rai compie il suo 100esimo compleanno, un secolo di voci, racconti e storie che mi sembrava giusto onorare e far conoscere alle persone, anche delle generazioni successive alla mia”.
L’INTERVISTA
Francesco Repice, ormai mancano pochi giorni al debutto del tuo spettacolo al Teatro Villoresi di Monza. Come mai la scelta di un titolo così evocativo, “La Voce degli Eroi”?
L’importante anniversario dei 100 anni della Rai mi ha fatto venir voglia di celebrare alcuni dei tanti colleghi che mi hanno preceduto nei decenni. Hanno saputo rendere la radio una compagna fedele e sempre capace, pure oggi nell’epoca dei repentini cambiamenti tecnologici, di accompagnarci mentre siamo occupati a fare altro.
Quali sono le voci di cui parlerai sul palco?
Non voglio anticipare molto. Comunque mi riferisco a persone come Piero Pasini, che era alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 e raccontò attraverso la radio i concitati giorni della strage degli atleti israeliani. Oppure a Paolo Valenti, che nel cuore della notte italiana diede voce all’attesissimo incontro di boxe tra Nino Benvenuti ed Emile Griffith al Madison Square Garden di New York per il titolo mondiale dei pesi medi.

LO SPETTACOLO
Come mai hai scelto proprio Monza per la prima di “La Voce degli Eroi”?
La mia intenzione è stata sin dall’inizio di trovare due date al Nord, due al Centro e due al Sud. Monza mi è stata proposta dagli organizzatori dello spettacolo ed io ho accettato subito per la sua vicinanza a Milano e per la presenza di un teatro, il Villoresi, che ha le dimensioni per creare l’ambiente giusto in cui raccontare la storia di alcuni dei grandi radiocronisti del passato.
Parlando di Monza con te, non possiamo non chiederti una tua opinione sul campionato attuale della squadra biancorossa. Secondo te la squadra di Nesta resterà in serie A?
La rosa è stata costruita bene, anche se i risultati per il momento non stanno arrivando. Probabilmente bisognerà lottare un po’ di più per salvarsi rispetto ai primi due anni, ma le speranze ci sono. In ogni caso credo che la società, Galliani in primis, abbia tutta l’intenzione di andare fino in fondo con Nesta, l’allenatore in qualche modo maggiormente in grado di raccogliere il testimone di Palladino.
IL PERSONAGGIO
Il tuo spettacolo teatrale è un omaggio ai grandi radiocronisti del passato. Quali sono stati i tuoi modelli?
Ne ho avuto tanti. Ho avuto modo di lavorare e conoscere anche il lato umano di Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Bruno Gentili e Alfredo Provenzali, che hanno fatto la storia in Italia del mestiere di radiocronista. Sono stato molto ispirato anche dall’America Latina, in particolare dall’Argentina e da una persona che ha significato molto nel mio modo di raccontare le partite di calcio.
Sto parlando di Victor Hugo Morales, giornalista, scrittore e saggista, ma soprattutto l’autore della celebre telecronaca del gol del secolo di Maradona all’Inghilterra nei Mondiali del 1986.

Se dovessi definirti come radiocronista, quale aggettivo useresti?
Io mi definisco un radiocronista tifoso. A questa espressione viene data quasi sempre un’accezione negativa, ma io credo che tutti quelli che fanno il mio mestiere siano prima di tutto appassionati di sport e a spingerli sia stata anche una fede calcistica. Non mi piace, quindi, raccontare bugie alle persone. Ecco perché non ho problemi a dichiarare pubblicamente che sono tifoso della Roma.
IL DEBUTTO
Francesco, lavori in Rai dal 1997 e dal 2010 sei la voce principale della trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”. In radio hai raccontato anche Olimpiadi, Mondiali, Europei e finali di Champions League. Di una carriera così lunga hai un aneddoto da lasciarci?
Difficile scegliere tra i tanti. Un episodio che mi è rimasto sicuramente in mente è accaduto in una finale di Champions League tra Manchester United e Barcellona. Mancava poco all’inizio della partita, ma avevo dimenticato la bottiglietta d’acqua. Così mi sono precipitato a prenderla. Quando sono risalito per tornare frettolosamente in postazione, c’era un signore con un vestito color tabacco che mi impediva il passaggio.
Cerco di farmi strada e lui si gira chiedendomi se avevo da accendere per la sua sigaretta. Quel signore era Johan Cruyff, uno dei miti per gli appassionati di calcio della mia generazione. Quella è stata una delle poche volte in cui sono rimasto bloccato e senza voce.
Ultima domanda: ti sei diplomato al Liceo classico “Giulio Cesare” di Roma, proprio come Antonello Venditti. E allora, parafrasando il titolo di una sua famosa canzone, come vivrai la notte prima dell’esordio di “La Voce degli Eroi” al Teatro Villoresi di Monza?
In realtà quando le cose dipendono da me sono sono mai molto agitato. Prima della finale degli Europei di calcio vinti dall’Italia, ad esempio, non ho dormito. Non, però, per la cronaca che avrei dovuto fare, ma per la tensione creata dal fatto di non poter conoscere prima il risultato della Nazionale. Quindi la notte prima del 9 novembre riposerò bene. Anche perché il giorno dopo devo fare la radiocronaca di Inter-Napoli ed è opportuno che io sia al meglio.